“Da tempo sono convinto che la sovrastruttura finanziario-borsistica con le caratteristiche che presenta nei paesi capitalisticamente avanzati favorisca non già il vigore competitivo ma un gioco spregiudicato di tipo predatorio, che opera sistematicamente a danno di categorie innumerevoli e sprovvedute di risparmiatori in un quadro istituzionale che di fatto consente e legittima la ricorrente decurtazione o il pratico spossessamento dei loro peculi. Esiste un’evidente incoerenza tra i condizionamenti di ogni genere che vincolano l’attività produttiva reale dei vari settori agricoli industriali, d’intermediazione commerciale e la concreta licenza di espropriare l’altrui risparmio che esiste per i mercati finanziari”. Federico Caffè

Nell’Italia contemporanea, per quanto si tenti di non essere disfattisti, pessimisti o come piace dire a qualcuno “comunisti” – definendo in tal guisa, chiunque abbia idee dissimili dalle sue – è indubbio che sia alquanto difficile, se non impossibile, guardare al futuro con fede e speranza, seppur convinti che più in basso di così sia difficile arrivare… Continua a leggere »

“La storia degli insuccessi bellici può riassumersi in due parole: troppo tardi. Troppo tardi nel comprendere il proposito micidiale di un potenziale nemico; troppo tardi nell’accorgersi del pericolo mortale; troppo tardi nel prepararsi; troppo tardi nell’unire tutte le forze possibili per la resistenza; troppo tardi nello stabilire un’intesa con i propri amici”. Douglas MacArthur

Nell’inestricabile panorama Politico-diplomatico contemporaneo, quel che appare evidente a un osservatore poco più attento del consueto, è la somma incapacità, o meglio la calcolata incapacità dei Governi e dei loro leaders, di agire con comunanza di propositi e di scopi, al fine di garantire il rispetto dei supremi valori di Libertà, Giustizia, Pace e Democrazia a tutti i cittadini del mondo, senza che qualche bieco interesse “particolare” si metta di traverso.

In effetti, in attesa di essere smentito dagli eventi, la teoria che sembra andare per la maggiore nei “circoli dei Potenti”, è quella che alimenta e rinfocola costantemente lo scontro di civiltà, che contrappone i buoni ai cattivi, che distingue gli alleati dagli avversari e che rende “aria fritta” tanti pomposi discorsi, in materia di unità d’intenti e collaborazione in ambito internazionale. Continua a leggere »

“Diffidate di chi viene a mettere ordine”. Denis Diderot

Di fronte ai grandi eventi della Storia, lo scorrere del tempo non può essere che una congettura.

Sembra appena ieri e invece sono trascorsi più di otto anni dall’inizio della guerra in Afghanistan e nella società della comunicazione inutile e “sovrapponibile”, che a stento concede il tempo per farsi un’opinione, questa è davvero una notizia.

Effettivamente, buttando un occhio al calendario è strano realizzare quanto sia lontano il giorno in cui l’asse Anglo-americano, guidato da George W. Bush e Tony Blair, scelse la via delle armi per spazzar via i Talebani e per catturare il “riconosciuto” responsabile dell’attacco all’America e loro “protetto”, Osama Bin Laden. Continua a leggere »

“Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri… Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po’ di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l’ordine anzitutto! Una Nazione che chieda al suo Governo il solo mantenimento dell’ordine è già schiava del suo benessere e da un momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo”. Alexis de Tocqueville

Non ho dubbi che la sensazione di déjà vu provata da coloro che abbiano avuto la bontà e la pazienza di leggere la nota introduttiva, sia stata accompagnata da un brivido di gelido stupore. Per tale ragione, è lecito attendersi che non cada nel vuoto l’invito a scorrerla più volte e a perseverare nella riflessione su quanto ivi riportato. D’altronde se è vero che “repetita iuvant”, ciò vale anche per compiere un’analisi attenta, approfondita e consapevole del pensiero di de Tocqueville e per raffrontarlo coscientemente alle contemporanee “Italiche reminiscenze”. Continua a leggere »

“In Italia non esiste giustizia distributiva. Ne tiene le veci l’ingiustizia distribuita. Per cinque anni il Sindaco (oppure il Deputato, il Prefetto, il Ministro) del partito rosso perseguita gli uomini del partito nero e distribuisce cariche o stipendi agli uomini del partito rosso. Il Sindaco del partito nero fa tutto il rovescio dell’altro; distribuisce cariche e stipendi agli uomini del partito nero e perseguita gli uomini del partito rosso. Così l’ingiustizia rotativa tiene luogo della giustizia permanente”. Giuseppe Prezzolini

Gli eventi della Storia recente, come in un tragico non-senso, continuano a dimostrare che la fantasia sovente superi la realtà, quale fonte di verità assoluta ed indiscutibile. Nostro malgrado ciò conduce con sempre maggior frequenza, al sommo pentimento di aver riposto la fiducia e la speranza nelle persone sbagliate, nonché a rammaricarsi di aver peccato d’ottimismo, ipotizzando che in Italia le cose possano davvero cambiare, prima o poi. Continua a leggere »