Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ed il “suo” Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sempre più ai ferri corti tra i banchi di un Governo che affonda, tra incertezze, sotterfugi e litigi.

“Il mentitore dovrebbe tener presente che per essere creduto non bisogna dire che le menzogne necessarie”. Italo Svevo.

Default… Potete crederci o meno, ma questa parola tanto pomposamente astrusa, quanto cinicamente esplicativa e che altro non vuol dire se non “fallimento”, è ciò che descrive il futuro prossimo venturo dell’Italia.

Ci eravamo lasciati parlando di crisi economica e criticando aspramente gli arzigogolati equilibrismi dialettici del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e del suo Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, circa la capacità del nostro Paese di evitare di fare la fine della Grecia, servita come un’aragosta in bellavista, in pasto agli ingordi stomaci dei Mercati e dei Mercanti Finanziari, ed invece, a quanto pare, la strada che ci si spiana innanzi, non ha altre direzioni se non quella che porti a ripercorrere le sofferenze, i turbamenti e le tempeste sociali Elleniche…

Politica ed Economia è cosa nota, ormai da decenni si dimostrano nella loro anima più nera di “menzogna legalizzata” e al cittadino non rimane più neppure il conforto della speranza, che il domani possa regalargli qualcosa di meglio dell’oggi. L’attesa di quel miracolistico cambiamento, della rinascita economica, sociale e del lavoro, ha lasciato il posto ad un sano, tremendo realismo: siamo già falliti, manca solo la firma in calce alla “presa d’atto” formale. Ciò è indiscutibile, per quanto un’informazione “indirizzata” o peggio “imboccata” perseveri a paventare il contrario in una ridda di artificiose manipolazioni della realtà quotidiana.

Si sa, l’onestà non paga e la giustizia è latitante. Se dal Vertice non giungono più segnali di vita, mentre ci s’ingegna a compiere “l’ultimo sacco”, alla Base ormai le parole d’ordine sono disorientamento, rassegnazione e rabbia, verso quanti abbiano orecchie per sentire, ma si lavino bellamente le mani dei problemi della gente.

Dicono che ci sia in giro un clima che ricordi “Piazzale Loreto”… Beh, è vero. Come potrebbe essere altrimenti, quando dai Palazzi del Potere costituito, tanto da Destra quanto da Sinistra, discendano solo mestizia ed impudiche ruberie?

Siamo qui, a credere che l’Italia sia ancora un grande Paese, anche quando il più “grande” dei Paesi – gli Stati Uniti di Barack Obama – è ad un passo dal collasso economico-finanziario…

Siamo qui, a credere che quell’Italia imprenditrice ed imprenditoriale che dominava i Mercati e nella quale dominava l’idea che fossimo tutti ricchi esista ancora.

E’ tempo di disconoscere queste idee, comode da sbandierare, ma di certo affatto veritiere di quanto la realtà dimostri. Oramai, possiamo permetterci di aspirare esclusivamente a far luogo di svago, tra spiagge, monti, monumenti e musei, per un “impero” Cinese “rosso sbiadito” che ci compra e ci calpesta a mani basse e a piacimento…

Già, mentre la “casta” se la ride e se la gode, con le valigie sotto al letto, pronta a smobilitare al primo segno di rotta del “Sistema Italia” sfruttando fino all’ultimo momento tutti i vantaggi dei proprio essere causa ed effetto della invereconda deriva della nostra Società, al “popolino” resta l’amaro resoconto della Storia che si compie e che gli mette sotto agli occhi, il fatto compiuto di non avere più un futuro, né una vita.

Mentre il “Messia” cede il bastone del comando ad un Passacarte, continuando a sproloquiare di sogni fasulli e truffaldine promesse, l’idea e gli ideali della lotta di classe s’incendiano pian piano. Nauseati dal “saccheggio della cassa” cos’altro resta ai cittadini, ai contribuenti, agli elettori?

Mentre il Lavoro ha assunto le sembianze di bene di lusso; mentre l’Economia è ormai affondata; mentre i Mercati Finanziari continuano sparare le ultime cartucce con l’intento di “rapinare” i risparmiatori e mentre il Parlamento, dopo mesi di pseudo-discussioni su Lodi, contro-Lodi e prescrizioni, si prepara a delle “meritate” ferie, il Governo presieduto da Giulio Tremonti e “reclamizzato” da Silvio Berlusconi, continua nell’abbattimento dell’Italico Stato Sociale, nel nome del rigore dei conti.

