Monte dei Paschi di Siena

Rocca Salimbeni, sede centrale della banca Monte dei Paschi di Siena. Da “salotto buono”, a “buco nero” del Sistema Bancario Italiano.

1) “Da tempo sono convinto che la sovrastruttura finanziario-borsistica con le caratteristiche che presenta nei paesi capitalisticamente avanzati favorisca non già il vigore competitivo ma un gioco spregiudicato di tipo predatorio, che opera sistematicamente a danno di categorie innumerevoli e sprovvedute di risparmiatori in un quadro istituzionale che di fatto consente e legittima la ricorrente decurtazione o il pratico spossessamento dei loro peculi. Esiste una evidente incoerenza tra i condizionamenti di ogni genere che vincolano l’attività produttiva reale dei vari settori agricoli industriali, di intermediazione commerciale e la concreta licenza di espropriare l’altrui risparmio che esiste per i mercati finanziari”. 2) “Poiché il Mercato è una creazione umana, l’Intervento Pubblico ne è una componente necessaria e non un elemento di per sé distorsivo e vessatorio. Non si può non prendere atto di un recente riflusso neoliberista, ma è difficile individuarvi un apporto intellettuale innovatore. […] I limiti intrinseci all’operare dell’economia di mercato, anche nell’ipotesi eroica che essa funzioni in condizioni perfettamente concorrenziali. È molto frequente nelle discussioni correnti rilevare un’insistenza metodica sui vantaggi operativi del sistema mercato, e magari su tutto ciò che ne intralci lo “spontaneo” meccanismo, senza alcuna contestuale avvertenza sui connaturali difetti del meccanismo stesso”

Incipit. Mettendo da parte per un momento le “tragedie” della vil Politica, allorché Vi domandiate le ragioni di fondo dei mali che affliggono l’Italia – al di là delle scontate certezze riguardanti il generale “istinto tangentizio” che continua a regnare inarrestabile nel nostro Paese, sia che si tratti del Sistema Bancario e Finanziario (MPS, per esempio), sia che si tratti di Industria pesante (un nome a caso: l’ILVA) – V’invito a tenere a mente le riflessioni che avete appena letto, appartenute ad un “pezzo da 90” dell’Economia teorica mondiale quale, tra i pochi, Federico Caffè seppe essere. Ciò, sarà senz’altro utile ad acquistare consapevolezza e a prendere autonomamente coscienza, riguardo ai tanti perché nel nostro sciagurato Paese le cose “capitino”, più o meno prevedibilmente…

Prendiamo un argomento a caso: le Banche.

Ah, le banche! Un tempo, capitava sovente di sentirsi dire da qualche zia un po’ impicciona: “studia, metti su famiglia con una donna senza grilli per la testa e trovati un buon posto di lavoro, possibilmente in banca”…

Altri tempi! Già perché a ben guardare, quell’invito che sapeva tanto d’augurio quanto d’ineffabile certezza è venuto meno, assieme ai presupposti su cui si basava, andati in malora inesorabilmente, uno dopo l’altro.

Non è un segreto che l’Istruzione di qualità, tra tagli, riforme annunciate e controriforme minacciate – o realizzate sempre a metà – sia oramai un miraggio. E badate, non mi riferisco soltanto a quella di livello, ma anche a quella di base. Quando la parola d’ordine diventa “Spending Review”, investire sul futuro della nuove generazioni cessa d’essere un valore e incredibilmente, diventa un costo da ridurre al minimo… La Famiglia, d’altro canto, in piena era del duopolio “Corona/Minetti”, è un’Istituzione che pare aver perso ogni “appeal”, tutti in altre faccende affaccendati come siamo ridotti, da questa società frenetica e sfrenata. Il Lavoro, che avrebbe l’arduo compito di nobilitare l’uomo, è sempre più un privilegio in tempi di Crisi, mentre le Banche, più che un agognato punto d’arrivo lavorativo, hanno assunto le sembianze di “sepolcri imbiancati”, in cui alla figura del bancario “servitore/consigliere” del cliente, si è sostituita quella di “venditore di polizze” (o di aria fritta, scegliete Voi) esperto di Marketing della peggior specie: quello in “Titoli Spazzatura”…

E proprio dalla fine ha principio la mia riflessione: le banche sono diventate un problema… Asserendo ciò, non mi riferisco al solo fatto che non svolgano più il loro ruolo di “motore dell’Economia”, avendo rinunciato di fatto, a finanziare le imprese e a sostenere il reddito delle famiglie, ma soprattuto al loro essere diventati dei puri “centri di speculazione finanziaria”.

