“Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque Governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d’impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo”. Vittorio Alfieri

I tempi sono ormai maturi…

A dispetto di quanti credano il contrario – per semplice ed umana rassegnazione, per interessato Pressappochismo Politico, o a causa di uno sterile Masochismo Istituzionale – il durissimo ed inconsueto scontro in atto a “Palazzo”, tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, oltre a sancire la definitiva rottura di una storica alleanza elettorale, rappresenta l’elaborata “prefazione” di un nuovo capitolo della Storia Repubblicana Italiana, ossia, il definitivo tramonto del Berlusconismo.

Se è vero che le schermaglie della guerra tra i co-fondatori del PDL, fossero ben evidenti già dall’Aprile scorso – allorché, nel corso della Direzione Nazionale del Partito, un incredibile battibecco, al limite dello scontro fisico, giunse nelle case degli Italiani in diretta televisiva – è altrettanto vero che i suoi sviluppi siano alquanto incerti.

A mio parere, l’unica soluzione “costruttiva” per l’Italia passa attraverso un cambio di Maggioranza, che appoggi un nuovo Presidente del Consiglio, una volta che sia stato designato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, secondo le prerogative riconosciutegli dalla Costituzione vigente. Si, credo nell’opportunità di una nuova “disposizione” dei seggi Parlamentari e non perché sia desideroso di assistere ad “esperimenti di Politica spicciola” che buttino nello stesso calderone Casini e Di Pietro, ma giusto per evitare che la “Barca” affondi con tutto l’equipaggio… Vi pare poco?

L’attuale crisi di Governo – sbrigativamente insabbiata in attesa della Settembrina riapertura delle Aule – potrà insomma essere risolta solo attraverso un “ribaltone”, che metta fuori gioco, in un solo colpo, sia l’attuale Premier sia la Lega Nord (assieme a tutte le sue deleterie aspirazioni secessioniste, pseudo-federaliste).

A quanti si ostinino a far credere il contrario, attraverso un’opera di proselitismo faziosa e fuorviante, è bene rammentare che in Italia viga un Sistema Parlamentare – non certo un Premierato – e che l’indicazione del candidato alla carica di “Primo Ministro” valga in realtà, quanto il “due di briscola” al cospetto dei dettami Costituzionali. Parlare di “manovre da Prima Repubblica”, o peggio di “golpismo politico”, di fronte all’eventualità di un Governo alternativo a quello attuale, sa tanto di “reazionario”, oltre ad essere pura e calcolata menzogna.

E’ ovvio che il nuovo leader non possa essere Gianfranco Fini per scontate ragioni di “correttezza”, più o meno condivisibili, che certamente verranno addotte, così com’è altrettanto ovvio, che il timido riavvicinamento tra le “colombe” di ambo gli schieramenti, sia al massimo un “contorno”; nient’altro che un ripiego tattico, all’interno di un complicato gioco di strategia, utile a riorganizzare le file, in vista della battaglia decisiva.

L’unica cosa di cui l’Italia può, o meglio deve, fare a meno, sono le elezioni anticipate e le ragioni son presto dette, per quanto indiscutibili.

Giorno dopo giorno, è sempre più evidente che tutti i proclami “pane e salame”, riguardanti la fine della crisi economica e l’avvio della “ripresa” si siano rivelati essere “aria fritta” intrisi di falsa fiducia e scialbo ottimismo… Pertanto, non sarebbe proficuo per i cittadini, né per la Nazione nel suo insieme, affrontare una nuova tornata elettorale – con costosa campagna di propaganda al seguito – che perdendosi nei “meandri” dei seggi elettorali, porterebbe ad affrontare solo delle sterili lungaggini burocratiche e ad assistere ad un crescendo d’insulti e panzane, piuttosto che a concentrarsi sui modi per rilanciare l’economia, il lavoro e un società civile sempre più abbandonata a sé stessa.

Inoltre, come ben sanno gli Speculatori Finanziari che aspettano alla finestra, lanciarsi nel “baratro dell’incertezza” a causa di un voto “raccapezzato” alla bell’e meglio, causerebbe il prevedibile disastro del nostro Bilancio Statale. Cosa che, al confronto, farebbe impallidire i nostri vicini Greci… Dopo tutto, è noto, al peggio non c’è fine.

Il nostro Paese necessita quindi di un Governo Tecnico (che tale sia davvero) che non nasca “Pro-Tempore”, ma che sia destinato a concludere la Legislatura e che, appena designato, prenda di petto le questioni più urgenti ed indifferibili. Siamo di fronte a realtà socio-economiche spaventose, nate e cresciute su troppi anni di “deriva Governativa”, che non possono essere lasciate in mano ad un Esecutivo con la “scadenza indicata sul retro”…

A mio giudizio, solo una persona può accollarsi la responsabilità di tale scelta: questi è il Prof. Mario Monti. Economista, profondo conoscitore del Mercato e delle regole della Concorrenza, euro-convinto in tempi in cui l’euro-scetticismo la fa da padrone. E poi parla fluentemente la lingua Inglese – dettaglio non indifferente oggigiorno – cosa che di sicuro ci eviterà di sentir parlare nuovamente del fantomatico “Gogol” e di scatenare l’ilarità del mondo intero…

E poiché alle magagne dei “Furbetti del Predellino” pare non esservi mai fine, in tempi in cui la Giustizia torna utile solo per “ragioni utilitaristiche soggettive”, gli affiancherei Gherardo Colombo come Guardasigilli e Francesco Saverio Borrelli quale Ministro dell’Interno.

La lista è lunga e visto che in gioco, al di là della retorica, c’è il nostro futuro, non si dovrebbe certo “pescare” nel mucchio, ma solo scegliere tra le figure che godano di ampio rispetto e considerazione e che diano lustro al Paese. Ho in mente Mario Draghi all’Economia; Carlo Rubbia al MIUR; Antonio Catricalà allo Sviluppo Economico; Piero Angela (si, proprio lui) all’Istruzione; Gino Strada al Ministero della Salute (sai almeno che pulizia, nel debordante “armadietto dei medicinali” della Sanità Nazionale…); ecc. ecc.

Scherzo, dileggio, o farneticazione? Vi pare forse che quanto stiamo vivendo sulla nostra pelle sia una cosa seria? Anni e anni di prese in giro istituzionalizzate che alla fine hanno portato l’Italia sull’orlo del crollo del proprio Ordinamento Statuale e sempre più prossima alla Bancarotta.

Fatto il punto, non resta che aspettare… Già, non resta che aspettare e sperare bene che comunque vada, alla fine, chi gestisce il Potere, senza vincolo di mandato, decida non più per il proprio tornaconto economico, né per la gloria, né per la fama e neppure per placare il proprio egocentrismo da presunto (e presuntuoso) Statista, ma compia la scelta più congrua per ridare un domani, al Sovrano Popolo Italiano.

D.V.