“Finché, domestica o straniera, voi avete Tirannide, come potete aver Patria? La Patria è la casa dell’uomo, non dello schiavo”. Giuseppe Mazzini

“Giuseppe Mazzini, chi era costui”? Domanda assurda, provocatoria e un po’ scema? Niente affatto!

In effetti – senza scomodare il “Carneade” di Manzoniana memoria – è indubbio che a 150 anni dall’Unità d’Italia, chiedendo in giro a qualche “giovine” e a qualche “non più giovine” un poco distratto, si sprecherebbero gli attestati d’ignoranza intorno a uno dei Padri della Patria.

D’altronde da uno Stato incompiuto e inconcludente, in cui la “sottocultura” è un assioma, la sterile polemica è la benzina e la disinformazione è un succulento contorno, nulla di più ci si può aspettare.

Dal Risorgimento ad oggi, il nostro Sistema Istituzionale è rimasto un’entità proto-Democratica e pseudo-Repubblicana, che anziché progredire è caduta sempre più in basso, grazie all’infaticabile opera di schiere di poco onorevoli “politici multicolore”, ma anche per la colpevole assenza di una Responsabile Partecipazione Istituzionale del popolo. Come dire: delegare va bene, lavarsi le mani di quanto accada “là fuori” no!

Dopo un Secolo e mezzo di Storia, parlando di Unità si richiama alla mente, al più, un quotidiano di sinistra. Un decennio dopo l’altro, mentre il “sacco del Paese” è stato attuato a più riprese, da ogni suo “infame condottiero”, l’interesse del cittadino per la Cosa Pubblica – e con esso il suo dovere di far da controllore e il suo diritto di conoscere e sapere – è venuto meno.

Oggi l’equazione impegno politico = (clientelismo + malversazione) x incapacità2 è un’indiscutibile verità, pertanto ci si “sporca le mani” solo se vi sia la certezza di portare a casa qualche ricco vantaggio personale. Hai voglia a “spigolare” ai quattro venti, di operare per il bene comune. Una regola che vale tanto per le “cricche” al vertice, quanto per “quelle” alla base.

Dopo un Secolo e mezzo di Storia, quel che rimane è uno “zoppicante” anniversario da festeggiare – che inizia chissà quando e finisce chissà come – che tra proclami, litigi, contrapposizioni e futili discussioni, piuttosto che “stringere” la Comunità, le stringe un cappio al collo, acuendone le divisioni e le frustrazioni.

A una sparuta minoranza di cittadini “consapevoli”, sopraffatti da una marmaglia di connazionali conniventi e malandrini, non resta che rivolgere lo sguardo altrove, imprecare contro la solita classe dirigente corrotta, collusa, incapace e rapace e vivere nell’auspicio di un “cataclisma ordinamentale” che travolga tutto e che tutto riporti a zero.

Uno sprazzo d’anarchia, un colpo di mano, una rinascita che “metta a riposo le mezze cartucce” e che ridia vigore alla voglia di darsi da fare e di partecipare, propria di ogni onesto cittadino.

Già, la Partecipazione. Al momento è null’altro che un pensiero fugace che attraversa la mente di pochi “illuminati”.

A dominare la scena, tra misticismo e mistificazione, è la totale assenza di Rappresentanti Politico-Istituzionali cui sottoporre le questioni che “semplicemente non vanno”, sapendo di trovare una porta aperta, un orecchio teso all’ascolto, una garanzia per migliorare le cose.

Innanzi ad un Potere capace solo di perdersi dietro a paroloni, promesse e miraggi – rinviando ad un incerto domani, riforme e progetti appena buoni per l’oggi – si finisce per giustificare ed acclamare la venuta di un contro-Potere rinnovatore che nasca dal basso, a tutela di tanti Signor Nessuno senza voce, né considerazione alcuna.

Una Forza in grado di abbattere quel “Palazzo” dove gli Oligarchi della prima ora e i presunti Federal-Reazionari di nuova leva, fanno “comunella”, ritirati sull’Aventino e lontano dalla “Plebe Italica”, in una farsesca inversione delle parti.

Una Rivoluzione delle idee che ponga fine allo stato delle cose, che ingrassa pochi e salassa la moltitudine e che rifugga le false promesse di una Società affatto “ideale” che impone di restare giovani “ab Aeternum”, promuovendo un’inutile vita di “speranza ed ottimismo”.

Solo là dove ci si trovi disperati, a navigare contro corrente per evitare gli scogli nel mare in tempesta, nasce la forza per remare dritti verso un attracco riparato e sicuro chiamato “cambiamento”.

Questo dovrà essere, affinché i Figli senza Patria di questa sbiadita Nazione, si riapproprino della propria Libertà di sentirsi vivi e di crear da sé il proprio futuro.

Tutto il resto è Propaganda… Priva di Fede!

D.V.