Punti di vista (2010)

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DICEMBRE 2010

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana. Non serviva certo un “discorso di fine anno” incentrato sui giovani – trasmesso a reti unificate, ma andato in onda, purtroppo, ad un’ora “improbabile”, per esser inteso dai diretti interessati – per rendersi conto che il Capo dello Stato fosse una delle poche figure politiche, se non la sola, a preoccuparsi del futuro della Nazione e in particolare del suo cuore pulsante: le giovani generazioni, per l’appunto. Già perché, abbandonate a sé stesse da innumerevoli mancanze e colpevoli dimenticanze delle Istituzioni (Governo in primis) che poco o nulla fanno, per evitare loro una dolorosa “deriva sociale” fatta di “annichilimento culturale”, disoccupazione e disintegrazione familiare, derelitte “schiere di figli” (note alle cronache come “bamboccioni”, sulla scia dell’infelice dichiarazione di un tale, che il Fato ha recentemente privato della facoltà di sproloquiare ulteriormente), si trovano a combattere da soli contro “eserciti di padri” che nascondendosi dietro a facili promesse e a belle parole, disegnano un “vuoto domani” fatto d’ottimismo e speranza, ma che poi, perdendosi tra immobilismo di comodo ed interesse “particolare” nulla fanno concretamente. E così si finisce per condannare la “Meglio Gioventù” a vivere un presente che sa d’Infernale Limbo Dantesco e a covare la malsana idea di un “vero futuro” fatto di rassegnazione, incertezza, paura e disperazione. Se non fosse che il tempo è ormai scaduto e che più di una generazione sia già stata “sacrificata”, l’accorato appello offerto in loro difesa, da questo saggio “nonno della Patria” non potrebbe che allietare le anime in pena di almeno cinque milioni di “nipoti”… In conclusione, comunque la si veda, non si può non apprezzarne il pur tardo tentativo. Grazie Presidente!

Luiz Inácio Lula da Silva, Presidente della Repubblica del Brasile. Incredibile ma vero, sebbene fosse nell’aria già da tempo, l’ultimo atto della sua carica è stato negare l’estradizione in Italia del pluriomicida e terrorista Cesare Battisti. Ora, in attesa che il Supremo Tribunale Federale prenda in esame l’immediato ricorso presentato dalla Farnesina e decida sulla sua definitiva scarcerazione, monta la polemica politico-diplomatica tra Roma e Brasilia, per il mancato rispetto del Trattato Bilaterale in tema di estradizione. In effetti, sarebbe stato quantomeno ingiusto non opporsi con fermezza e decisione alla volontà Presidenziale, giustificata dal fatto che in Patria, Battisti sarebbe sottoposto ad “atti di persecuzione e discriminazione per motivi di razza, religione, sesso, nazionalità, lingua, opinione politica, condizione sociale o personale…”. Sebbene sia indubbio che la Giustizia Italiana funzioni a rilento e che spesso adoperi due pesi e due misure e seppure il nostro Sistema Carcerario sia alquanto discutibile, non dev’essere certo un Capo di Stato d’oltreoceano ad arrogarsi il diritto di fare da “avvocato del diavolo”, stracciando sentenze e “sputando” impunemente sulle nostre Leggi. Cos’altro aggiungere se non: “Lula, vergognati”!

Maurizio Landini, sindacalista, Segretario Generale della FIOM-CGIL. “Uno contro tutti”… Così appare oggigiorno, il leader del maggiore sindacato dei Metalmeccanici Italiani, alle prese con la “Restaurazione Patronale” voluta dall’Italica imprenditoria, che se da un lato fa perno impunemente sulle “ragioni della crisi”, dall’altro tira in ballo la “sleale” concorrenza salariale ascrivibile a talune realtà produttive extra-Europee, dove tra la morte per fame e una vita di stenti e rassegnazione, trova spazio e considerazione solo chi sia disposto a svendersi per un “tozzo di pane” o poco più… In particolare, la cronaca racconta della sua contrapposizione con il vertice di FIAT Auto e in particolare con l’A.D. Sergio Marchionne, deciso “di fatto” a rivedere totalmente la Politica Industriale Nazionale, partendo dalla sovversione dei metodi di contrattazione collettiva e dalla “riforma limitativa” di alcuni diritti storicamente acquisiti, indiscussi ed indiscutibili. A differenza degli altri “Alti Rappresentanti” dei lavoratori, che hanno scelto la strada del “compromesso remissivo ed incondizionato” accettando le “imposizioni” dell’azienda Torinese, quello della FIOM ha deciso di non rinunciare alla difesa di quanti abbiano fatto affidamento su di lui. Insomma, mentre “vecchi diritti” lasciano spazio a “novelle rinunce”, mentre le minacce di disinvestimento, disimpegno e delocalizzazione assumono sempre più il valore di un affatto velato ricatto e mentre giorno dopo giorno lo Statuto dei Lavoratori rischia di diventare null’altro che “carta straccia”, v’è ancora chi non teme di dover salire sul pulpito, per declamare un solo e benemerito “verbo”: Sciopero Generale! Semmai la tormentata Sinistra Parlamentare Italiana fosse ancora alla ricerca di qualcuno capace d’infonderle nuova linfa, eccoglielo servito su un piatto d’argento…

Viktor Orban, Primo Ministro Ungherese. In principio fu il “Watergate”… Da quello scandalo di dimensioni bibliche, che quasi quarant’anni fa riguardò l’Amministrazione Statunitense e più specificamente Richard Nixon, si può comprendere la “potenza” della libertà d’informazione e della Verità, nel demolire i “muri di omertà e menzogna” eretti dai Potenti del mondo – a dispetto della volontà e dei diritti dei cittadini – specie quando essi rivestano cariche politiche. Proprio per questo, la Legge restrittiva sulla Stampa approvata dal Parlamento Ungherese – controllato dal partito “Fidesz”, di cui proprio Orban è l’esponente di maggior rilievo – sembra mettere indietro le lancette di parecchi decenni, allorché non ci si riempiva spropositatamente la bocca di parole come Democrazia e si viveva ossequiosi e silenti, repressi da qualche “Regime in divisa”, rossa o nera che fosse… Quanto deciso a Budapest insomma, non ha precedenti nella Storia recente delle Nazioni Occidentali, poiché pone “di diritto” tutti i media sotto al controllo dello Stato, grazie alla creazione una fantomatica Autorità Nazionale delle Comunicazioni, diretta emanazione dell’Esecutivo. Un vero e proprio “bavaglio” ad ogni voce scomoda o dissenziente, verso le decisioni del “capo”. Adesso, per quanto ci riguarda, il rischio è che anche a Roma “qualcuno” s’illuda di poter incedere più speditamente, verso l’adozione di un’analoga, vile e illiberale normativa. “Uomo avvisato…”.

Movimento Studentesco, cittadini in cerca di diritti. Da che mondo è mondo, in Italia, la cultura e la formazione scolastica faticano a trovare la dovuta considerazione, sia da parte delle Istituzioni, sia da parte del mondo dell’imprenditoria. In effetti, per un motivo o per l’altro, al di là delle chiacchiere “proferite sul momento”, tutti gli interessati paiono voler tacere circa la sua immane importanza per lo sviluppo del Paese, perdendosi in taluni oscuri ed insensati “meandri” di natura ideologica. Già, tutti tacciono salvo i diretti interessati, ossia gli studenti, naturalmente! “Pantera” di ieri, “Onda” di oggi, il problema è che proprio loro finiscano per rimanere inascoltati, sia che protestino pacificamente e “senza graffiare”, sia che scelgano la “contrapposizione di strada” all’Autorità, che non si tira indietro e non fa sconti. D’altronde la Storia parla da sé. Da oltre quarant’anni è tutto un susseguirsi di “Riforme”, o pseudo-tali, oltreché di progetti di “Radicali Riforme” dei cicli di studio, dell’Università, dei programmi e dei corsi, scritte sulla pelle delle giovani generazioni. E da oltre quarant’anni, parimenti, siamo qui, fermi a chiederci perché nulla cambi né sia mai cambiato prima, perché le aule siano solo delle “aree di parcheggio” e perché non si riesca a stabilire un “ponte” stabile e duraturo tra scuola e mondo del lavoro, o per meglio dire “tra teoria e pratica”… Quello portato avanti da Mariastella Gelmini, titolare del MIUR, è solo un tentativo come troppi altri, di “sistemare le cose” un poco alla meglio, con l’aggravante di esser “spinto” non da reali intenti di miglioramento dello stato delle cose, quanto dalle inflessibili ragioni di Bilancio della “Finanza taglia e cuci” adottata dal Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Per questo, affinché sia evitato che il futuro dell’istruzione, della conoscenza e dell’insegnamento ripercorra le orme di un penoso passato, quando solo all’individuo facoltoso era garantita la possibilità e riservata l’opportunità dell’apprendimento – relegando i meno abbienti ai ruoli marginali della Società, sulla scia dell’impossibilità economica – mi schiero, senza sé e senza ma, dalla parte di quanti rifiutino di piegare ossequiosamente la testa e pretendano invece di “dire no”, alle decisioni di chi ne metta a rischio la libertà di auto-determinare il proprio “oggi accademico” e il proprio “domani occupazionale”.

