“L’attuale creazione di denaro dal nulla, operata dal sistema bancario, è identica alla creazione di moneta da parte dei falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto”. Maurice Allais

Se non fosse una cosa seria, ci sarebbe da sbellicarsi dal ridere. Già, se non fosse che ancora una volta, la menzogna sia emersa con tutta la sua fredda viltà, si potrebbe esclamare: “hanno scoperto l’acqua calda”…

E invece, quanto si apprende dai media, in un susseguirsi di dichiarazioni, contro-dichiarazioni, conferme, rettifiche e smentite, come sovente capita, provoca solo profonda amarezza, turbamento, finanche rabbia… Si, una rabbia “rivoluzionaria”.

Mi riferisco e non potrebbe essere altrimenti, alle distinte e distanti prese di posizione di numerosi “professionisti” della Politica, “tecnici” della Macroeconomia e “grandi architetti” della Politica Economica, circa gli effetti negativi dovuti al perdurare della Crisi Globale e alla mancata realizzazione delle generali aspettative di ripresa.

E com’è ovvio, ho in mente anche le inutili “ricette” proposte, per evitare il tracollo e dare il via ad una “nuova era di crescita e sviluppo”, presentate nel corso di questo o quel summit, meeting, o briefing, che con cadenza quasi quotidiana “ingrassano” i conferenzieri e riempiono d’inchiostro “simpatico” le pagine dei maggiori quotidiani finanziari mondiali.

Ricette che sembrano uscire dal cilindro di un illusionista, che senza trucco e senza inganno, ad ogni spettacolo, come per magia, serve l’atteso prodigio ad un pubblico attonito, credulone, ed immancabilmente plaudente.

Non ci vuole molto ad essere d’accordo col Direttore del FMI, Dominique Strauss-Kahn, o con il Governatore della Banca d’Italia e Presidente del Financial Stability Forum, Mario Draghi, quando affermano che servano riforme condivise che portino a rivedere le regole, che puntino sulla supervisione dei Sistemi e che creino nuovi meccanismi d’intervento e di risoluzione di ogni “scricchiolio” del loro corretto funzionamento. Tre pilastri su cui “rifondare” le Economie Nazionali, con cui tenere a freno la Finanza “predatoria” e attraverso i quali gestire le interconnessioni create tra loro dal Mercato Globale. Tutto ciò, affinché sia impedito che i futuri contribuenti paghino i danni della prossima crisi. Giusto, giustissimo, perfetto! ll problema è che ci si sia scordati assai precocemente di “questi” contribuenti, che per quattro generazioni almeno, dovranno pagare le conseguenze della “spalmatura” del debito creato per salvare Banche e banchieri, per prevenire l’implosione di Paesi “scialacquoni” e per stroncare sul nascere ulteriori “tensioni”.

Allo stesso tempo, non si può non essere d’accordo col Presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, allorché, dal suo pulpito di difensore dell’Euro, si diverte a strigliare i Governanti Europei, rei di non combattere l’inflazione, di non “ottimizzare” la Spesa Pubblica e soprattutto di non aver rafforzato a sufficienza il controverso “Patto di stabilità”, a seguito dell’emersione di deficit dalle proporzioni bibliche, nel bilancio di alcuni aderenti alla Moneta Unica, tali da metterne a rischio la stessa sopravvivenza.

D’altronde, da “Italico combattente per il quotidiano tozzo di pane”, non posso contestare aprioristicamente l’idea “ludica” del nostro Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che considera la Crisi una sorta di “videogame”, in cui sbucano mostri da ogni dove, con l’intento di turbargli le “notti ministeriali” passate a far di conto per il bene dell’Italia… Peccato che pur dicendo la cosa giusta, finisca immancabilmente per fare il contrario e che dal 2008 (l’anno “zero” dei Mercati) ad oggi, egli abbia più volte cambiato opinione sul quando e sul come ci saremmo tirati fuori – a suo dire sempre e comunque meglio degli altri – dal “buco nero” della Stagnazione/Recessione. Che si stia forse approfittando del noto assunto secondo il quale “solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”? Mah!

