Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mentre svela alla stampa la sua volontà e i suoi intendimenti, riguardo ai tempi e ai modi con cui giungere alla formazione di un Governo Politico, a seguito dell'insediamento del nuovo Parlamento e del fallimento del mandato esplorativo di assegnato a Pier Luigi Bersani. Un Esecutivo che comunque verrà, si spera riesca quantomeno, a far dimenticare la fallace esperienza dell'Esecutivo Tecnico di Mario Monti.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mentre svela alla stampa i suoi intendimenti, riguardo ai tempi e ai modi con cui giungere alla formazione di un Governo Politico, a seguito dell’insediamento del nuovo Parlamento e del fallimento del “mandato esplorativo” assegnato a Pier Luigi Bersani. Un Esecutivo che comunque nasca, si spera riesca quantomeno a far dimenticare la fallace esperienza di quello Tecnico, guidato da Mario Monti.

Incipit. Dedicato a Giorgio Napolitano.

1) “L’abitudine di riflettere profondamente è, sono costretto a dirlo, la più perniciosa fra tutte le abitudini prese dall’uomo civile”. Joseph Conrad

2) “Un uomo tirava a sorte tutte le decisioni. Non gli capitò maggior male che a quelli che riflettono”. Paul Valéry.

3) Le persone che si credono intensamente impegnate a riflettere in privato di solito non stanno facendo nulla. John Kenneth Galbraith.

La profonda Crisi Politico-Istituzionale in atto (caduta tra l’altro in pieno Semestre Bianco) che lungo un percorso irto e oscuro, conduce diritti alla formazione di un nuovo Esecutivo, appare come un intreccio inestricabile, o peggio, come un enigma apparentemente non risolvibile…

Eppure, dopo aver riflettuto un’intera nottata, il Capo dello Stato alla fine ha sentenziato…

Com’è stato riportato in tutte le salse dai Media tradizionali, egli ha infatti incaricato, in piena autonomia, due Commissioni di “Dieci Saggi”, le quali che hanno ricevuto l’onore/onere di riunirsi con tutti i Gruppi Parlamentari per formulare “precise proposte programmatiche, che possano divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche”.  

Insomma, tante chiacchiere, per dire semplicemente che il futuro dell’Italia sia legato ad un filo e che le parole d’ordine per evitare che si spezzi, siano Discussione Serrata e Confronto Costruttivo ad oltranza. Bene, bravo, bis! Beh, forse non è il caso per spellarsi le mani in applausi affrettati.

In fin dei conti, con la sua decisione Giorgio Napolitano ha dato ragione a Beppe Grillo, allorché questi ebbe ad affermare che la necessità di formare rapidamente un nuovo Governo fosse (e continui ad essere) un “non-problema”, aggirabile attraverso un temporaneo regime di “Prorogatio” dell’Esecutivo Monti e con l’avvio della piena attività del nuovo Parlamento.

E in tutto ciò, strano ma vero, il Sistema Italia non è destinato a crollare come in tanti si sono affannati a farci credere, sotto ai colpi del Mercato. Ovviamente, pur non augurandoci di vivere una nuova stagione di “stress da spread”, né la malasorte del Belgio, rimasto per mesi e mesi senza un Esecutivo in carica, se non per il disbrigo degli affari correnti (la nostra stessa, attuale situazione) preferiamo che a prevalere sia la Democrazia delle urne, anziché le spinte extra-ordinamentali ed extra-nazionali, provenienti da ogni dove…

Ben inteso: si proceda pure con una “Prorogatio”, quantomeno fintantoché non sia eletto il nuovo Capo dello Stato. Frattanto, è indubbio che si possa legiferare sulle questioni più importanti, che non richiedano maggioranze qualificate o doppie letture (escludendo per il momento, o limitando al minimo indispensabile, le lungaggini proprie di ogni ipotesi di revisione della Costituzione) prima di tornare al voto, liberi da ogni timore di vivere una lunga stagione di ingovernabilità.

In primo luogo dunque: Legge sul Conflitto d’interessi e Legge Elettorale. Senza contare la possibilità di emanare norme a salvaguardia del Lavoro e per il rilancio delle piccole e medie imprese. Una Maggioranza c’è già… Se il PD non si nasconde e decide di far proprie – per davvero – alcune delle proposte del Movimento Cinque Stelle. 

In merito al Conflitto d’Interessi, in questi anni abbiamo già detto troppo, ergo, in particolare, nel caso di specie chiamato “Silvio Berlusconi”, che si scelga il “blind trust” o il ricorso alla Legge 361/57, s’impone una scelta seria e restrittiva, ma soprattutto risolutiva e definitiva.

D’altro canto, in materia di Legge Elettorale, siamo l’unico Paese che riesce a mettersi in discussione sia “ex-ante” sia “ex-post”. E chiacchiera per chiacchiera, noi siamo sempre del parere che essendo l’Italia un Paese fortemente radicato nel Parlamentarismo (ed avendo pagato amaramente, lo scotto di avere un “uomo forte” che volle far da sé), la soluzione stia tutta nel Proporzionale con sbarramento del 5%, voto di preferenza, determinazione della Coalizione d’appartenenza prima del voto e – tanto per dirla alla Grillo – “vincolo di mandato” in capo agli eletti, con decadimento automatico per chi opti per un ribaltone infame e più o meno “lucroso”. Vi pare poco?