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri. Sebbene abbia vinto in extremis – e chissà come – la “battaglia della Fiducia Parlamentare” contro il suo ex alleato e co-fondatore del PDL, Gianfranco Fini, l’uomo di Arcore, vestendo i panni di un moderno cantastorie, continua imperterrito a declamare i pregi, gli impegni e le mille “impagabili” attività di un Governo che non c’è più (ammesso che ci sia mai stato) e a mascherarne qualsivoglia difetto, velleità e impudicizia. Insomma, nulla di nuovo sotto al Sole delle solite, farsesche e funamboliche promesse di Riforme (da marinaio) che si susseguono sterilmente da almeno tre lustri e che di Giustizia, Mezzogiorno, Fisco, Federalismo e Sicurezza riempiono pomposamente ogni discorso. Promesse che, sempre e comunque, al di là degli slogan mediatici serviti al popolo – come ghiande gettate distrattamente ai maiali, da un Fattore satollo e assonnato – restano solo “aria fritta”. Frattanto, mentre a “Palazzo” accuse e ripicche continuano a rincorrersi indecorosamente e senza soluzione di continuità, il Paese naviga a vista, ben lontano da qualsivoglia svolta riformatrice neo-Sistemica e da un “approdo Politico-Istituzionale”, che siano minimamente in grado di offrirgli un “riparo”, contro gli “scuotimenti” delle sempre più ricorrenti tempeste finanziarie e contro il “naufragio sociale” conseguente alla decadenza economica e alla crescente disoccupazione. Chi l’avrebbe mai detto? Già, chi avrebbe mai pensato che proprio in prossimità del  suo 150° genetliaco, ci sarebbe toccato assistere all’ignobile affondamento della Patria, solo per un puro, vile e interessato, “Gioco di Potere”?

NOVEMBRE 2010

Julian Assange, libero giornalista, programmatore, Deus ex machina di WikiLeaks. Signore e Signori, allo stato delle cose non v’è alcun dubbio: la Rivoluzione è appena cominciata. Già, perché se ci pensate su, senza pregiudizi e precostituite “chiusure mentali”, la scelta dell’Organizzazione che a lui fa capo, di diffondere sul WEB una vera e propria “biblioteca digitale” di files riservati, segreti, o comunque “sensibili”, provenienti dal Dipartimento di Stato Statunitense (dopo aver già “sbugiardato” quello della Difesa) non può che essere accolta con entusiasmo, oltreché difesa strenuamente. Esiste forse una ragione per la quale i Governi debbano nascondere ai cittadini qualsivoglia atto, fatto, questione politica, diplomatica, economica, militare, o personale, di quanti siano chiamati ad “amministrare il Sistema”? No, non esiste! A meno che non si ritenga – e si giustifichi – che “abitare a Palazzo” rappresenti solo una via puerile e vigliacca, per saziare brame di Potere, per dare una “parvenza del vero” a talune risibili velleità da Statista, o semplicemente per “tener buono” il caro vecchio tornaconto. Pertanto, non fatevi illudere dall’ufficialità delle notizie, dalla durezza dei proclami, dalle severità delle minacce, dalla diffamazione a “costo zero”, provenienti da chi si sia sentito “colpito nel vivo”. Non abbassate la guardia, fatevi un’idea, tenetela stretta e tirate dritti, prima che tra gli “scranni” si organizzi una difesa volta ad riallinearvi allo “standard perfetto e preordinato”, utile solo a spazzar via anche l’ultima parvenza di Libertà che rimane all’umanità: quella di “pretendere di conoscere e sapere”. D’altronde, come recita un celebre motto: “non l’amore, non i soldi, non la fede, non la fama, non la giustizia, datemi la Verità”!

Franco Frattini, Ministro degli Esteri del Governo Italiano. O perbacco! Neppure il tempo di “sapere” quali fossero le rivelazioni di WikiLeaks interessanti il nostro Paese, che già tuonava la voce del Titolare della Farnesina: “Saranno l’undici Settembre della Diplomazia…”. Ed ancora: “Vogliono distruggere il mondo…”. Senza contare che già da qualche giorno, altri Esponenti del Governo Berlusconi “quater” avessero intrapreso una durissima “campagna mediatica” volta a discreditare sia l’Organizzazione, sia il suo benemerito co-fondatore e indiscusso leader editoriale, Julian Assange. E’ stato un po’ come dar “compiutezza terrena” al noto proverbio “Fasciarsi la testa prima di averla rotta”. Quali segreti, quali verità inconfessabili, scandalose e miserabili, si vuol continuare a nascondere tra le mura di Casa Nostra? Quali rischi corrono tutte le mistificazioni “servite in pasto” al popolo Italiano, nel corso degli anni? Non è complottismo, non è dietrologia, non è semplice contrapposizione politica… Porsi delle domande è solo la più sacra delle dimostrazioni, di un appopriato uso della materia grigia. Esigere delle risposte non vuol dire “spiare dal buco della serratura”, bensì partecipare pienamente al concetto stesso di Democrazia.

Eric Cantona, calciatore, attore, uomo di mondo. Prendete nota: il prossimo 7 Dicembre potrebbe essere una data storica. Per quel giorno infatti, è stata fissata una “Bank Run” globale, ossia un’iniziativa volta a colpire il Sistema Finanziario – e quello Bancario in particolare – attraverso il ritiro di massa di denaro da parte di correntisti e risparmiatori. Il progetto, che sulla carta può sembrare folle, ma che in realtà ha già avuto qualche efficace riscontro in passato, stavolta parte dalla Francia – dove prende il nome di “Stop Banque” – ed annovera tra i suoi più attivi sostenitori anche l’ex stella del Manchester United. L’idea di fondo è che la protesta effettuata attraverso una civile manifestazione di piazza ormai non paghi più e che l’unica maniera per farsi sentire e per riportare a più miti consigli quel “Potentato incontrollato ed incontrollabile” che raccoglie in un tutt’uno le Borse Valori, le Banche Centrali e gli Istituti di Credito, sia quello di adoperarsi in un “atto simbolico”, lecito e legale e dall’enorme risvolto economico… A tal proposito, la domanda è alquanto semplice: “Cosa accadrà quando agli sportelli si allungheranno le file di quanti volendo indietro i propri soldi, si sentiranno rispondere “picche” per mancanza di contante”? Sarà una Rivoluzione! Forse. Comunque vada e comunque la si veda, una cosa è certa: di fronte ad una Crisi Economica senza precedenti, causata proprio dalle speculazioni e dalle azioni spregiudicate dei Banchieri di mezzo mondo, che ha visto l’intervento dei Governi solo a posteriori – attraverso una montagna di quattrini destinata al salvataggio “improduttivo” di decine di banche “praticamente” fallite – e della quale tutti i cittadini pagano loro malgrado le conseguenze in termini occupazionali, assistenziali, previdenziali e di mancato sviluppo, ogni mezzo è buono per dire basta ai capricci e alle malversazioni di chi abbia reso la Finanza e il Credito solo un “gioco da tavolo”. In attesa del fatidico giorno, credo sia il caso di fare due conti (e di corsa)… Tu che fai?

