Matteo Renzi

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi.

“La lumachella de la Vanagloria, ch’era strisciata sopra un obelisco, guardò la bava e disse: Già capisco, che lascerò un’impronta ne la Storia”. (Trilussa)

Incipit. “Caro Matteo Renzi, sulla falsariga di quanto fatto con il Decreto Salva Banche, come mai non è stato così sollecito nell’emanare un atto normativo che impedisse ai partiti, con la sola eccezione del M5S, di auto-omaggiarsi di una pluri-milionaria, indebita “tredicesima” di fine anno messa in conto ai contribuenti? Possibile che l’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati sia stato così insolente ed ingordo, senza che Palazzo Chigi abbia avuto qualcosa da ridire? Possibile che non abbia avuto modo di dare un colpo di telefono a Laura Bordini, Signora Presidente di quel ramo del Parlamento, tanto vicina emotivamente, a suo dire, ai piccoli investitori rimasti schiacciati dagli infausti eventi? Non è che il suo duplice ruolo di Capo del Governo e di Segretario del PD l’abbia indotta a guardare altrove, mentre il tesoriere già faceva i conti”? 

Rammenti: che si chiami ‎Finanziamento Pubblico, Rimborso Elettorale, contributo politico, liberalità, regalia, sottrazione indebita, furto, o rapina, non cambia alcunché… Sempre Denaro dei contribuenti è! Detto ciò, attenderò confidente una sua esaustiva risposta che, ovviamente, non esiste (il solo tentativo di trovarne una, rappresenterebbe un inutile arrampicarsi sugli specchi, ndr).

Pierino, il ragioniere e la pulzellaDopo gli anni del Berlusconismo, confidavo che per l’Italia si fosse aperta una stagione nuova, in cui la Politica dell’oltraggio dell’avversario, dell’avvilimento della Verità, dell’umiliazione del cittadino e del soddisfacimento dell’interesse privato, potesse lasciare spazio a quella del buon gusto, dell’etica, della giustizia, del sostentamento dei valori dell’uomo comune. Poi venne il Renzismo

Ieri, a riscuotere la mia antipatia c’erano Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e il duo Mara Carfagna / Mariastella Gelmini, oggi ci sono Matteo Renzi, Pier Carlo Padoan e (ne basta una, ndr) Maria Elena Boschi. Ciò, con la grande differenza che (prendendo a prestito delle condivisibili osservazioni l’ex-Cavaliere, ndr) questo Governo sia totalmente “abusivo” e che la Democrazia continui ad essere “ufficialmente” sospesa.

Oggi come ieri, mi trovo ad ascoltare, nell’ordine: 1) le vane promesse, le auto-celebrative elucubrazioni e i mirabolanti farò di un leader di tutto “capace a modo suo”; 2) le dichiarazioni di un Ministro dell’Economia che pare non saper fare altro rassicurare i contribuenti, salvaguardare la Casta di Potere (al Potere per garantirsi eternamente il Potere, ndr) e prevedere fantomatiche uscite dalla Crisi e inesistenti segnali di crescita del PIL (salvo poi tirar fuori dal cilindro degli “imprevisti di Bilancio” che necessitino aggiustamenti “lacrime e sangue”, ndr); 3) il vociare distratto, sul Nulla, delle “quote rosa” di Governo.

Ciliegina sulla torta, guardando al domani, mi trovo a ragionare di Legge ad personam e Conflitto d’interessi...

“000, al Servizio dei Poteri Forti”. Non è un mistero: Matteo Renzi non mi piace e non gode della mia Fiducia. Non soltanto per il tappeto rosso che ha voluto stendere alle pretese della Confindustria, attraverso un abominio normativo chiamato Jobs Act, o mediante la cancellazione “de facto” dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori; non soltanto per i tentativi di stravolgere la Sacra Carta con Riforme tutt’altro che condivisibili; non soltanto per la perdurante, malcelata intenzione di metter mano alla Giustizia in maniera “punitiva” anziché risolutiva dei problemi.