Non è un segreto che la “fogna” Economica e Sociale in cui siamo piombati da almeno un lustro, sia stata causata dalle pazzie dei “maghi” di Wall Street, della City e perché no, di Piazza Affari…

Tuttavia, per verificare lo sporco lavoro, o per meglio dire il “lavoro sporco” di chi abbia imparato a giocare con il denaro altrui, sulla pelle di chi glielo abbia fiduciosamente e fiduciariamente affidato, non serve andare a pescare oltreoceano… Non serve insomma, tirare in ballo il crollo e il conseguente fallimento della Lehman Brothers, che nella nostra realtà nazionale avrebbe poco senso. Mi è infatti sufficiente limitare il raggio d’azione a poche centinaia di chilometri, guardando al crescente scandalo MPS.

Giorgio Napolitano e Giuseppe Mussari

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e l’ex Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (già a capo di MPS), Giuseppe Mussari, in uno scatto dell’Ottobre 2011, colto prima di una cerimonia al Quirinale, in cui, tra l’altro, fu presentato il volume “Le Banche e l’Italia – Crescita Economica e Società Civile 1861 – 2011”, beffardamente, proprio ad opera di Mussari.

Il coacervo informativo e giudiziario che tanto preoccupa e tanto dà da pensare, addirittura al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, racconta delle spericolate manovre di taluni Banchieri o “bancorucoli da strapazzo” (un nome a caso: Giuseppe Mussari, già Presidente della Banca Senese, nonché dell’ABI) coinvolti in investimenti azzardati, compiuti in spregio dei più banali princìpi di prudenza e novità delle novità in terra nostra, anche di “grasse” e lucrose mazzette…

“La terra dei cachi”. Un appellativo che ci affligge, ma che nonostante tutto, ben si confà al nostro Paese, sempre e comunque sedotto, sfruttato ed abbandonato, tanto dalla Politica di ieri, quanto dal Potere Finanziario di oggi. Poco più di vent’anni or sono, fummo informati dal Pool “Mani Pulite” della Procura di Milano, della famigerata “Maxi-tengente Enimont” da centocinquanta miliardi di Lire, intascata dai maggiori partiti politici Italiani… Apriti cielo!

Da “Mani Pulite” a “Mani Tagliate”. Eppure, quella nota e losca vicenda della Prima Repubblica, appare davvero una bazzecola al confronto di quella ipotizzata dagli inquirenti nel caso MPS (si parla di circa due miliardi di Euro), che sarebbe nata con l’acquisto di Banca Antonveneta dagli Spagnoli del Banco di Santander, cresciuta a forza di manovre speculative sui Titoli Derivati, ed esplosa con le operazioni p/t “Alexandria” e “Santorini” e proseguita con il tentativi di “cartolarizzare” il valore del proprio patrimonio immobiliare, mediante l’operazione “Chianti Classico”.

Vorrei proprio sprizzare ottimismo, perché alla fine il mio usuale idealismo prevale sempre, eppure, stavolta, al cospetto della fantomatica “Banda del 5%” voglio tenermi stretto quel “realismo pessimista” regalatomi dall’esperienza, che m’induce ad affermare sconsolato, ma appeso ad una flebile “speranza giudiziaria”, che l’Italia non abbia proprio modo, voglia, né motivo (per tanti qualcuno), di cambiare e migliorare, per davvero.

Come detto, man mano che si assommano le meritorie inchieste della Magistratura, volte a scoprire la Verità e ad imputare le Responsabilità e mentre si discute circa le colpe di chi abbia mancato ai propri compiti di Controllore (Banca d’Italia e Consob, nei rispettivi campi d’azione), di questi tempi – a parte la famigerata acquisizione di Antonveneta e del suo “exploit finanziario” valso tre miliardi di aumento di valore in tre mesi – può capitare di ritrovarsi a disquisire di “temi” accattivanti ed esotici come “Santorini” ed “Alexandria”, o a sognar di cantine di “Chianti Classico”…

Eppure, sarebbe forse bastato “sorseggiare” con più moderazione l’amaro calice del Rosso Toscano, per comprendere come la scelta di puntare su un’isola spazzata via da un vulcano e una città devastata da un gigantesco incendio, storicamente noto, non fosse di per sé un buon viatico… Come dire: sarebbero bastati i nomi, per capire che da certe manovre speculative non ci si potesse aspettare alcunché di positivo per il proprio portafogli.