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri. Siamo daccapo! I giorni passano, il libro della Storia vede crescere il numero delle proprie pagine e l’Italia continua ad affondare sotto al peso delle sue promesse mancate, che si susseguono e si assommano a iosa, in un “Crescendo Mozartiano“. L’unica grossa novità sul tema, pare essere il fatto che la “vita politica” dell’uomo di Arcore – che da oltre quindici anni fa il “bello ed il cattivo tempo” a Palazzo – stavolta si sia davvero esaurita, giungendo al capolinea definitivo, finalmente! Oramai, al cospetto di decine di proclami lasciati cadere nel vuoto e di programmi di rinascita divenuti carta straccia, “bastonati” da una cronaca quotidiana fatta di drammi economici, sociali, familiari e del lavoro – abilmente scansati dal nostro “caro leader” – solo il più cieco degli stolti, o qualche viscido lustrascarpe, può perseverare a sostenerlo. Se non fosse per la Legge Elettorale “porcata” che pensò bene di regalarsi qualche anno fa – oltreché per la palese ed incontestabile insussistenza delle Forze d’Opposizione, perse dietro alle solite ripicche e ad una nota disorganizzazione ideale e programmatica che le rende incapaci di fare fronte comune e di “parlare” univocamente – è indubbio che a Palazzo Chigi siederebbe già da tempo, qualcun altro. Inchiodati al palo della propaganda, delle “leggi ad personam”, dei conflitti d’interesse “vari ed eventuali” e aggrappati alle funi della speranza, della fiducia e dell’ottimismo ad oltranza, gli Italiani sono costretti a vivere ora dopo ora, la “deriva” del proprio Paese, senza sapere da quale “spot” cominciare la conta senza fine, delle proprie illusioni calpestate e svanite nel nulla. Forse dai “cento miliardi” da spendere per il Sud, dalla Sicurezza contro tutto e “per tutti”, dal Fisco “defiscalizzato”, dalla (contro) Riforma della Giustizia, dal Federalismo “solidale” Verde Padano… O magari da quell’Economia Italiana solida, che non si piega a qualsivoglia Crisi Sistemica dell’ultim’ora – Economia sempre e comunque migliore di quella altrui, anche a fronte della diversa realtà mostrata da imparziali e inopinabili dati statistico-matematici – dall’avviata uscita dalla Recessione, dalla tenuta dei Consumi, dalla ripresa del PIL… O perché no, dalla “ricostruzione” dell’Aquila devasta, dalla pulizia della “monnezza” di Napoli, ecc. ecc. Se fossimo un Paese normale, con dei politici normali, è probabile che un Premier mediamente “normale” avrebbe avuto ben altro da fare che disegnare “castelli in aria”, come ad esempio cercare una soluzione semplice alle questioni semplici, tentando solo a posteriori, in base alle risorse disponibili e oculatamente amministrate, di rendere il futuro una “preferibile realtà”… In un Paese normale, un Premier mediamente “normale” troverebbe certamente di meglio da fare, che tenere comizi “luccicanti” e sempiterni a folle sorridenti di “fans” telecomandati, o polemizzare in diretta televisiva contro le “voci” a lui dissonanti, vestendo i panni di un moderno Duce affacciato su Piazza Venezia, impegnato a “svolazzare ai 4 venti” le proprie cause, senza contraddittorio, né appigli fattuali… Su una cosa, comunque, ha ragione: “c’è bisogno di maggiore sobrietà”! Già, specie quando si goda, malauguratamente, dell’onore di reggere le sorti di una Grande Nazione!

Joseph Alois Ratzinger, alias Papa Benedetto XVI, Vescovo di Roma, Vicario di Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Primate d’Italia, Arcivescovo Metropolita della Provincia Romana, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, Servo dei servi di Dio. Non c’è alcun dubbio. Abituati al consueto scontro tra il tumultuoso “divenire della Società” ed il bigotto e impantanato secolarismo delle Gerarchie Ecclesiastiche, il fatto che l’attuale “Reggente le sorti del Cattolicesimo” abbia “aperto” ad un impiego “sanitario” del profilattico pare davvero incredibile. Senza entrare in temi di Dottrina e di Fede – sindacabili da ciascuno, in base al proprio “credo” interiore – e senza rammentare la posizione di “chiusura totale” che tanti suoi predecessori fecero propria, è evidente che la “picconata” inferta al muro della “insensibilità Vaticana” in materia di contraccezione stia facendo la Storia… Considerando inoltre, la sua crescente vicinanza alle ragioni dei lavoratori, contro l’Economia d’assalto e la Finanza predatoria, c’è da rimanere esterrefatti (in bene). Chi l’avrebbe mai detto che avremmo dovuto aspettare del buon vecchio pragmatismo Teutonico per svecchiare il “Sistema”? Insomma, se non fosse per la tiara dorata e per qualche “ermellino” di troppo, sfoggiato tra gli altari, si potrebbe quasi gridare al Papa Rivoluzionario… E chissà mai, forse un poco “No Global”.

Carlo Giovanardi, Senatore della Repubblica, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. D’accordo, non è mai piacevole “processare” le opinioni, ma il fatto che un esponete dell’Esecutivo dica la sua, in maniera alquanto disinvolta, circa la Strage di Ustica, è perlomeno fastidioso… Dopo trent’anni di sviamenti e depistaggi, sopito il dolore e finite le lacrime, concluse le inchieste e terminati i processi, tra le Istituzioni si annida ancora chi, come lui, si ostina a parlare di una bomba esplosa a bordo del DC9 dell’Itavia. Già, una bomba, che tra cielo e mare avrebbe fatto strage, per motivi che si perdono in una giungla che include la “causa Palestinese”, la “contro-informazione Israeliana”, la “Eversione Nera”, il “Brigatismo Rosso” e la sempre verde “Strategia della tensione”. Troppo facile! Via di colpo e con poche parole, tutte le discussioni sui “venti di guerra”. Nessun velivolo “estraneo” entro il nostro spazio aereo; nessuna esercitazione militare “improvvisata”; nessun missile, nessuna “scia” di MIG Libici; nessun tracciato radar “artefatto” o svanito nel nulla; nessuna morte misteriosa di quanti, loro malgrado, potessero sapere; nessuna Cospirazione degli Alti Comandi Militari, né alcun silenzio assordante e vigliacco da parte della NATO… Parole, omissis, segreti di Stato… Tutto “risolto” con un ideale balzo indietro di 30 anni, che seppellisce la verità, mistifica la realtà e disonora un’intera Nazione. Biasimo, null’altro da “dedicare” a cotanta sfrontatezza, alla temerarietà dialettica e alle velleità politico-mediatiche di un Rappresentante del Governo, grazie al quale 81 persone innocenti – che ancora aspettano di udir risuonare, amaramente ed inconsapevolmente, una parola chiamata Giustizia – sono state ammazzate una volta in più, dopo aver già subìto analoga sorte in quel terribile ed inverecondo 27 Giugno 1980.

Aung San Suu Kyi, attivista politica Birmana, leader della Lega Nazionale per la Democrazia, già Premio Nobel per la Pace 1991. Oggigiorno, è indubbio che a causa della moderna “società dei media” – che della comunicazione esasperata e delle notizie futili ed inutili fa la propria benzina – si possa assurgere a “mito vivente”, malgrado tutto, anche quando non si abbia alcun fattivo presupposto alle spalle. Per tale ragione, consci dell’importanza propria di qualunque ideale, che sia rivolto al bene comune, alla giustizia economica e sociale e alla Pace, la liberazione della principale esponente dell’Opposizione al Regime che da decenni soffoca il Myanmar può solo rallegrare. In effetti, il generale auspicio è che venuti meno gli “arresti domiciliari” – imposti dai militari al potere e che l’hanno resa per anni “ostaggio in Patria” – ella possa proseguire, in veste politica, la pacifica lotta contro l’oppressione della “sua” gente. Comunque vada, comunque finisca, il ritorno alla vita pubblica di Aung San Suu Kyi rappresenta un raggio di Sole, giunto ad illuminar la strada e a donare speranza, a tutti coloro che si battano per veder garantiti e rispettati i diritti umani e i princìpi democratici, in ogni angolo del mondo.

