Roma. Nubi nere sopra al Campidoglio, come in un'amara allegoria delle malefatte che, unendo Politica, Criminalità Organizzata e Imprenditoria, hanno offuscato l'immagine della Capitale d'Italia e prosciugato le sue ingenti risorse finanziarie.

Roma. Nubi nere sopra al Campidoglio, come in un’amara allegoria delle malefatte che, unendo Politica, Criminalità Organizzata e Imprenditoria, hanno offuscato l’immagine della Capitale d’Italia e prosciugato le sue ingenti risorse finanziarie.

Mafia e Politica sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo. Il terreno su cui possono accordarsi è la spartizione del denaro pubblico, il profitto illegale sui pubblici lavori”. (Paolo Borsellino)

Incipit. 

Impossibile negarlo: con l’inchiesta che ha svelato la linea del malaffare che per anni, a Roma, ha unito la Criminalità e il “Palazzo”, appiattito su un un “mono-colore” che non poteva non essere che quello dei soldi, è tornato in voga, tanto in Patria, quanto e soprattutto oltre-confine, lo stereotipo dell’Italia “pizza, Mafia e mandolino”… Tutto accompagnato da un biasimevole pizzico di Terrorismo Nero, proprio nella culla del Fascismo e da una spruzzata d’immancabile “retorica mazzettara”, nei riguardi, non a caso, di uno dei Paesi più corrotti del mondo.

E’ questo ciò che non vogliamo: che passi un messaggio scontato, possibile e giustificabile in base alla Cronaca giudiziaria, ma pur sempre non veritiero. L’Italia è e dev’essere tutt’altro. L’Italia non può avere la faccia di Totò Riina, di Francesco Schiavone, di Giuseppe Morabito, o “der ciecato” Massimo Carminati…

Verità n.1: la Storia non insegna alcunché a chi abbia la “memoria corta”.

E’ passata molta acqua sotto ai ponti dai tempi di “Tangentopoli”, ovvero, da quando la Procura Meneghina si adoperò meritoriamente, nel tentativo di arginare il fiume di mazzette che univa Politica e Imprenditoria e che inondava la “Capitale Economica” d’Italia. E ovviamente, non si contano gli anni trascorsi dall’inchiesta “Mani Pulite” che, come un salutare anti-tumorale, giunse a ridare speranza ad un Paese ormai in metastasi, dando l’impressione ai cittadini che vi fosse ancora una luce in fondo al tunnel chiamata Onestà… 

Gli sforzi di “quella” Magistratura furono immani e impagabili, tuttavia, la sua opera di pulizia/polizia s’interruppe bruscamente, sia per le melmose e sciagurate contromosse dei Partiti, sia per la campagna mediatica avversa, promossa da mezzi d’informazione nati “forcaioli” e giustizialisti e diventati, improvvisamente, garantisti e “puritani”, che seppero imboccare ad arte un’Opinione Pubblica ondivaga e manovrabile come una vela al primo mutar del vento…

Insomma, al di là del crollo di quella che oggi è pomposamente e odiosamente definita “Prima Repubblica” e ben oltre la trasformazione o la sparizione delle antiche formazioni partitiche, la Storia ci racconta che tutto o quasi, si riassunse in un sostanziale fallimento, che portò pochi pesci piccoli nella rete, alla fuga della preda più grossa (Bettino Craxi, ndr), al ripensamento dei tempi e dei modi del “furto istituzionalizzato”, all’infausta “discesa in campo” di Silvio Berlusconi e alla nascita di un movimento che tutto diede all’Italia fuorché la “Forza”…

E quello sciagurato processo reazionario è ancora in corso, oggi, come si evince dalle famigerate velleità in tema di Riforme della Giustizia, mediante le quali, con la scusa del servizio al cittadino, sia il Potere Esecutivo, sia il Potere Legislativo, cercano di affondare definitivamente quello Giudiziario, ultimo possente baluardo contro lo sfascio totale e la definitiva capitolazione del nostro Ordinamento.

Verità n.2: il malcostume persistente fa il furbastro gaudente.