“Monti Bond o non Monti Bond”, questo è il dilemma? Al di là dell’ironia, mentre le ipotesi di reato di moltiplicano (Aggiotaggio, Insider trading, Truffa, Associazione a delinquere, ecc. ecc.) e al cospetto del crescente interessamento di varie Procure (Siena, Roma, Milano e Trani) grazie alle scelte scellerate di taluni emuli di “Gordon Gekko”, al contribuente Italiano toccherà l’ingrato compito di salvare la (ex) terza/quarta Banca del Paese: il “fu” Monte dei Paschi di Siena.

Fatto il punto della situazione, allo stato, ci sono almeno quattro grossi problemi da risolvere.

Problema: la Banca MPS è prossima al “lastrico” ed urge un cospicuo Aiuto di Stato (intervento che pagheremo tutti, in quanto contribuenti). Problema: l’Economia va a rotoli perché le Banche non finanziano le imprese, né il credito al consumo (fatto che paghiamo tutti, in qualità di consumatori e lavoratori). Problema: il Mercato si è dimostrato essere, ancora una volta, solo ed esclusivamente un “costrutto ipotetico”, manipolabile e fallace, causa dei mali nati e cresciuti sull’onda della Crisi Economica, utile, o meglio necessario a determinare la rotta della Politica (cosa che paghiamo tutti, in quanto elettori). Problema: i disonesti che costruiscono una “carriera” sulle sfortune altrui, vestendo i panno d’incapaci, scorretti ed “interessati colletti bianchi” dell’Impresa e di “ingordi arraffoni” delle Istituzioni, fanno il danno e non pagano le conseguenze (eventualità che paghiamo tutti, in quanto cittadini rispettosi delle Leggi e della Legalità).

Al cospetto del “buco nero MPS”, si può facilmente constatare la gravità di certi “fallimenti” del Mercato, delle sue regole, dei suoi Apparati e dei suoi “uomini”… Già, perché è inutile negarlo, il Mercato è soltanto un inconsistente artifizio dialettico che fa la fortuna di poche “menti avide e perverse”. E la Storia insegna che quando si chiudano i “giochi”, allorché finiscano male, vi sia sempre qualcuno pronto ad offrirti un aiuto di Stato… Alla faccia dell’ortodossia Economica!

Le Soluzioni? Nazionalizzare il Monte dei Paschi di Siena, facendone il primo Istituto di Credito di Stato di una “nuova era”. Riaprire, grazie ad essa, i rubinetti dei finanziamenti all’Economia, per ridare slancio allo Sviluppo, al Lavoro e al Welfare. Ripristinare il reato di Falso in Bilancio, nella forma più dura e repressiva possibile, inasprendo, nel contempo, tutte le pene previste per i delitti contro la Fede Pubblica.

Solo in tal modo si potrà invertire la rotta ed uscire dal “baratro economico” in cui ci troviamo. E solo in tal modo, sarà possibile evitare che l’Italia del futuro, si trovi di nuovo alle prese con manovre sconsiderate e truffaldine che intrecciando “il destino e i portafogli” di Banchieri, Finanzieri e Politicanti da quattro soldi, finiscano per riempire illecitamente le saccocce di pochi affaristi senza scrupoli, prostrati e sedotti innanzi al “Dio Denaro”, a scapito di un’impotente moltitudine di gente per bene.

C’era un tempo, in cui la suddivisione tra Banche Commerciali, Istituti di Credito propriamente detti e Banche d’investimento era la regola. Fino al 1992, prima che si adottasse il modello Tedesco di Banca Universale, le Banche erano considerate (a ragione) come pubblica istituzione, operanti in regime di separatezza temporale, settoriale e istituzionale dell’attività bancaria. Ciò, era quanto ad esempio accadeva in Italia, in base ai princìpi della Legge Bancaria del 1936. Se da un lato la raccolta di fondi a breve termine precludeva l’investimente sul medio e lungo periodo e viceversa, dall’altro l’investimento speculativo era limitato da precisi paletti e non consentiva di operare “allo sportello”.

Un buon inizio, per cominciare a metter qualche vistosa toppa alle falle create nel Sistema Bancario, quotidianamente raccontate dalla cronaca, sarebbe la cancellazione del Testo Unico Bancario che vent’anni or sono lo riformò in modo radicalmente. Ma più che a me, spetterà al prossimo Parlamento deciderlo.