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri. Un tormento senza fine… L’inarrestabile “tramonto politico” del Capo del Governo, oggi, è solo questo. Messo da parte ogni proclama intriso di “falsa fiducia e interessato ottimismo”; smessi i panni del Profeta e del Salvatore della Patria, l’uomo di Arcore ha scelto la strada del monologo e della “minaccia mediatica”, seguendo una logica esasperata ed esasperante del “con me o contro di me”. Oramai, anziché un doppiopetto blu, pare vestire gli abiti del Rivoluzionario della peggior risma. Che dire altrimenti, delle sue incredibili dichiarazioni sulla “guerra civile”, da scatenare contro qualunque Governo Tecnico che dovesse prendere il posto di quello da lui presieduto? Frasi che sebbene all’apparenza possano apparire come l’ennesima provocazione – recitata a braccio, in “politichese” e sull’onda delle emozioni – dovrebbero far accapponare la pelle a chiunque avesse a cuore il rispetto della Suprema Legge, della Repubblica e del popolo Italiano. A far spavento non è certo il rischio che ciò accada, quanto il fatto che a “sbandierare” lo scontro totale con le altre Istituzioni, libere e democratiche, sia stata la Quarta Carica dello Stato, in persona! Nel firmamento della Politica Nazionale, Silvio Berlusconi è una “stella cadente” e la cronaca sta li a dimostrarlo; tuttavia ci si sarebbe potuti aspettare che la sua uscita di scena fosse fatta, se non con classe, perlomeno con stile… E’ proprio vero: “il problema non è la caduta, ma l’atterraggio”.

OTTOBRE 2010

Liu Xiaobo, scrittore, attivista dei diritti umani, prigioniero politico del Regime Cinese. Era ora! Finalmente dopo tanti “abbagli politico-mediatici”, la Commissione del Parlamento Norvegese che ogni anno provvede ad assegnare il Premio Nobel per la Pace, ha scelto di conferire il riconoscimento ad un personaggio che si trovi a pagare duramente, ed in prima persona, la propria lotta in difesa della Libertà e dei Princìpi democratici. Accusato di “incitamento alla sovversione del potere dello Stato” e condannato ad undici anni di detenzione, già giudicato in passato per “propaganda ed istigazione controrivoluzionarie” e rinchiuso in un “campo di rieducazione” nel dopo-Tienanmen, quest’uomo continua dal carcere la sua battaglia contro le Autorità di Pechino, consapevole che buona parte del mondo non lo abbia dimenticato. China sucks!

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri. No, ancora una volta, non ci siamo. Sarà pure l’ennesima dimostrazione di “realpolitik”, ma da uno che afferma di odiare i comunisti, tutto ci si sarebbe potuti attendere salvo che siglare accordi commerciali con il dispotico, illiberale, anti-democratico, ed anti-concorrenziale Regime Cinese. Senza poi dimenticare che fosse stato proprio lui, ad indirizzare delle pesanti critiche a Romano Prodi, allorché quegli, in veste di Presidente della Commissione Europea, aprì all’ingresso del Gigante Asiatico nel WTO. Cose ovvie, incontrovertibili e certamente imbarazzanti, specie considerando che i 100 miliardi di Dollari d’interscambio previsti tra Roma e Pechino, entro i prossimi cinque anni, paiano una mossa propagandistica – volta ad “allietare” i timori diffusi, verso una Crisi Economica devastante e che non da alcun confortante segnale di ripresa – piuttosto che un traguardo da raggiungere equamente e per il bene di entrambi in Paesi. Sulla scia di una perdurante “deriva Governativa”, ad un’Italia ormai priva di autonomi orizzonti di sviluppo, non rimane altro che scegliere di diventare l’ennesima “terra di conquista” dei nuovi padroni del mondo (i Cinesi, per l’appunto), mettendosi al traino dell’inarrestabile “locomotiva gialla”. Dopo tante chiacchiere su Etica e Finanza, se “fare affari” continua a voler dire passare sopra ai diritti umani, civili e politici di un’intera Nazione, c’è poco da stare tranquilli… E proprio in tema di diritti, preso atto della mancanza di un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, mi chiedo quale sia l’opinione del nostro “caro leader” sull’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Liu Xiaobo, un pericoloso “nemico del popolo”, reo solo di aver chiesto maggiore Libertà… Un silenzio rumoroso, fastidioso e “fresco di firma”, da parte di chi di tale Valore abbia fatto un motto personale, oltreché un vuoto ed insensato slogan politico, da declamare ad ogni pubblica occasione.

Maria Rosaria Bindi, Presidente del Partito Democratico. Chi l’avrebbe mai detto che alla fine, il fatto di “scendere in campo” al fianco della battagliera “Rosy”, sarebbe stato un dovere? Già, perché, è quantomeno doveroso schierarsi e prendere le sue difese, contro l’ingiuriosa considerazione tributatale a suon di “barzellette” dal Presidente del Consiglio. Il fatto che non sia la prima volta che Silvio Berlusconi la onori di cotanta “signorilità”, sembra dimostrare che questi soffra di un vero e proprio complesso d’inferiorità, nei confronti di una donna “con gli attributi”, che non fa sconti alla perdurante Politica Governativa “ad personam” e che è assai diversa da certe signorine dai facili costumi, oggigiorno tanto di moda a “Palazzo”. Oltretutto, sebbene paiano ormai un’amara consuetudine, certe cadute di stile del “Reggente” di Palazzo Chigi, oltre ad essere specificamente irriguardose nei confronti della persona, della donna, del cittadino e dell’avversario politico, rappresentano un colpo ulteriore, al buon nome delle già caracollanti Istituzioni. Da dove provenga tanto astio verso di lei è un mistero. Forse dalla consapevolezza che nello “zoo della Politica”, tra maiali, serpi, ratti e scarafaggi, solo l’arguzia di una “volpe” sarebbe davvero in grado di porre fine alla triste e inoperosa epopea, di un imbalsamato ed imbellettato “caimano”…

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri. Ci risiamo! Torna la “stagione Parlamentare” ed ecco tornare a piovere i soliti sproloqui contro i Giudici comunisti – che a suo dire attenterebbero all’azione di Governo – e gli attacchi biechi e perversi contro l’avversario politico.  Lo scherno umoristico di quart’ordine rivolto a Rosy Bindi, con tanto di corollario blasfemo, è un’infelice novità sul tema, che getta ulteriore discredito sul ruolo della Quarta Carica dello Stato. Il fatto che gli “ambienti” a lui vicini – portavoce e portaborse in primis – si affannino ad affermare che le sue parole siano state “carpite” ad arte, ed estrapolate dal contesto, la dicono lunga sul modo in cui la verità possa essere manipolata, anche di fronte all’evidenza. Pretendere di difendere con ciarle, sorrisetti e menzogne, colui che dell’eccesso di mediaticità ha fatto un vanto, oltre che un mestiere, stavolta si, fa davvero ridere…

SETTEMBRE 2010

Terni, Italia. A livello nazionale nessuno ne parla, perché politicamente scomoda, o forse perché ormai troppo comune a tante vicende analoghe sparse su e giù per lo “Stivale”, ma la situazione di crisi occupazionale che si trovano a vivere diverse centinaia di persone, impiegate nell’Industria siderurgica e delle materie plastiche della cittadina Umbra, è perversamente drammatica. Già, perché, tra minacce di delocalizzazione e di chiusura, tra velati ricatti contrattuali e vessatorie forme di pressione psicologica, legati a quei maledetti conti aziendali che non quadrano mai, “tute blu” e “colletti bianchi” di tante fabbriche che in un recente passato contribuirono grandemente alla rinascita dell’intera Nazione, si trovano oggi a rischiare di perdere il posto di lavoro e di andare ad allungare la lista di quanti si trovino già in mezzo ad una strada, tra cassintegrazione, mobilità e disoccupazione pura e semplice. ThyssenKrupp, Lyondell Basell, Meraklon, solo per citare i casi più noti e altisonanti. E ad alimentare i dubbi, le paure e le incertezze, di un’intera comunità, continua l’assordante silenzio dei “Palazzi Romani”, ed in particolare di quel “Presidente operaio” che tra “falsa fiducia ed interessato ottimismo”, tutto è in grado di risolvere come per magia. O almeno, ciò è quanto continua disgraziatamente a far credere ai più… E’ duro ammetterlo, ma da “Città della Chimica e dell’Acciaio”, Terni ha finito per ridursi ad una realtà post-industriale in via di dismissione, sull’onda della generale incapacità Politica ed Imprenditoriale, che ha reso l’Italia, di fatto e di diritto, una “ex Repubblica fondata sul lavoro”.