Or dunque, passano gli anni ma la malversazione, il peculato, il falso, la corruzione e la concussione (frattanto, accuratamente “ammorbidita” dall’Esecutivo presieduto da Mario Monti, attraverso la norma che porta il nome dell’allora Guardasigilli, Paola Severino, ndr) restano sempre delle amare realtà, che fanno ancora la felicità di quegli esplicativi personaggi creati da Giovanni Maria Flick e rilanciati a più riprese da Marco Travaglio, chiamati “Gustavo Dandolo” e “Godevo Prendendolo”, che per reciproco interesse si fanno beffa della Legge, nel nome del “Dio Denaro” e del suo “Creatore”, il Potere (invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia, ndr).

Le tante, troppe notizie che hanno ripreso a riempire le prime pagine dei quotidiani, a causa di un novello “Romanzo Criminale” che porta scritte le pagine più buie del centro nevralgico del Paese, stanno lì a dimostrare che l’istinto tangentizio sia più vivo che mai.

Ieri era Milano, oggi è Roma; ieri era la Metropolitana Milanese, oggi sono l’ATAC e la metro C; ieri erano le pulizie del Pio Albergo Trivulzio, oggi sono l’immondizia “targata” AMA e la cura del verde pubblico “tra i Fori”; ieri si maneggiava denaro con Enimont, oggi lo si fa con Finmeccanica… Ieri si rubava per il partito, poi per sé, oggi si ruba per sé con la benedizione e la compiacenza del Partito.

Perché c’è un “listino prezzi” per tutto, che garantisce una “stecca” proprio a tutti… La parola magica è “Appalti”: basta farsi avanti ed essere “ben disposti”. Citando Giuseppe Prezzolini, potremmo affermare, oggi più di ieri: “In Italia non si può ottener nulla per le vie legali, nemmeno le cose legali. Anche queste si hanno per via illecita: favore, raccomandazione, pressione, ricatto, eccetera”.

Roma. Piazza del Campidoglio. Il Palazzo Senatorio, sede della Rappresentanza Comunale, salito agli onori della cronaca non per la sua bellezza architettonica, né per la sua importanza storica, ma per esser stato il centro direzionale dei "maneggi" della Politica collusa con Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.

Roma. Piazza del Campidoglio. Il Palazzo Senatorio, sede della Rappresentanza Comunale, salito agli onori della cronaca non per la sua bellezza architettonica, né per la sua importanza storica, ma per esser stato il centro direzionale dei “maneggi” della Politica collusa con Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.

Verità n.3: i Poteri forti e le coperture Istituzionali del ladrocinio aggravato continuato.

Nutriamo il massimo rispetto per la “Città Eterna” e per i suoi abitanti ligi e probi. Tuttavia, di questi tempi, allorché ci capiti di leggere il noto acronimo “S.P.Q.R.” ci torna alla memoria la rilettura fattane in tempi moderni da un “barbaro” calato dal Nord (Sono Porci Questi Romani, ndr), non per generico e generale dileggio, bensì per l’ovvio riferimento alla “costola” della rediviva Banda della Magliana, ai politicanti compiacenti, ai faccendieri senza scrupoli, Romanisti e Laziali, “rossi” e “neri” e ai Mafiosi di vario “calibro”, incastrati dalle intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate dalle Forze dell’Ordine per conto degli inquirenti. E come noi, è probabile che in tanti giungano a oltraggiare il noto motto latino, come a voler dire: “La società dei magnaccioni esiste per davvero”!

L’inchiesta “Mondo di Mezzo” ci ha informato dell’esistenza di un triplice livello di malavita: quello “di sotto”, degli “spezza-pollici” e dei marchettari del branco ideologizzato, dediti al lavoro di prepotenza emotiva e di violenza fisica; quello “di sopra”, dei salotti politico-istituzionali, vogliosi di partecipare al “sacco” e a spartirsi il bottino, nell’ombra delle segrete stanze, dove le decisioni si adottano e soprattutto s’indirizzano (col nome dell’ex Primo Cittadino, Gianni Alemanno, in primo piano, ndr); ed infine, per l’appunto, quello “mezzano”, che fa da collante e che proprio grazie a quelle insane decisioni, cresce, prolifera e ingrassa, assieme agli altri due, alle spalle della gente comune e inconsapevole.

