CicloneForse non Vi sembrerà poi tanto strano, ma nel nostro caro ed amatissimo Paese – suo malgrado terra di polemiche, mezze verità e spesso di bieche menzogne – l’ultima novità pare essere quella dell’obbligo di diramare bollettini meteo politicamente corretti e compiacenti.

Mi spiego meglio. Facendo salva l’indiscussa ed indiscutibile professionalità dell’Aeronautica Militare che si occupa di raccogliere ed elaborare i dati, capita sovente di ascoltare notizie circa le proteste di albergatori, insoddisfatti delle previsioni del tempo diffuse, perché non rispecchiate dalla successiva evoluzione dei cieli.

Ragioniamoci un po’ su. Trattandosi di determinazioni aleatorie si parla appunto di previsioni. Esse tengono conto di innumerevoli variabili matematiche e per tale ragione, già oltre le 24/36 ore, la loro percentuale di attendibilità decresce drasticamente. Tra l’altro tutti noi sappiamo quanto sia “piacevole” giostrarsi tra ipotesi e funzioni, “interpretandone” i numeri… Per questo, è quanto mai presuntuoso minacciare di richiedere i danni, quando a seguito di brutte notizie per la gita fuori porta, “piovano” le disdette dell’ultim’ora da parte dei clienti prenotati.

E’ chiaro che ciascuno sia libero di rinunciare alla spiaggia quando piova, o al fuori pista quando manchi la neve e proprio questa libertà deve spingere a maggior ragione quanti vivano di turismo, a perseguire il principio della prudenza nei propri affari.

Oltretutto se non sbaglio, una volta esisteva un fattore che ogni imprenditore attento e lungimirante teneva presente – valutandolo e studiando i mezzi per limitarlo – ossia il rischio d’impresa. Oggigiorno, coi tempi che corrono, pare che in molti lo abbiamo perso di vista, preferendo invece lagnarsi.

E se a creare i problemi fossero i tanti servizi “riempitivi” trasmessi dai TG – come se nel mondo non esistessero fatti enormemente più importanti – che ci propinano il caldo torrido, il freddo gelido, le esondazioni, le alluvioni e tutto il resto? Ogni periodo dell’anno ha la sua frase fatta, ed il suo luogo comune, il suo cruccio meteorologico… Tutto l’anno, tutti gli anni! Basta!

Tra tanti problemi e tante insicurezze, ci mancava solo che diventassimo prigionieri del meteo. L’unica verità, l’unica certezza.

Che tempi che dovevano essere, quelli in cui i nostri nonni uscivano serenamente a fare due passi, tentando la sorte nel decidere di non portare l’ombrello, d’indossare la sciarpa o il mantello e fregandosene di nuvole e vento.

Che tempi che dovevano essere, quelli in cui la gente incontrandosi per strada, con un sorriso sulle labbra si lamentava, dicendo al massimo: non esiste più la mezza stagione”!

D.V.