Da ultimo, risulterebbe difficile sorvolare sulla situazione di stallo che si sta vivendo a Washington. A far rumore, sono state prima le dichiarazioni del Segretario al Tesoro dell’Amministrazione Statunitense, Timothy Geithner, relative al rischio di “default” degli Stati Uniti – che potrebbe occorrere nel caso in cui il il Congresso non accordasse il superamento dell’attuale soglia d’indebitamento, pari a 14.300 miliardi di Dollari – e subito dopo quelle di Ben Bernanke, Presidente della Federal Reserve, secondo cui la Crescita è troppo debole, la disoccupazione troppo alta e l’attesa troppo lunga, per sperare di tornare a livelli di Spesa minimamente vicini a quelli pre-crisi.

Per coloro che avessero la memoria corta, magari perché eccessivamente inclini ad “abboccare” agli slogan populistici di certi Governanti inetti, ed affetti da manie di Statismo da quattro soldi, bisogna ricordare che in origine, ben prima di affossare il mondo, la Stagnazione venne pindaricamente derubricata ad evento ciclico, di rapida e facile risolvibilità, mentre di Recessione si stentò e tuttora si stenta a parlare – nascondendosi dietro all’enorme bugia “del rischio elevato e del pericolo scampato” – per non “spaventare ulteriormente i mercati e gli investitori”…

Frattanto, anziché sostenere i consumi delle famiglie, aiutare le piccole e medie imprese a non chiudere i battenti e piuttosto che finanziare “buone idee”, si sono allargati i cordoni della borsa solamente per impedire il fallimento di Colossi Bancari ed Assicurativi dai piedi d’argilla e Multinazionali tentacolari, decotte e degenerate. Quando si dice: una scelta davvero “azzeccata”…

Ogniqualvolta si “legga” un nuovo freddo dato statistico, per quanto “edulcorato” ed “aggiustato”, i vertici delle Istituzioni politiche e non, nazionali ed internazionali, pubbliche e private, c’informano senza giri di parole che, fatte le dovute ponderazioni dei rispettivi Sistemi Economici, nemmeno il 1929 avesse visto tali e tanti dissesti finanziari, bancari e industriali, con risvolti economici e sociali incommensurabilmente negativi per famiglie e singoli individui. Eppure siamo spinti a spendere “ottimisticamente” e “fiduciosamente”, sorridendo al domani, vivendo un assurdo controsenso.

Come se non bastasse, c’è una differenza fondamentale che gioca contro di noi rispetto al passato.

Nel ’29, quando l’ingorda “era dei consumi di massa” era ancora lontana, assieme alla sua “futile dirompenza”, a dominare la scena nelle Cancellerie Occidentali, era la Teoria Neoclassica: una visione dell’Economia, non proprio favorevole al “dirigismo” Governativo. Nonostante ciò, proprio allora, pian piano e a fatica, mentre le file dei senza-lavoro crescevano a dismisura e i dubbi sul futuro si moltiplicavano, si comprese che un intervento pubblico avrebbe risollevato le sorti del Sistema ed evitato, soprattutto, dei pericolosi tumulti popolari, provocati dalla mancanza di Reddito e dalla fame…

Oggigiorno, dopo aver assimilato (in modo pessimo) il pensiero “illuminato” di John Maynard Keynes, Stati “clientelari” come l’Italia, la Grecia e il Portogallo, o “rampanti e sleali” come l’Irlanda, l’Islanda e la Spagna, si trovano accomunati nel fare gli scongiuri, dispersi nella palude dell’immobilismo economico dovuto all’impossibilità materiale, nonché ideologica di “fare”, imposta da bilanci pubblici al collasso. E’ un po’ come dire che “chi aveva il pane non ha più neppure i denti”.

