Silvio Berlusconi

“Il potere non corrompe gli uomini; tuttavia, se arrivano al potere, gli sciocchi corrompono il potere”. George Bernard Shaw

Preso polemicamente atto, che la Corte Costituzionale sia un Organo dello Stato che funzioni autonomamente, a prescindere dal colore politico dominante entro i confini Nazionali, pare proprio che l’Italico Governo abbia finalmente deciso di rispettare la Carta Costituzionale. O forse no?

Mi spiego meglio.

Come se i problemi economici e sociali della Beneamata, non fossero gravi, preoccupanti e tuttora irrisolti e a pagarne le drammatiche conseguenze non fossero le famiglie, l’Esecutivo compatto, ha deciso di ributtarsi a capofitto, nella ricerca di una soluzione che eviti al Presidente del Consiglio e ad altri “sventurati” Parlamentari, di avere a che fare con la Magistratura, trasformando ancora una volta il “problema di uno”, nel “problema di tutti”!

L’ultima trovata in tal senso, è quella del ritorno alla “piena” Immunità Parlamentare (regolata dall’art.68 della Costituzione). La provocatoria proposta, rilanciata dal Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta (che evidentemente si è “esposto” per sfruttare il consenso popolare, garantitogli dalla sua discussa riforma del pubblico impiego), ha immediatamente raccolto il consenso di altri esponenti della Maggioranza, nonché del Ministro di Grazia e Giustizia, Angelino Alfano.

D’altronde, come si è ironicamente giustificato il Ministro: “L’immunita‘ l’hanno istituita i nostri padri costituenti a partire da Oscar Luigi Scalfaro…”. Tralasciando volutamente di ricordare, che la riforma di tale Istituto fu decisa per contrastare gli abusi che esso consentiva a Deputati e Senatori in “odor di corruzione”, ai tempi della benemerita inchiesta “Mani Pulite”

Il testo originario dell’art.68 recitava: “I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale; né può essere arrestato, o altrimenti privato della libertà personale, o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l’ordine di cattura. Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile”.

La Legge Costituzionale 29 ottobre 1993, n. 3, emanata in seguito agli eventi diTangentopoli, lo modificò come segue: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza”.

A ben guardare – a beneficio di quanti l’abbiano colpevolmente dimenticato – mentre un tempo ogni indagine sugli eletti era sottoposta al voto delle Camere, che avevano il potere di dare il via libera, o di fermare, i magistrati nelle inchieste a carico di Deputati e Senatori, attualmente I Parlamentari possono essere indagati, senza necessità di richiedere l’autorizzazione alla Camera di appartenenza. E questo è da sottolineare, vista la cronaca politico-giudiziaria degli ultimi giorni.

Su questa materia si è andati così avanti, nel silenzio dei “Palazzi”, che Lucio Malan del PDL, ha presentato a Palazzo Madama uno specifico Disegno di Legge, con cui propone il ritorno all’immunità “totale” delle origini. A suo modo di vedere, ciò riporterebbe l’equilibrio e l’armonia tra le Istituzioni, com’era nelle intenzioni dei membri dell’Assemblea Costituente del 1947 e cancellerebbe di colpo un “errore” commesso, sull’onda della piazza, nel 1993.

Insomma, la modifica dell’art.68 secondo il Senatore Malan, fu uno “sbaglio” legato alla fine ingloriosa della Prima Repubblica – così come lo sarebbe stato, a suo modo di vedere, il suo uso “indiscriminato” – che sarebbe “sanato” attraverso il ritorno al suo testo originario, ed allo spirito dei lavori dei Costituenti, preoccupandosi non di ciò che nell’immediato possa convenire all’una o all’altra parte politica, ma di ciò che sia bene per la Repubblica.

Premettendo di non dubitare pretestuosamente, ed a priori, delle buone intenzioni altrui, a mio parere qualcosa non torna, visto e considerato lo scontro tra Poteri dello Stato, che in questi giorni anima la Cronaca Politica Interna.

E’ indiscutibile che Silvio Berlusconi, trovandosi “scoperto” a livello giudiziario, in seguito alla “bocciatura” del Lodo Alfano abbia avviato una campagna di propaganda, sfidando chiunque tenti o abbia tentato – “lecitamente e doverosamente” – di sbarrargli la strada.

Contro la Consulta, in primis, implicitamente accusata di essere un covo di Comunisti e di voler sovvertire il responso delle urne.

Contro il Quirinale, prima accusando il Capo dello Stato di essere un rappresentante della Sinistra e di averlo preso in giro, rassicurandolo sulla costituzionalità della Legge 124/2008, proseguendo poi, parlando della necessità di governare in “Coabitazione” (ignorando forse che l’Italia, essendo una Repubblica Parlamentare e non Semi-Presidenziale, non conosca tale “meccanismo” Istituzionale) con il Presidente, Giorgio Napolitano.

Contro la Magistratura, a suo dire “militarizzata”, accusata di averlo preso di mira sin dall’inizio della sua scesa in campo, visto che come da lui affermato: “…La situazione la conosciamo bene. Sono stato perseguitato da una fila incredibile di interventi della magistratura. Ben 106 procedimenti mi sono stati gettati addosso. Sono sempre stato assolto. Due volte, mi sembra, ho goduto della prescrizione, che non è assolutamente una condanna. I teoremi accusatori sono caduti. Sono in assoluto il maggior perseguitato dalla magistratura nella storia degli uomini di tutto il mondo, perché ho subito più di 2500 udienze”.

In merito agli attacchi senza fine contro l’Opposizione, la stampa nazionale e quellaestera, credo non ci sia molto da aggiungere… Il mare di “condivisibili polemiche” che animano le coscienze popolari, sono il segno tangibile della loro insensatezza.

Signore e Signori, ecco a Voi, l’autoproclamatosi “miglior Presidente del Consiglio” che l’Italia abbia avuto in 150 anni di Storia Unitaria, nonché martire” della Giustizia “ingiusta” e per questo già in “odor di Santità”…

Possibile che abbia solo nemici? Non resta che aspettare e vedere in che modo sfodererà le proprie “Doti Messianiche”… Magari per assurgere al soglio di Pietro, o per svelarsi al mondo quale nuovo Salvatore

…Si, d’accordo, forse è meglio dare un’occhiata all’Apocalisse di Giovanni.

D.V.