E non soltanto per il famigerato pranzo di Arcore tenuto nascosto all’Opinione Pubblica, poi ammesso a mezza bocca, quando diventato innegabile. E non soltanto per  la scelta di fare le scarpe a un suo compagno di partito, Enrico Letta, nonostante le rassicurazioni del tipo “Enrico stai sereno”… E non soltanto per la sua inespressiva saccenteria (da far rimpiangere il miglior Massimo D’Alema, ndr); per il suo modo di farsi credere onnisciente, onnipresente, onnipotente; per la sua incapacità di mettersi davvero nei panni della gente normale; per l’uso di omaggiarsi di doti da Statista, muovendosi goffamente tra i cosiddetti Potenti del mondo; per il suo attendismo Diplomatico. E non soltanto per la sua vicinanza alle ragioni del Sistema Bancario…

Pier Carlo Padoan e Maria Elena Boschi

Il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e quello delle Riforme, Maria Elena Boschi.

D’altro canto, non mi piace nemmeno il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Primo, per il suo essere “Ministro Tecnico”, figura che se poteva andar bene all’inizio degli anni ’90, come caso unico e irripetibile causato dagli eventi, oggi non sono più disposto ad accettare.

Secondo, perché non trovo professionale che dall’alto della sua posizione, riesca a smentirsi a giorni alterni, a favore di telecamera, circa l’avviata e tanto attesa nuova era di sviluppo da un lato e il persistere delle difficoltà di crescita dall’altro.

Terzo, perché trovo ridicolo mascherare il persistente dissesto del Bilancio Pubblico con i pericoli dello Stato Islamico alle porte. E quarto, infine, per la sua vicinanza alle ragioni del Sistema Bancario…

Inoltre, inchinandomi doverosamente al suo fascino femminile da Venere di Botticelli, non mi piace neppure il Ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Ciò, non tanto per il suo continuo ciarlare in materia di Riforme, né per il suo essere additata come prossimo Segretario del PD; Presidente della Repubblica; Papessa; Santa subito; Vergine Maria… Quanto per la sua vicinanza alle ragioni del Sistema Bancario…

La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito (Art. 47, c.1 Costituzione Italiana). Per spiegare la repulsione che io provi verso qualsivoglia obbligo dovuto a un Sistema Bancario degenerato che, in quanto cittadino, mi tocca sopportare, basti dire che sarei favorevole al pagamento “liquido” di stipendi e pensioni. Una libera scelta che dovrebbe essere garantita a chiunque. A dispetto delle normative di salvaguardia promosse in suo favore da questo o da quell’Esecutivo. 

Ora, mettendomi nei panni di un anziano, obbligato da Mario Monti ad aprire un conto in banca per incassare il magro assegno previdenziale di sua spettanza, o di un lavoratore dipendente alle prese con le perduranti incertezze legate all’instabilità del Mercato del Lavoro, i quali avessero scelto di affidare il proprio patrimonio ad un “gentile funzionario” di Banca MarcheCariChietiBanca Etruria, o CariFerrara (con la fiducia che soltanto le persone oneste possono concedere, ndr), sarei quantomeno inquieto, o, cedendo alla licenza poetica che non mi appartiene, ma che in questo caso suona bene, sarei parecchio “incazzato”. 

Certo, ogni investimento nasconde in sé una Speculazione. Tuttavia, tra la speculazione di un professionista di settore e quella di un “obbligato dell’investimento forzato” è certamente differenza. Anche perché quest’ultimo sovente deve fare i conti con promotori furbetti, infedeli o propriamente ladri, che di sotterfugi per convincere i propri correntisti ne conoscono parecchi. “Metta una firma qui (…) E’ una pura formalità”…

Bail In VS Bail out. La cosa che mi lascia assai perplesso è che si sia accettato di sacrificare la sorte di migliaia di risparmiatori, quando si sarebbe potuto cercare una soluzione buona per tutti, attraverso un aiuto di Stato. Alla faccia dei regolamenti e delle direttive Europee.

Ciò, visto e considerato che manchi ancora del tempo a Gennaio 2016, data di adozione della nuova stringente normativa decisa in sede UE che impedisce ai singoli di Paesi di correre in soccorso di Istituti di Credito a rischio default e che comunque, anche rischiando una procedura d’infrazione, si sarebbe dato prova di tenere a cuore i diritti dei propri cittadini. La nostra tanto declamata “Ricchezza Privata” che da sempre riempie le bocche dei politici.