Manovra Economica? Non importa parlare di cifre. Non importa farfugliare di decine di miliardi di Euro come fossero bruscolini, o peggio, una crema da “spalmare” su più anni, né importa riportare in auge la solita, viscida e fumosa “riforma fiscale” di fede piduista, per rendersi conto che la nostra “gloria Patria” sia ormai solo un ingombrante fardello che riempie lo zaino dei ricordi.

Se è di tutta evidenza che la bugia del “federalismo fiscale” acuisca le disparità ed alimenti gli egoismi, è parimenti ovvio che i tagli del Bilancio Pubblico di cui si sente parlare, tra ticket sanitari, aumento dell’imposizione, ed innalzamento dell’età pensionabile, chiedano giustizia nei confronti di coloro che tanto fortemente vollero un abominio, “interessatamente” vigliacco e sleale, chiamato “scudo fiscale”.

Sarebbe opportuno agevolare chi dello stipendio da dipendente fa l’unica fonte di sostentamento; aiutare la “meglio gioventù” senza risorse; sostenere anziani pensionati e quanti nell’occupazione siano costretti a vedere solo un miraggio. Sarebbe auspicabile una forte riduzione dell’IVA (non certo il suo incremento), oltreché il ripristino del “prezzo politico” (se non sembrasse ormai, solo un’utopica provocazione). Si, sarebbe… Ma questi paiono esser solo sogni bizzarri e balzani, agli occhi di corrotti e corruttori, di ladri e professionisti del furto mascherato da “prospetto informativo”.

Non resta dunque, che togliere là dove sia racchiuso il vero ed unico “tesoretto”, chiedendo agli schifosamente ed impropriamente ricchi di fare la propria parte. Questa è la sola soluzione che ci resta, affinché una Rivoluzione Democratica si compia e renda vani i presupposti di una vera Rivoluzione, in cui un’insurrezione armata non farebbe sconti ad alcuno.

Scovare gli evasori e condannarli senza appello; sconquassare la Speculazione, qualunque faccia abbia: finanziaria, attraverso l’introduzione della “Tobin Tax”; immobiliare, mediante la reintroduzione dell’Invim; patrimoniale, grazie all’adozione di un’imposta ad hoc e ad un ritorno alla tassazione di Successioni e grandi Donazioni. Questo dev’essere il punto di partenza e d’arrivo.

La garanzia della pace sociale e dello sviluppo, passa attraverso la tutela della massa, non certo di chi goda di un Reddito più alto della media. Il rispetto dei diritti discende in primis dal personale rispetto della Legge.

LibertàDemocrazia sono nulla, allorché il Bene Comune sia deriso e vilipeso e quando quel che ci aspetti siano solo fame e miseria.

Il ritorno all’etica e all’equità, è il modo migliore per frenare la generale brama di Potere che mette l’un contro l’altro armato.

Se è vero che controllo di una Nazione si ottenga terrorizzandola, demoralizzandola e dividendola, è vero anche che l’Italia di oggi dia una triste rappresentazione fattuale di tale teoria. Quando un popolo sia privato del senso di Unità e d’appartenenza, non senta più alcun senso dello Stato e non sia più disposto a riporre fiducia in Istituzioni senza Autorità, né credibilità, quello stesso popolo è autorizzato a pretendere quel che gli appartenga, anche andando fuori dai canoni del “giuridicamente lecito”.

Anni di sotterfugi, d’indebito scambio e furti di Stato, di sloganistiche illusioni e truci malversazioni, che alla fine hanno presentato l’ultimo “impagabile” conto ad un’intera Nazione e che adesso pretendono vendetta…

Non c’è questione, non c’è dialogo… Lo dicono i fatti, lo dicono gli eventi, serve l’uso del “bastone” per raddrizzare schiene curve, malandrine e impenitenti.

Questo è quanto: discutibile, criticabile, deprecabile o encomiabile che sia, poco importa. Ormai non resta che prestare orecchio al verdetto venente, malevolo e ingordo, di un Mercato tronfio, soddisfatto e onnipotente.

…A noi sconfitti e denigrati, ma con addosso un’indomita certezza, solo un ghigno soddisfatto, che tra i denti già risuona: “orsù gioisci Italia, assieme a te, finalmente, anche il despota è caduto”.

D.V.