Silvio Berlusconi, Ministro dello Sviluppo Economico (ad Interim). Come se il ruolo di Presidente del Consiglio non fosse già di per sé, abbastanza “usurante”, egli persevera a voler vestire anche i panni del Ministro che dovrebbe avere l’ingrato, ma meritorio compito, di rilanciare il Sistema Italia… Dopo tutto, con l’Industria a pezzi, con il mondo degli Affari Internazionali che ci calpesta e con il redivivo programma Nucleare da gestire (chissà come…), ci si sarebbe aspettati una nomina sollecita e magari “illuminata”, del sostituto del “fu” Ministro, Claudio Scaiola. Specie dopo le sollecitazioni pervenute dal Quirinale. L’Economia è allo sbando, devastata dai colpi della Crisi Globale e dalle peripezie della Politica “nostrana”, ma l’Uomo di Arcore, tra scialbi proclami di una Ripresa che mai giunge e fuorvianti declamazioni di statistiche “amiche”, anziché lasciare le redini del Dicastero a qualche portaborse – giusto per dimostrare la propria buona volontà e l’impegno ad operare per il Bene Comune (vabbè, si fa per dire…) – continua imperterrito nell’audace impresa di dirigere la Nazione… Verso un sicuro “approdo”, chiamato baratro!

Nicolas Sarkozy, Presidente della Repubblica Francese. D’accordo, diamo a Cesare quel che è di Cesare… Già, perché, sebbene rimanga il dubbio che il Capo dell’Eliseo sia “distratto” dalle indagini della Magistratura Parigina – intenta a valutare la sussistenza e la perseguibilità di un presunto finanziamento da lui ricevuto, illecitamente, durante la “corsa alle Presidenziali” – e che pertanto sia meglio “distrarre” anche l’opinione pubblica, gli si deve riconoscere il merito di aver rilanciato in sede ONU, la possibilità di adottare la “Tobin Tax” per finanziare la lotta alla povertà, alla fame e alle malattie, tassando la fonte di ogni male: le transazioni finanziarie globali. Che dire? Bene, bravo, bis! Peccato che lanciato il sasso, come al solito verrà nascosta la mano. Insomma, scritta qualche pagina sui quotidiani, promosso qualche vertice internazionale, riunitasi l’ennesima conferenza di Paesi, milioni di persone continueranno ad essere dimenticati e a morire di stenti e d’inedia, solo per la cupidigia e l’interesse di poche menti perverse ed assassine.

Terry Jones, pastore della Chiesa Cristiana “Dove World Outreach Center”. Ci risiamo! Ancora una volta i media sono riusciti a regalare “quindici minuti di celebrità”, ad un “Signor Nessuno” e alle sue folli idee. Con l’avvicinarsi del nono anniversario di “NY 9/11”, questo pittoresco Rappresentante di una delle tante Chiese Riformate d’Oltreoceano, ha pensato bene di rinfocolare i mai sopiti istinti di contrapposizione e di scontro con l’Islam, minacciando di dare alla fiamme il Corano sulla “pubblica piazza”, in ragione della sua ferma contrarietà alla costruzione di una moschea nei pressi di “Ground Zero”. Malgrado si possa dibattere ampiamente, sull’opportunità di erigere un luogo di preghiera per i fedeli del Profeta, proprio là dove la Grande Mela fu “martirizzata” da alcuni “jihadisti” Musulmani e sebbene alla fine egli abbia desistito su pressioni “politiche”, i suoi intenti reazionari hanno messo in pericolo la vita dei tanti militari di stanza di Afghanistan, Iraq e Libano, ed accresciuto notevolmente il rischio attentati nei Paesi Occidentali. Sarebbe stato certamente più opportuno, censurare le sue affermazioni sin dal principio – considerandole alla stregua di “vaneggiamenti di provocatore in cerca di propaganda” – piuttosto che promuoverle in diretta televisiva, con la “benedizione” della Costituzione Americana. Il mondo non ha bisogno di ulteriori martiri ed eroi, né la Storia necessita di un nuovo incerto e sanguinoso capitolo sulla “Guerra di Religione”…

Angelo Vassallo, Sindaco di Pollica, martire della legalità. Tristezza, incredulità, rabbia. Ogni giorno muore la speranza, in Italia… Anche stavolta, il nostro Paese non ha saputo smentire la propria fama di creatore di Eroi postumi ed inconsapevoli e di nuovo, l’onestà è rimasta vittima dell’interesse “omicida” del contro-potere affaristico-mafioso che incancrenisce il nostro Sistema Democratico, prima ancora che la nostra Economia. Delle idee di un uomo, che ben conciliava umana saggezza e capacità politica, non resterà che un’altra statua, un’altra commemorazione e giusto una postilla nella Storia. Di uno Stato assente ed assassino restano invece, solo il disonore e la vergogna.

Giulio Andreotti, Senatore della Repubblica Italiana. Giorgio Ambrosoli? “Una persona che in termini romaneschi se l’andava cercando…”. Questa è la considerazione del sette volte Presidente del Consiglio, verso l’Avvocato Milanese – incaricato di liquidare la Banca Privata Italiana di Michele Sindona – assassinato poco più di trent’anni or sono. Sebbene il libero pensiero e la libertà delle idee non possano essere messi in discussione, da un Politico navigato ci si aspetterebbe maggior saggezza, oltreché il dovuto rispetto per chi sia morto nel compimento del proprio lavoro, nel nome della Legge, oltreché della propria moralità. Non v’è dubbio: anche da certe “chiacchiere buttate al vento”, si coglie il lato oscuro del potere mafioso che affonda l’Italia.

Enrico Mentana, giornalista, Direttore del TG LA7. Qualora si accetti di perdonargli d’aver mangiato per troppi anni, nel “piatto” di un Editore dalle note e discutibili velleità politiche, non si può che accogliere con piacere il suo ritorno in video. Vista la sua esperienza e considerate le sue doti di “anticipatore” nel panorama informativo Italiano, la scelta di ripartire da una realtà televisiva secondaria, si rivelerà senza dubbio “vincente”, sia per l’azienda, sia per gli spettatori. Dopo tutto, una voce fuori dal coro, che veda le cose in maniera meno “indirizzata” e che non sia troppo ossequiosa coi potenti, fa sempre comodo alla causa della Verità.

Augusto Minzolini, giornalista, Direttore del TG1. Quando la parzialità è fatta persona, la libera informazione è condannata a morte. Come se non fosse già abbastanza triste – oltreché professionalmente ed eticamente censurabile – il fatto di aver ridotto lo storico telegiornale della RAI, a niente più che un rotocalco, in cui a far notizia sono le omissioni informative, i pettegolezzi e le previsioni del tempo, egli continua imperterrito a regalare “pillole di saggezza”, attraverso gli “illuminanti” editoriali pro-Governativi che, a scadenza, invadono le case di milioni d’impotenti spettatori. Interventi che non sono affatto un “bel vedere”. Neanche con la “lottizzazione aziendale” del passato, si raggiunse tanta sfacciataggine. Vorrei proprio gridargli contro: “basta, hai stufato”!

AGOSTO 2010

Minatori Cileni, lavoratori. Incredulità, turbamento, claustrofobica disperazione… Il solo pensiero di vivere la “soffocante situazione” che rende prigionieri trentatré uomini a settecento metri di profondità, nelle oscure viscere della Terra, non può che affliggere e tormentare. In special modo, quando si considerino le enormi difficoltà tecniche e i tempi lunghi cui si andrà incontro, per portare a termine l’intervento di soccorso. Trentatré operai sepolti vivi, intrappolati dai “cappi” del Mercato e dalla cupidigia dei Mercanti, cui non si può non essere emotivamente vicini. Nella tenue speranza che i quattro mesi previsti per riportarli alla luce e “recuperarli alla vita”, siano solo un “eccesso di zelo” da parte delle Autorità – sempre pronte a cavalcare la mediaticità di certe tragedie, piuttosto che a prevenirle – non resta altro che incrociare le dita e aspettare che un nuovo “miracolo” dell’uomo si compia sulla natura, avversa, ribelle, ma pur sempre padrona.