Invece, primato dei primati, l’Italia ha anticipato tutti, in maniera assurda, per la prima volta nella sua storia.

E adesso, come al solito, si cerca la soluzione al problema del problema. Credo che il dissesto bancario evitato a spese delle fasce deboli dei risparmiatori e la mossa avverata del Governo, abbiano dimostrato, semplicemente, che in questa terra sciagurata passino gli anni e cambino gli Esecutivi, ma che in fin dei conti prevalga sempre la stessa Politica: quella della “Tip-Top”, o peggio, quella della “pezza” raccapezzata alla bell’e meglio… 

“I padri han mangiato l’agresto e ai figliuoli s’allegano i denti” recita un noto passo biblico. Indubbiamente, che le colpe dei padri non cadano sui figli è una conquista di civiltà, che in Italia, è supportata anche dalla Costituzione, laddove, all’art.27 affermi che la responsabilità penale sia personale.

Tuttavia, è indubbio che il Decreto Salva Banche, oltre ad aver potenzialmente “salvato” gli amici e gli amici degli amici, e ad aver messo sul lastrico migliaia di Risparmiatori, abbia unito nelle responsabilità tanto i padri quanto i figli. 

Come dire: nonostante le rassicurazioni, gli indizi giocano a sfavore di chi sieda ai posti di comando… Alla Magistratura, l’ardua sentenza. Prima o poi.

Tirando le somme. C’era una volta l’Azione Di Responsabilità verso gli Amministratori incapaci o malandrini (di fatto, in Italia, opzione rimasta sempre “lettera morta”, ndr), poi venne, o meglio, poi verrà il ‎Bail In. Nel mezzo, un decreto “ad personam”, voluto dal Governo di ‎Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan (e soprattutto, è inutile girarci attorno, benedetto dal padre di Maria Elena Boschi, ndr), che, azzerando i ‎Risparmi di una Vita, ha messo sul lastrico migliaia di cittadini, assieme alle poche speranze che erano rimaste loro verso il Futuro.

Se vivessimo in un Paese serio, quest’Esecutivo sui generis avrebbe già rassegnato le Dimissioni in blocco, assieme al Governatore della Banca Centrale (che nel caso di specie porta il nome di Ignazio Visco, seduto a capo di Bankitalia, ndr) e al Capo dell’Agenzia di controllo delle Società e della Borsa Valori (che in Italia si chiama Giuseppe Vegas, Presidente della Consob, ndr). 

Perché se è vero com’è vero che la sincerità verso il popolo sia un obbligo verso il popolo stesso e che la parola data valga la propria personale dignità, è vero anche che eventuali azzardi decisi in barba alle regole, per ragioni di auto-tutela personale o familiare, con piena e consapevole disonestà, siano atti penalmente perseguibili che pretendano GiustiziaVerità.

D.V.

P.S. Caro Matteo Renzi mentre pensa a come soddisfare il Diritto del raggirati di vedersi rinfondere il maltolto (che non è soltanto un fatto etico, ma un preciso obbligo economico-finanziario, ndr) mi permetta un consiglio: l’anno che verrà, cambi nome alla “fiera delle vanità”, dove tutto si rottama fuorché l’auto-referenzialità: “Leopolda” richiama alla memoria i “capolavori” dell’Italico cinema pecoreccio degli anni ’70… Con la grande differenza che le sue battute non facciano ridere come quelle del compianto Renzo Montagnani.

  1. avatar admin ha detto:

    La Rivoluzione, in Italia? Un’utopia “popolare” di cui non si sente alcuna necessità. Citando Ambrose Bierce: “Rivoluzione. In campo politico viene così chiamato il brusco passaggio da una forma a un’altra di malgoverno”. Quel che serve, in questo Paese, è molto più semplicemente “Educazione alla Legalità”.

  2. avatar stanco ha detto:

    Siamo messi malissimo, non abbiamo un politico, dico uno, che sappia cosa dover fare per la nazione, forse (o non forse) sono troppo impegnati a defraudare la nazione per il loro orticello indegno. facciamo una vera rivoluzione ????????