A proposito di Parlamento, sulla strada che porta alle sospirate Elezioni Politiche, è d’obbligo spendere due parole circa battaglia in atto tra i partiti, proprio sulla scia delle vicende del Credito. Due forze politiche in particolare, paiono affrontarsi senza esclusione di colpi: il Partito Democratico (ovvero il “padre putativo” del Monte dei Paschi) da un lato e tutti gli altri (seppur con toni diversi) dall’altro. E ne hanno ben donde.

Dopo tutto, checché ne dicano Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani e il redivivo Matteo Renzi, il PD si occupa di banche e come! Non ci sembra poi così arduo affermare che da Unipol (come dimenticare Fassino: “abbiamo una banca”…) a MPS, il passo sia assai più breve di quanto si possa pensare. Più che un Partito Politico, a mio modo di vedere, pare essere un’Istituzione Finanziaria, più a suo agio a Piazza Affari che nel Parlamento della Repubblica e nei Consigli Comunali…

In Italia, è noto, al di là di qualunque velleità riformista e riformatrice inscenata dalla “vil Politica”, ogni “rivoluzione” finisce, al massimo, con un “interesse consolidato” scalzato da un altro, più nuovo, furbo e fortunato… Che si sia trattato o meno, proprio di questo falso senso di novità e di presunta costruttività propositiva non è dato saperlo, tuttavia, è indubbio che si debba riconoscere all’ex-Ministro dell’Economia Giulio Tremonti (che di certo, da queste parti non gode di simpatie sospette) di aver richiamato più volte l’attenzione sulla necessità di ridimensionare il Potere delle Fondazioni Bancarie. Ciò, trovandosi spesso in contrasto con esponenti del proprio schieramento. Ergo, riguardo alle vicende giudiziarie che stanno investendo l’Istituto di Credito Senese, il fatto di scaricare tutte le responsabilità su una sola parte politica (il PD) è ingiusto e fuorviante, poiché si basa su un punto di vista non rispondente del tutto al vero.

Detto ciò, conscio, fiero e sereno di non dover prendere le difese di alcuno (che sia Bersani di oggi o che fosse il Fassino di ieri), sarei assai lieto di apprendere che i Magistrati chiamassero in Procura non soltanto i vertici presenti e passati “della più antica banca del mondo”, bensì anche i personaggi politici di primo piano “emotivamente coinvolti” (oltre al vertice Democratico, anche il Presidente del Consiglio uscente, Mario Monti e il suo predecessore Silvio Berlusconi) e i referenti delle Autorità di Vigilanza preposte, che abbiano “mancato” ai loro compiti Istituzionali (nell’ordine: l’ex-Governatore Antonio Fazio, l’ex-Governatore Mario Draghi e l’attuale Governatore Ignazio Visco), se non come indagati, perlomeno come persone (ampiamente) informate sui fatti.

E che non mi si venga a dire che trovandoci in piena Campagna Elettorale, ciò comporterebbe uno “stravolgimento” del normale andamento della Democrazia… I cittadini vogliono chiarezza: hanno il sacrosanto diritto di conoscere sempre e comunque la Verità, di sapere come siano depredati dei propri soldi e soprattutto, di avere certezza in anticipo a quali mani (non) affidarsi.

Non dubito di quanto a fondo possano giungere le indagini, da qui ai prossimi mesi. Proprio da questa consapevolezza, sorge in me un dubbio che m’induce a domandare: “e se le indagini andassero più a fondo, scoperchiando un calderone chiamato Fondi Pensione“?

La domanda è d’obbligo, visto e considerato che a trattare la questione degli investimenti relativi al nostro futuro pensionistico siano stati, troppo spesso, gli stessi “personaggi con avviso di garanzia al seguito”…

Messa la “pulce nell’orecchio” a qualche solerte Sostituto Procuratore della Repubblica, non resta che sederci ed aspettare confidenti, gli infausti sviluppi degli eventi…

D.V.

P.S.: Al Presidente Napolitano, che sul caso in questione ha sentenziato: “su MPS bisogna fare chiarezza e tutelare l’interesse nazionale”, rispondo: “certamente”! Da un “inquilino del Colle” diventato improvvisamente esperto di banche e di Finanza, che fino a qualche tempo fa se ne andava a braccetto con l’ex Presidente dell’ABI, non si può che accettare di buon grado l’ennesimo “monito Presidenziale”… Ciò non toglie tuttavia, che qualora anch’egli avesse qualcosa da aggiungere e da svelare, svariati milioni di Italiani sarebbero “tutto orecchie”… Sempre per il bene del Paese, s’intende! Perché alla “facile ed interessata retorica”, caro Presidente, è di gran lunga preferibile la tutela del cittadino.