Sembra assurdo, ma a farci balzare sulla sedia è l’ignavia mostrata per anni dalla Procura Capitolina, innanzi a quanto avveniva sotto ai suoi occhi. Dopo le vicende dei primi anni Novanta, pareva infatti essersi dimenticata dei Reati contro la Pubblica Amministrazione, o meglio, sembrava guardare altrove o non guardare affatto… Si sono avuti vent’anni d’oblio, persi e mai ritrovati “nei fumi e nelle nebbie” del Palazzo di Giustizia della Capitale.

Vista e considerata la nota insoddisfazione dei Romani verso i loro Amministratori, ci sorge un dubbio: “possibile che prima dell’arrivo di Giuseppe Pignatone tutto funzionasse alla perfezione e che nessun Sostituto Procuratore avesse avuto sentore di marcio”? Qualcuno dovrebbe essere “rapidamente” chiamato a dare delle risposte, prima che, come sovente capita in Patria nostra, le indagini siano sviate ad arte, attraverso furti su commissione degli elementi probatori… O prima che, 41Bis o meno, qualcun altro sia messo a tacere con una tazzina di caffè corretto… Al cianuro!

Ben inteso, rapidamente non vuole comunque dire concludere le indagini alla svelta, come invece vorrebbe il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che in una sua recente dichiarazione, ancora frastornato dal coinvolgimento diretto del suo PD, è sembrato chiedere un “colpo di spugna”, lasciando intendere che i Magistrati avessero isolato poche mele marce e che il resto della cesta fosse salvo, quando la realtà sembra essere ben diversa. Del tipo: la cesta è tutta marcia, eccetto qualche rara mela eccezionalmente sana.

Verità n.4: “Mafia cooperativa”.

Dicevamo: che si trattasse di “monnezza”, di trasporti pubblici locali, di Sanità, o di gestione delle fronde di migranti che si assiepano in lungo e in largo nei campi dell’Urbe, mentre il Sindaco, Ignazio Marino, parcheggiava distrattamente la sua Panda Rossa qua e là per le vie del Centro, tutto faceva brodo per rimpinzarsi e godere, in “cooperativa”, alla faccia e a spese dei contribuenti…

Strana e contorta storia quella dell’interessamento del mondo cooperativo. Potremmo esordire dicendo che se avessimo vestito i panni del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, avremmo avuto il buon gusto di dimetterci. Già, perché essere stato immortalato da una foto, qualche tempo fa, in veste di Presidente della Lega Coop, seduto a tavola con Salvatore Buzzi (ovvero la presunta mente operativa del sistema fraudolento oggetto d’indagine, ndr) avremmo scelto di “andare a casa”, per l’intervenuto venir meno della fiducia degli Italiani… E difatti, non ci esimiano da ciò, lanciandogli un appello: “caro Ministro, suvvia, faccia un passo indietro… Mica vorrà aspettare un avviso di garanzia”!

Per inciso, bisogna rammentare che egli abbia messo la firma sul “Jobs Act”, ovvero in calce ad una normativa reazionaria che al di là delle belle parole degli esponenti del Governo, precarizza ulteriormente l’Occupazione e dà campo libero al Lavoro in cooperativa. Se non altro, ci sarebbero tutti gli estremi per gridare al Conflitto d’Interessi.

Verità n.5: “Giuro di essere fedele alla Repubblica Italiana”…

Negli ultimi anni, eravamo abituati a sentir parlare di Mafia, non tanto per le vicende dei Corleonesi “in gabbia” (Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, ecc. ecc.) o dei latitanti più pericolosi (Matteo Messina Denaro, solo per citare il più noto, ndr), quanto per quelle che hanno visto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alle prese con la storiaccia delle intercettazioni e del conflitto di attribuzioni con la Procura di Palermo.

Ma anche per la “salita al Colle” degli stessi Magistrati, per il persistente fragoroso silenzio del Capo dello Stato, riguardo alle minacce indirizzate al PM Nino Di Matteo e ovviamente, per la nota “Trattativa Stato-Mafia” in base alla quale una delle “Istituzioni guida” più stimate ed apprezzate del nostro Paese, (la Benemerita, nei secoli fedele, ndr) sarebbe scesa a patti con Cosa Nostra, attraverso uno dei suoi bracci silenti, nascosto da una sigla, il ROS, per scelta del suo ex-comandante Mario Mori.