Walter Veltroni, Deputato del Partito Democratico. Ci risiamo. Ecco l’ennesima dimostrazione che la Politica, in Italia, non passi mai di moda, neanche tra coloro che abbiano sbandierato ai quattro venti i propri intenti di ritiro a “vita privata”. Credevamo avesse vestito il saio monastico in qualche Monastero Benedettino, ed invece, il ritorno alla carica dell’ex Comunista, che Comunista non è mai stato, del Kennedyano, Clintoniano, Obamiano, ex Sindaco di Roma, ex Segretario del PD, ed ex Candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Centro-Sinistra – sbaragliato, alla prova delle urne, dal “principale esponente dello schieramento a lui avverso…” – ha spiazzato anche i suoi stessi compagni di Partito. In effetti, la sua proposta di cambiare la linea politica dei Democratici – a dispetto di quella riconducibile a Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema – e di evitare “sante alleanze” elettorali contro Silvio Berlusconi, ha infiammato ulteriormente il dibattito “riformatore” in seno alla Sinistra. Da uno che abbia assaporato l’amaro calice della sconfitta, ci si sarebbe potuti attendere un più dignitoso rispetto del “voto del silenzio”. Che i Politici Italiani siano “eterni” è Storia “presente” e passata. Che tra loro vi sia chi goda, a darsi instancabilmente la zappa sui piedi, è quantomeno ridicolo. Come dire: “…continuiamo così, facciamoci del male”!

Antonio Sciortino, Direttore di Famiglia Cristiana. Un giornalista davvero “illuminato”. A far notizia, da qualche tempo, è la sua linea editoriale profondamente critica della “non-azione” Governativa, rea di lasciare a sé stessi, drammaticamente, tutti gli innumerevoli problemi economici e sociali che affondano l’Italia e che ingrigiscono la vita degli Italiani. Sebbene non sia certo una novità, che l’Esecutivo ed il Parlamento siano “ingessati” sulle questioni politico-giudiziarie di Silvio Berlusconi, il fatto di udire una voce fuori dal coro, dissenziente e che non fa sconti, provenire proprio dal “ramo” Cattolico della Società – quello dal quale, a suo dire, trae “ispirazione” il Presidente del Consiglio – è indubbiamente una lieta novella. Ora, “mutatis mutandis”, non resta che aspettare che il solito “Giornale” di famiglia cerchi di “ridimensionarlo”, mettendo in piedi l’ennesima inchiesta artefatta e mistificatrice, volta a dimostrare che anche negli “ambienti Vaticani” si muovano dei pericolosi “dissidenti comunisti”…

Sergio Marchionne, Amministratore Delegato del Gruppo FIAT. D’accordo, almeno sulla carta, è uno dei Managers più capaci e lungimiranti del Pianeta. Il CEO ideale di ogni Corporation… Nel mondo reale, tuttavia, a parte il fatto di aver “rallegrato” il Presidente Statunitense, Barack Obama, evitando il fallimento della Chrysler, dimostra d’essere un “condottiero” freddo, saccente e un po’ presuntuoso. In effetti, come se la decisione di “tagliare” Termini Imerese e quella di “riconvertire” Pomigliano d’Arco a suon di “revisioni contrattuali” – nel nome dell’ennesimo riassetto dei conti societari e della prostrazione ai dettami del Mercato – non fossero già abbastanza preoccupanti, sia socialmente, sia per l’economia di un intero Paese, è giunta la “scelta di eludere” il provvedimento del Giudice del Lavoro – a lui imputabile in qualità di Líder máximodell’azienda – che ha imposto il reintegro di tre dipendenti dello stabilimento di Melfi, precedentemente licenziati per un presunto sabotaggio della linea di produzione. Qualora poi si consideri, il clima di scontro totale da lui instaurato con l’ultimo Sindacato d’Italia, la FIOM-CGIL, nonché il suo continuo ricorso a velate minacce di delocalizzazione all’estero degli impianti Italiani, si comprende perché qualche dubbio attorno alla sua “figurata dorata” sia più che lecito. A quarant’anni dalla stesura dello Statuto dei Lavoratori, con la sua politica pare tornata in auge la contrapposizione dura e pura tra padroni ed operai, di un tempo che fu. E poi parlano del “valore sociale del fare impresa”. Davvero un bel modo di rispettarlo.

LUGLIO 2010

Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati. Dopo il durissimo scontro verbale avuto con Silvio Berlusconi – durante la Direzione Nazionale del PDL,  tenutasi a Roma lo scorso Aprile – l’ex leader di AN ha finalmente avviato la sua attesa “discesa in campo”, dichiarando la propria indisponibilità ad assistere, senza combattere, alla trasformazione del Partito che ha contribuito a fondare, in una sorta di “assemblea del capo”, priva di ogni possibilità di discussione e di contrapposizione costruttiva. Più democrazia nelle scelte, maggior riguardo per i punti di vista differenti, maggiore rispetto per le Istituzioni e per le “vere” questioni (economiche e sociali) che affossano il Paese. Questo è il “conto” presentato al Presidente del Consiglio… Come dargli torto? Non resta che aspettare e vedere come sarà sconvolta la geografia delle Politica Italiana, da qui ai prossimi mesi. Comunque vada: “Grazie Presidente”!

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri. “La Maggioranza è salda e il Governo non è a rischio”, pertanto, a parer suo, potrà proseguire serenamente nel processo Riformatore ormai avviato nel Paese (a chiacchiere). Tuttavia, mettendo piede sulla Terra, qualcosa sembra non tornare… Ammettendo infatti, che il PDL regga lo sconquasso provocato dalla creazione di un secondo Gruppo Parlamentare, che accolga i cosiddetti “Finiani”, c’è da chiedersi quali siano le Riforme Istituzionali da portare avanti, visto che negli anni in cui l’uomo di Arcore ha avuto l’onore di guidare la Nazione, ha pensato bene di “girare in tondo” sui suoi problemi imprenditoriali e giudiziari, piuttosto che regalare ai cittadini l’agognato “Nuovo Miracolo Italiano”. Insomma, è giunta l’ora di dire basta, alla sterile Politica degli slogan e delle promesse, fatta di sogni, sorrisi e “canzuncelle” Napoletane.

Ilda Boccassini, Sostituto Procuratore della Repubblica, presso il Tribunale di Milano. Coordinando gli investigatori di mezza Italia, dopo due anni d’indagini è riuscita ad assestare un colpo durissimo alle mire espansionistiche della ‘Ndrangheta, fuori dai confini della Calabria. I quasi 300 arresti effettuati – a fronte di un’inchiesta che attende sviluppi – oltre a scoperchiare una “cupola del malaffare” dedita alle estorsioni ed all’usura, hanno dimostrato la profonda e preoccupante infiltrazione delle cosche a Milano e in Lombardia. Per tale ragione, non stupisce affatto che l’ultima “gallina dalle uova d’oro” individuata dalle “famiglie” fosse l’Expo 2015 Meneghino. Grazie all’opera di tanti benemeriti Magistrati come “Ilda la rossa”, Legalità e Giustizia sono valori che hanno ancora un senso… Anche in Italia.

Nicolas Sarkozy, Presidente della Repubblica Francese. Tirato in ballo in un’indagine su presunti “fondi neri” circolati durante la campagna elettorale per le Presidenziali del 2007 – che sarebbero finiti, guarda caso, nelle sue tasche di candidato dell’UMP – il Capo dell’Eliseo, anziché chiarire la vicenda innanzi ai Magistrati, ha cominciato a “sparare” polemicamente a destra e a manca, parlando di “menzogne e calunnie volte a discreditare il suo operato”. Che sia stata tutta opera del suo ex compagno di Partito, ed ora acerrimo nemico, Dominique de Villepin? Comunque sia, dopo tanti giri di parole, egli ha scelto la soluzione “ideale e a costo zero” che oggigiorno pare andare per la maggiore nei “circoli del Potere”: mettersi di fronte ad una telecamera e “rassicurare” la Nazione. Insomma, anche in Francia hanno potuto saggiare il più classico e genuino “uso privato della Televisione Pubblica”. E chissà perché, ciò mi suona un tantino familiare…

GIUGNO 2010

David Cameron, Primo Ministro del Regno Unito. Non è mai troppo tardi! Già, non è mai tardi per chiedere scusa di un errore, soprattuto quando tale “errore” abbia causato la morte di quattordici persone. Definendo “ingiustificata” la strage di Londonderry, Irlanda del Nord, compiuta da un reparto di paracadutisti dell’Esercito Britannico, nel lontano 1972, il giovane Primo Ministro ha finalmente riconosciuto l’innocenza di quanti persero la vita in quella maledetta “Bloody Sunday”. Dopo anni di battaglie giudiziarie e di inchieste più o meno insabbiate, è giunto un atto di coraggio, di speranza e riconciliazione, nel nome della Pace e della Verità.