Non vorremmo apparire di parte, ma dopo la sostanziale bocciatura di Pier Luigi Bersani (tanto clamorosa, quanto incompresa dal diretto interessato), piuttosto che far ricorso alle “solite facce” delle nostre “decotte” Istituzioni, si sarebbe potuto assegnare un mandato esplorativo ad un personaggio gradito a M5S e PD. Probabilmente però, è interesse di qualcuno arrivare ad un accordo di “Grosse Koalition” che estrometta la “Creatura politica” di Grillo e Casaleggio dalla Gestione del Paese, dando vita al famigerato “ABC – Parte II”. Già, parte II, anche se in questo caso sarebbe più corretto parlare di “BMR”, ovvero Berlusconi, Monti e Renzi…

Incredibile non è vero? E pensare che avremmo potuto evitare tutto ciò, se solo avessimo avuto l’opportunità di cancellare il Porcellum, mediante quel Referendum che, anche “grazie” all’opposizione di Giorgio Napolitano, la Consulta decise ignobilmente di “evitare”, al redivivo Popolo Sovrano… Ma come dice il proverbio: ” è inutile piangere sul latte versato”.

Tornando al punto di partenza, è doveroso dire che dopo aver letto la “lista dei saggi” proposta dal Quirinale, al fine di far sedere attorno allo stesso tavolo, Berlusconiani, Montiani e Democratici, siamo dell’opinione che il “pensionamento” del Presidente Napolitano, sia cosa quantomai indifferibile… Come dire: con la benedizione di “Re Giorgio”, abbiamo avuto la certezza che fino al 15 Maggio p.v., la Casta lavorerà per rinnovare se stessa, le Istituzioni e più in generale l’intero Paese, in nome e per conto del tanto atteso “Cambiamento”‘… Ergo, statene certi: non cambierà alcunché! A ben guardare infatti, si prospetta l’inciucio più esteso e scandaloso della Storia Patria.

Più che di un’Italia desta, potremmo parlare di un’Italia eticamente e giuridicamente “spodestata” da un Potere vecchio e prossimo al tramonto.

Frattanto, visto che tutti sono ormai avvezzi a giocare col futuro del nostro Paese e nella fremente attesa che il Segretario del PD ufficializzi quel che tutti sanno già (la forzata rinuncia a presentarsi alle Camere, in veste di Presidente del Consiglio incaricato), saremo noi a dare qualche “spunto nominale” per la formazione di un Governo snello, capace e senza legami con la “solita Politica”, che possa contribuire, magari, a mettere d’accordo le varie anime che albergano tra gli scranni. Insomma, altro che larghe intese! 

La “caratura Tecnica” delle persone indicate non discende tanto dalla volontà di esautorare nuovamente il Parlamento da quanto gli competa, quanto dalla necessità di completare rapidamente e nel miglior modo possibile, un programma di poche decine di punti, ben definiti e concretamente raggiungibili. Da ciò deriva anche il limitato numero di Dicasteri (12) così determinato.

Fatte le dovute premesse, come vedrete, non ci siamo sbilanciati sul nome di chi possa essere chiamato a guidare tale (ipotetico) Esecutivo. Come dire: scelti gli “Apostoli”, lasciamo almeno che il “Messia” sia chiamato a rapporto dall’attuale o perché no, dal futuro Capo dello Stato.

1) Ministro della Giustizia: Gustavo Zagrebelsky;

2) Ministro dell’Economia e delle Finanze: Pierluigi Grasselli;

3) Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture: Nerio Alessandri;

4) Ministro degli Interni: Anna Maria Cancellieri;

5) Ministro della Difesa: Gianmarco Bellini;

6) Ministro del Lavoro: Maurizio Landini; 

7) Ministri dei Rapporti col Parlamento e degli Affari Europei: Stefano Rodotà;

8) Ministro della Salute: Gino Strada;

9) Ministro dell’Istruzione e dell’Università: Piero Angela;

10) Ministro della Cultura: Philippe Daverio;

11) Ministro dell’Energia e della Ricerca: Carlo Rubbia;

12) Ministro della Tutela del Territorio e del Mare e dell’Economia Agricola e Forestale: Milena Gabanelli.

Da ultimo, visto e considerato che il 15 Maggio p.v. scada il Settennato dell’attuale Inquilino del Colle, desideriamo, nei limiti delle nostre possibilità di cittadini qualunque, lanciare un appello/proposta riguardo al prossimo Presidente della Repubblica Italiana. Solo in questo modo, in quel giorno affatto lontano, segnato da tempo sul calendario, avremo la certezza che il Cambiamento tanto atteso sia stato finalmente compiuto, o se invece, sia rimasto solamente un sogno irrealizzato. Sapremo insomma, se in conseguenza del “responso innovatore” delle urne, a Palazzo si respiri davvero “aria nuova”.

E’ per questo, che ci sentiamo di proporre a quanti siano chiamati a quell’importante votazione in seduta comune, il nome di un “uomo tutto d’un pezzo”, affinché valutino l’opportunità di designarlo Capo dello Stato. Non c’interessano i recenti, persistenti e inverecondi “Giochi di Palazzo”, che abbiano riguardato l’elezione dei Presidenti di Camera e Senato. Ciò a cui teniamo, in Verità, è che il prossimo Presidente della Repubblica sia una persona onesta e capace, che di Legalità e Giustizia abbia fatto da sempre, il proprio “pane quotidiano”.

Da cittadini e da elettori, vogliamo riavvicinarci alla Politica e alle Istituzioni, grazie ad una persona che sia in grado di “non trasmettere” inquietudine o rammarico, né di causare dubbi e perplessità nel nostro animo, bensì di rappresentare al meglio i Valori della Nazione e i Princìpi della Costituzione. Vogliamo un’Italia nuova, seria e non banale… Vogliamo Piercamillo Davigo al Quirinale.

E a questo punto, siatene certi: lanciato il sasso non toglieremo la mano, ma aspetteremo confidenti, l’ineludibile decorso degli eventi.

D.V.