Tralasciando le eventuali connivenze del Vertice dello Stato, cui sarà la Storia a rendere Giustizia, non possiamo negare di essere stati rinfrancati dal fatto che proprio gli uomini di quell’assai biasimato Reparto, abbiano dato la prima spallata alla Criminalità Romana, o meglio, a “Mafia Capitale”, per troppi anni “lasciata fare”, ridando in tal modo lustro e significato alla parola Fedeltà, oltreché ad un giuramento prestato, da troppi altri vilipeso e oltraggiato.

Non resta che da chiedersi: “chissà mai dove fossero il Ministro degli Interni, Angelino Alfano (capace soltanto di saltare sul carro del vincitore, alla prima occasione, ndr), il Prefetto Giuseppe Pecoraro e gli uomini dell’AISI… Al telefono o a cena con qualche indagato”? Mah!

“Tutto è perduto, fuorché l’onore”. E se domani…

In un giorno che pareva scorrere ignavo e stanco come tanti altri, delle crude, infauste e sconvolgenti Verità sono state svelate grazie ad un manipolo di uomini (cui dobbiamo soltanto stima e riconoscenza, ndr) a coronamento di quattro anni di pericolose indagini, mentre la Politica “arraffona”, puerile, bugiarda e meretrice, estendeva ancora una volta a dismisura, il suo essere “l’Arte del compromesso… E del furto d’Autorità, nascosto dietro ai Princìpi Democratici”…

E nel divenire degli eventi, se domani potremo dire che si sia alzato il vento del cambiamento sopra questo Paese alla deriva, sul mare piatto dell’ipocrisia… E se domani sapremo per certo che esista “un altro mondo”, ma alla luce del Sole… E se domani avremo la certezza di vivere in una Patria diversa e certamente migliore, non potremo che dire grazie ai suoi eroi “postumi” e a quelli che, da cittadini qualunque, da rappresentanti delle Istituzioni “sane” e da indefessi e leali uomini in divisa, non abbiano accettato di piegarsi all’ignobile idea del “così fan tutti”…

Perché l’Italia dei giusti respinge gli arcaici pregiudizi e le etichette stantie… Perché l’Italia può, deve e vuole avere il volto pulito e onesto di Peppino Impastato, di Giorgio Ambrosoli, di Giancarlo Siani, di Antonino Scopelliti, di Rosario Livatino, di Libero Grassi, di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, di Pino Puglisi, di Giuseppe Diana, di Angelo Vassallo e di tutti coloro che si siano adoperati, troppo spesso fino all’estremo sacrificio, per far attecchire in ogni dove il seme della Legalità.

D.V.

  1. avatar nessuno20 ha detto:

    E’ impossibile fare un taglio netto di un “Sistema” nato con la “cassa del Mezzogiorno” divulgato in tutta Italia, fino a divenire una normale competizione di chi è più bravo… Alle cattedrali del deserto – ai Buoi di Fanfani a Montealbano Jonico. La morale: Una catena difficile a spezzare.- Provate andare ad un confine d’Italia. Al di quà e all’aldilà del confime gli idiomi sono consimili, anche nella morale. Roma è ientica negli “Strali”!

  2. avatar nessuno20 ha detto:

    La colpa è tutta di Nerone…

  3. avatar admin ha detto:

    Caro Amico, che dire? Grazie a te. Dopo tutto, citando Simone De Beauvoir: “La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza; è un’attività solitaria in cui il pubblico esiste solo come speranza”…

  4. avatar N.F. ha detto:

    A volte ad ognuno di noi serve ascoltare ed in questo caso leggere il riassunto della situazione. Presi dal quotidiano, anche le persone che tu consideri oneste, con la faccia pulita, a volte hanno memoria corta. Il Potere riesce ad inculcare anche questo.
    Quindi grazie. Il tuo scritto, almeno nel mio caso, credo che serva proprio a riaccendere tutta la memoria storica e non solo ricordi accennati. nf