Inoltre, qualora si consideri che anche la “iper-liberista” culla del Capitalismo, nonché ex “locomotiva del mondo”, gli Stati Uniti, non veda realistici e duraturi segnali di rilancio, si può facilmente comprendere lo stato delle cose…

Dov’è la verità? Chi lo sa? Decidere se nel 2011 si viva una situazione peggiore rispetto al 1929, non è che regali grandi soddisfazioni. Stavolta per conoscere la verità non occorreranno, cinque o dieci anni; non servirà leggere un libro di Storia, né dovremo esser grati ad una benemerita voce fuori dal coro come WikiLeaks e al suo “divino” mentore, Julian Assange, per aver svelato eventi e trame di palazzo, ben oltre la loro data di “scadenza”. Basta che Vi guardiate attorno. Personalmente non ho dubbi nell’affermare che oggi sia peggio di ieri, non foss’altro che per il fatto di viverlo in prima persona, soggetto alle mancanze di una classe politica sommamente incapace, mistificatrice e meretrice.

Il gioco delle ideologie, ormai, serve solo a dividere in fazioni il fronte popolare, in una contrapposizione fasulla, utile a sviarne altrove la forza diromprente ed innovatrice. Siamo di fronte ad una gigantesca “false flag operation” dove ciò che è vero, probo e giusto, viene colpevolmente, falsamente e malamente nascosto, nell’interesse di una ristretta oligarchia. Evitare un “aventino” della plebe, questo è l’intento del novello “Patriziato” dominante.

Ministri, Lobbisti, portaborse, lustrascarpe e tirapiedi… A dispetto di ogni scialba ed artificiosa chiacchiera da salotto, messa in giro da Finanzieri, Banchieri, Politici incompetenti e loro “amici”, nel tentativo di rabbonire l’animo inquieto della gente,  al fine di stroncare sul nascere ogni ipotesi di “sollevazione globale” sulla scia di una “coscienza di massa” che chiede maggior equità, solidarietà e condivisione, l’intento del vertice è sempre lo stesso: schiacciare la base, per tenersi la poltrona, continuando una “vita a sei zeri”, ed evitando di agire per il raggiungimento di un pur minimo livello di “bene comune”.

Tra quei sei o sette miliardi d’illusi sparsi qua e là per il Pianeta, chi vive una vita minimamente onesta, perduta la certezza di un lavoro, il calore di una famiglia, la sicurezza di una casa, perduta insomma la letizia e la speranza, non ha molte alternative alla “battaglia campale” della manifestazione, dello sciopero e dell’occupazione. Ecco perché, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, sale la voglia di farsi sentire, anche in maniera “poco ortodossa”.

Il crack c’è stato, il Sistema è in bancarotta e il mondo non gira, né girerà più come prima. I “Modelli” sono diventati carta straccia ed è pertanto opportuno che si cambino i punti di riferimento. Non si può pretendere di continuare a scambiare la teoria con la pratica, rincorrendo sterili dati marginali d’incremento del PIL e tralasciando quelli “concreti” forniti dal vivere quotidiano. Adesso più che mai, servono fatti non parole.

In principio fu il “Baltimore Bank Riot”Sulla scia di quell’evento, nascosto nelle pagine dei libri di Storia, il prossimo 31 Gennaio, giusto in tempo per veder terminare l’ennesima fiera delle buone intenzioni – il World Economic Forum di Davos – mi “regalerò” un’analoga iniziativa di protesta, certo più civile ma non meno decisa, ascrivibile al capitolo delle “Bank Run / Stop Banque”, prelevando una somma imprevista e imprevedibile, ma comunque cospicua, dal mio conto corrente bancario.

L’auspicio è che tanti altri partecipino, cosicché l’evento assuma un carattere globale e riesca a dare un segnale forte, univoco e definitivo, a chi “maneggi” impunemente e maldestramente il nostro denaro e più in particolare a quanti approfittino del diritto-dovere di gestire il Potere in nostro nome.

Conto anche su di te, perché le cose cambino in meglio, per davvero, per tutti, per sempre: “Bank Breakdown – World Bank Riot 2011”.

…And Justice for all!

D.V.

Addendum: event scheduled for Monday, January 31st, 2011 (all around the world).