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio. Una nota canzone così risuonava: “Parole, parole, parole…”. L’uomo che della comunicazione ha fatto un business, colui che dal video annunciò al mondo la sua “discesa in campo” per salvare l’Italia dal baratro, il massimo teorico della “televendita politica”, ultimamente pare aver “perso la lingua”. In effetti, a parte interviste “amiche” e chiacchiere senza contraddittorio vomitate addosso al Paese, in un continuo senza capo né coda, il “caro leader nostrano” ha preso a tirarsi indietro dal confronto diretto con quanti non la pensino – a ragione – come lui. Davvero un bell’esempio di Libertà e Democrazia. Complimenti!

Michele Santoro, libero giornalista Italiano. Conclusa tra le polemiche la stagione di “Annozero” – per colpe certamente non sue – gli si deve riconoscere, come d’uso, di aver tenuto alto il livello del dibattito politico, affrontando in ogni puntata quei temi economici e quelle questioni sociali che “qualcun altro” avrebbero preferito nascondere, tra falsi sorrisi, artificiosi applausi, ed affatto poetiche rime a base di “fiducia ed ottimismo”… Fremente è l’attesa, immutata è la speranza, di assistere al suo ritorno in Rai, a Settembre. L’oscuramento non passerà!

Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto. Ci risiamo. Di nuovo alle prese con le sciocche manifestazioni pseudo-campanilistiche della Lega Nord. Il neo Governatore dell’ex “locomotiva del Nord-Est”, appena restituite le sue deleghe di Ministro della Repubblica – sulla cui Costituzione aveva giurato, accettandone valori e princìpi – ha pensato bene di esibire la propria “Fede Padana”. Come definire altrimenti, il fatto di aver preteso che l’Inno di Mameli cedesse il passo al Và Pensiero di Verdi, nel corso dell’inaugurazione di una scuola del Trevigiano? Davvero una bella “lezione di leadership”, impartita a dei giovani scolari, futuro della Nazione. Una vergogna senza fine.

Francesca Schiavone, campionessa di tennis. Giù il cappello di fronte alla prima connazionale che sia riuscita a vincere il Torneo del Roland Garros. Davanti a migliaia di spettatori entusiasti, in un sol colpo, la trentenne Milanese ha sconfitto l’Australiana Samantha Stosur e messo in soffitta Adriano Panatta, ultimo Italiano capace di “domare” la terra rossa di Parigi (era il 1976). Dopo anni di sofferenza e delusioni, per il tennis nostrano paiono tornati i tanto sospirati “momenti di gloria”. Finalmente!

Valentino Rossi, campione di motociclismo. In tanti anni di “onorato servizio”, non ha mai dovuto far fronte ad incidenti gravi e che potessero metterne a rischio la carriera. Proprio per questo, quello capitatogli durante le prove del Gran Premio d’Italia, al Mugello, ha finito per essere oltremodo beffardo. In effetti, senza considerare il danno fisico conseguente alla caduta dalla sua M1 – frattura della tibia e del perone della gamba destra – il “Dottore” ha visto sfumare ogni possibilità di vincere il Mondiale 2010 di MotoGP, dando via libera al suo principale avversario e compagno di scuderia, Jorge Lorenzo. Chissà cosa faranno in casa Yamaha, allorché si troveranno a dover gestire due campioni del mondo, l’un contro l’altro armati?  Ai tifosi non resta che aspettare la prossima stagione, quando il ritorno in piena forma del centauro di Tavullia – magari a bordo di una “rossa moto Italiana” – riaccenderà la sfida.

MAGGIO 2010

Michel Platini, Presidente dell’UEFA. Sarà stata forse la nazionalità di “le Roi Michel” a far parlare i maligni, ma era immaginabile che la Francia, alla fine, si sarebbe vista assegnare l’organizzazione degli Europei di calcio 2016. Una lieta realtà, che di botto ha spazzato via tutte le Italiche velleità di accaparrarsi la manifestazione. Già, lieta perché dopo tutto – viste le innumerevoli vicende d’illecita “spartizione” di denaro pubblico, tra potenti, parenti, amici, cani e porci, che scandiscono i giorni di un “Belpaese” sempre più traballante – ci si può solo rallegrare dello scampato pericolo. Evitato sul nascere un nuovo buco di bilancio, che avrebbe fatto la gioia di “quattro pallonari” della Domenica e dei “soliti ignoti”… Come dire: il primo caso di “conflitto d’interessi” davvero “produttivo” per tutti.

Horst Köhler, Presidente della Repubblica Federale Tedesca. Adesso cambieranno la Storia. Diranno che le sue parole siano state fraintese, che il giornalista abbia scritto il falso, o che si sia trattato di un “calcolato attacco” ad un grande uomo politico… Sta di fatto che le dimissioni conseguenti alle sue ultime dichiarazioni – circa le ragioni di tipo “commerciale” che spinsero la Germania ad aderire alla coalizione ISAF, in terra Afghana – siano vere, definitive ed irrevocabili. Che si sia trattato di una gaffe, o meno, bisognerebbe porlo in cima alla lista dei candidati al prossimo Premio Nobel per la Pace. Il suo merito? Aver contribuito a dimostrare l’unica causa dei conflitti armati: la pecunia!

José Mário dos Santos Félix Mourinho, allenatore calcistico. Non c’è dubbio: è un rivoluzionario capace di smuovere a dovere, quella distesa di letame che è il mondo del pallone, fatta di vecchi “ingessati”, di chiacchiere e polemiche inutili, di conti “truccati” e di “puponi” viziati. Un esempio indicativo del politicamente “scorretto”, saccente ed egocentrico… Ma è anche e soprattutto un uomo vincente, lungimirante e libero di sbattere la porta in faccia, a chi abbia creduto di averlo “legato al palo” a forza di milioni. In poche parole: un individuo che sa fare bene il suo mestiere e che continua a credere che i sogni possano realizzarsi ogni giorno, nonostante tutto e tutti. Un plauso speciale allo “special one”.

Anthony Hayward, CEO della BP. Alla guida di una multinazionale petrolifera Britannica, che del proprio impegno nell’innovazione, nella ricerca nel campo delle energie alternative e della tutela dell’ambiente fa un vanto – pur restando saldamente ancorata al proprio originario e poco ecologico “core business” – è anche il Responsabile del disastro causato dalla Deep Water Horizon nel Golfo del Messico. D’altronde “non poteva non sapere” visto che le scelte del “braccio” dipendono dalla “mente”. Il problema è che, “Piano B” dopo “Piano A” e “Piano D” dopo “Piano C”,  la devastazione delle coste e dei fondali marini, causata dalla perdita di greggio, proceda imperterrita a ritmi allarmanti, facendosi beffe di pompe, aspiratori e cappucci, che ben poco paiono avere a che fare con un pozzo di petrolio… Pensare che l’eccezionale risonanza internazionale si debba al fatto di aver colpito principalmente gli Stati Uniti di Barack Obama, fa rabbia per quanto sia incontrovertibile. C’è solo da chiedersi cosa possa mai avvenire in Paesi come la Nigeria, o il Venezuela, dove “tutto si può perché tanto pochi o nessuno vedono” e dove al massimo il “gambero fritto nell’oro nero” tocca ad un poveraccio locale, piuttosto che ad un “ciccione a stelle e strisce”. Come dire che anche di fronte ai “danni reali provocati dall’economia reale”, la solidarietà ed il ravvedimento operoso dipendano dal peso di colui cui si è “pestato i calli”… La solita Giustizia da “quattro soldi”!

