ImplosioneQui si fa l’Italia, o si muore”. Giuseppe Garibaldi (Patriota Italiano).


Se è vero che la Storia la scrivano i vincitori e non i vinti, è vero anche che in tempi di revisionismo scellerato come quelli che viviamo, l’Italico eroe sia discreditato nella persona e di ridimensionato nelle gesta.

In effetti, capita sovente che egli venga dipinto come un “brigantello da quattro soldi”, o meglio come un Rivoluzionario che avrebbe fatto bene a restarsene in “un solo mondo” – quello Nuovo – evitando di fare baccano sù e giù per la Penisola.

Insomma, se è vero che un buon capro espiatorio valga quanto una soluzione, nessuno meglio di lui può esser visto come la causa dei problemi del Bel Paese.

Quei problemi dovuti in verità, all’incapacità dei Politici che abbiano avuto il privilegio di “tenerne le redini post-unitarie”.

Insomma al grido: “si stava meglio quando si stava peggio” gli viene rimproverata la fine di tante realtà geografiche, fatte di interessi particolari e locali.

Ma forse ahimé, ancora per poco.

La Politica si sa, è compromesso. Uno scambio vicendevole di iniziative, proposte ed idee, per garantire il bene comune e la minima equità socio-economica.

Da noi però, la Politica che premia è quella del tipo prendi i soldi e scappa, del populismo, dei proclami irrealizzabili ma dallo slogan accattivante. Da parte loro, tanti cittadini inconsapevolmente colpevoli, riescono solo a sperare bene.

Ed intanto, la nostra realtà Nazionale – che si stringe a malapena, di fronte al glorioso Tricolore, o al “polemico” Inno che riecheggi di fronte ad un pallone – via via va implodendo.

C’è chi, mentre raschia il fondo di un barile sempre più vuoto, rassicura circa il “ricco raccolto” a disposizione. Ci sono le casse erariali esauste, ed un bilancio che per quadrare deve contare sul “salasso economico” della povera gente, “spinta” a buttare denaro su giochi e giochetti vari, indecorosamente pubblicizzati ad arte…

Si odono proposte per “assegnare” il lavoro, in base ad oscuri e disdicevoli criteri campanilistici, anziché ai titoli ed al merito. Già la Meritocrazia, il miraggio degli onesti…

Ci sono ronde che controllano altre ronde, controllate a loro volta da Forze dell’Ordine abbandonate a sé stesse…

Si vedono studiosi e ricercatori, studenti e semplici lavoratori, che se ne vanno senza salutare, a far fortuna altrove…

Si parla di drammi fatti di ospedali, scuole, ponti, strade e colline che franano, perché alcuni “furbetti assassini” hanno già “grattato via” tutto il possibile e non solo…

E su tutto, Politici che parlano di altri Politici, Leggi che cancellano altre Leggi, Decreti che modificano Decreti, gente che muore sul posto di lavoro e di nuovo chiacchiere: bla, bla, bla…

Quando i riferimenti storici vengono meno, vuol dire che si sia davvero giunti “alla canna del gas”, perché come dice Russel Hoban: “Se il passato non può insegnare niente al presente e il padre al figlio, allora la storia deve essere stanca di andare avanti e il mondo di sciupare una grande quantità di tempo”.

D.V.