Nick Clegg e David Cameron, rispettivamente Vice Primo Ministro e Primo Ministro del Regno Unito. Alla fine hanno vinto loro, a causa del “ritiro dell’avversario” per manifesta inferiorità… Eh già, perché dopo gli anni dei “trionfi di carta” di Tony Blair, ed i pochi e sciagurati mesi trascorsi da Gordon Brown al numero dieci di Downing Street, i Laburisti hanno dilapidato una montagna di consensi, allontanandosi dal proprio bacino elettorale, a causa di scelte impopolari sia sul Fronte Interno, sia su quello Estero. Dal modello di sviluppo crescente ed irrefrenabile, dall’economia anti-crisi del benessere generalizzato “pagato a debito”, si è passati di botto alla crisi dell’Economia. E sullo sfondo, i soliti conflitti armati d’oltre-confine, che continuano  a sfornar cadaveri… Finita l’illusione di essere i “re del mondo” e del “chi fa da sé fa per tre”, i sudditi di Sua Maestà si sono risvegliati con più debiti, con meno soldi, e con il solito Amletico dubbio: “Europa si, o Europa no”? Il risultato delle urne ha portato ad una Coalizione tra Conservatori e Liberal-Democratici – più consona alla meretrice Politica di casa nostra – finendo per disorientare ulteriormente i cittadini, i “soliti” ingordi Mercati e gli stessi neo-alleati di Governo. Ma almeno ha portato una ventata di novità nella Camera dei Comuni… Che fortuna sfacciata questi Inglesi!

Claudio Scaiola, Ministro dello Sviluppo Economico. Chi abbia pagato cosa, quanto e come, lo diranno i Magistrati. Sempre che, nell’Italia delle Prescrizioni e dell’accomodamento giudiziario, le indagini avviate giungano a qualcosa di concreto e magari ad un Processo… Le sue dimissioni hanno comunque lasciato sguarnito un settore chiave dell’Esecutivo, soprattutto in tempi di crisi come quelli attuali, in cui oltretutto “pesa” la mancanza di un Piano Industriale serio ed efficace e che ridia qualche speranza al futuro del Paese. Fortuna che il solito “Presidente operaio” si sia rimboccato le maniche, assumendone la carica ad interim. E’ un po’ come dire che dal “fronte Colosseo” si sia passati alla “Fossa dei Leoni”…

APRILE 2010

Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati. Finalmente! Già, finalmente qualcuno che si tiri fuori dalla melma della Politica proto-Parlamentare e pseudo-Governativa e dica davvero come la pensi, in merito a questioni prioritarie sia per il presente, sia per il futuro della Nazione. Il suo scontro frontale con quello che da troppo tempo agisce e ragiona come un “monarca assoluto” dei nostri tempi – Silvio Berlusconi – pare destinato a regalare a questo sciagurato Paese un avvenire di “rinascita e progresso”. E’ il momento di dire basta alle manovre di Palazzo che da troppo tempo soggiogano ed opprimono il “popolo tricolore”. L’uomo, il cittadino, lo Statista Gianfranco Fini, può, con pieno diritto, aspirare ad esserne la nuova “guida”. Non c’è che dire: “folgorato sulla via di Damasco”… Avanti tutta!

Gianni Alemanno, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri, gli ex “colonnelli” di Alleanza Nazionale. Va dove ti porta il cuore, o dove ti porta la pura convenienza personale, politica, ed istituzionale? Questo potrebbe essere il dubbio assillante che giunga a turbare il sonno dell’uomo qualunque. Almeno quando si consideri che dopo la creazione del PDL, essi abbiano abbracciato lo “stile Berlusconi” di fare Politica, abbandonando i propri ideali d’origine e soprattutto mettendo in minoranza il proprio vecchio leader, Gianfranco Fini, ed i suoi intenti di creare una Destra, Riformatrice e Riformata, in grado di dare un nuovo volto all’Italia e nuove speranze ai suoi cittadini.  “Uno per tutti, tutti per uno”? Beh, forse sarebbe meglio chiedere ai diretti interessati…

Gino Strada, medico chirurgo Italiano, fondatore di Emergency. Da sempre preso di mira dagli innumerevoli detrattori di quella truce “Politica delle chiacchiere” mascherata da “pseudo-politica del fare” e spesso attaccato anche da certa “società civile”, per la sua benemerita scelta di aiutare il prossimo, là dove ogni intento di Cooperazione Governativo si fermi per lasciar spazio al conflitto, ed al suono cupo delle armi, è tornato suo malgrado agli onori delle cronache, per vile “ragion di Stato”. Il fatto di aver subito l’onta dell’accusa di Terrorismo, in capo alla sua Fondazione Umanitaria, sta a dimostrare che il Sistema contro cui combatte, sia sempre lì, pronto a rinfacciargli con accanimento, la sua “scomodità”. E’ proprio vero: “nemo propheta in patria”.
Franco Frattini, Ministro degli Esteri del Governo Italiano. Se è pur vero che rivesta un ruolo tanto importante quanto stressante e pieno di responsabilità innanzi al mondo, come capo delle Diplomazia Tricolore, è parimenti vero che “pre-giudicare” situazioni in divenire, com’è stata quella dei tre cooperanti di Emergency si sia rivelata una vera e propria “caduta di stile”. Predicare dal pulpito della contrapposizione politica è troppo facile, ma non chiedere scusa per delle affermazioni discutibili, perché senza fondamento, lo è ancor di più. Io sto con Emergency.

MARZO 2010

Antonio Catricalà, Presidente dell’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato). Di fronte alle tante manovre speculative di questa o quell’azienda, la sua benemerita opera di difensore del consumatore e del cittadino può solo essere condivisa e sostenuta senza remore. Che si tratti di accordi di cartello che “guastano” la concorrenza tra imprese, di pubblicità ingannevole, o di conflitti d’interesse, che si tratti di “Petrolieri”, operatori delle telecomunicazioni, compagnie assicuratrici, o banche, (ecc. ecc.) è sempre pronto a scendere in campo per il bene comune. Alla guida di un’Istituzione che funziona – tra tante altre che latitano e delle quali si potrebbe fare a meno per il bene dei conti dello Stato – coadiuvato da gente che lavora davvero, non si può che esprimere la massima soddisfazione, rinnovandogli stima e fiducia, dicendogli grazie! Se non fosse tanto bravo e se non corresse poi il rischio di “girare a vuoto” lo proporrei come Guida Politica della Nazione. Comunque sia: avanti tutta!

Joseph Alois Ratzinger, alias Papa Benedetto XVI, Vescovo di Roma, Vicario di Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Primate d’Italia, Arcivescovo Metropolita della Provincia Romana, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, Servo dei servi di Dio. Se non fosse che le durissime accuse provenienti da Irlanda, Germania, Austria e Stati Uniti necessitino di approfondite indagini, processi certi e condanne severe, radicali e risolutrici, si potrebbe gridare al complotto contro l’Istituzione che rappresenta. L’infamia di aver “coperto” vari esponenti delle Gerarchie Ecclesiastiche, rei di aver compiuto negli anni numerosi atti di violenza sessuale su minore, dev’essere assolutamente provata o cancellata, prescindendo da ogni dogma mediatico di autodifesa. Sia per contrastare l’epidemia laicista – che ha sostituito il condivisibile ideale di Stato Sovrano Laico ed equidistante dalle Religioni e che mette a rischio la sopravvivenza stessa del Cattolicesimo – sia e soprattutto per ripagare in minima parte tanti innocenti, privati della propria dignità e di un pezzo della propria vita. Dopo tutto la Giustizia è sempre Giustizia, anche quando riguardi eventi di 10, 100, 1000 anni fa. Non si deve certo attendere il trapasso a “miglior vita” affinché nell’Altro Mondo qualcuno si prenda la briga di vestire i panni del Giudice Divino. In God we trust!

Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America. Non v’è alcun dubbio: è un predestinato al compimento di “grandi cose” per l’America e per il mondo. Il primo inquilino della Casa Bianca ad aver infranto il tabù del colore della pelle, già Premio Nobel per la Pace, è riuscito là dove nessun tronfio predecessore di idee Democratiche (vedi Bill Clinton) era riuscito: riformare la Sanità U.S.A.. Come accadde con il Social Security Act e con il Medicare, la sua Health Care Bill rivoluzionerà gli standard dell’assistenza sanitaria del Paese a “stelle e strisce”, concedendo le cure di base ad oltre trenta milioni di cittadini meno abbienti, che fino ad oggi ne erano privi. Se da una lato ciò renderà certamente e meritoriamente più dura la vita alle Società Assicuratrici private – che fino ad oggi hanno fatto il bello ed il cattivo tempo a spese della salute dei malati – d’altro canto renderà indelebile il ricordo di Obama, nei libri di Storia, affiancandone il nome a quelli di Franklin Delano Roosevelt e di Lyndon Baines Johnson, pionieri della Legislazione Sociale nella Patria del Capitalismo e dell’individualismo Liberista. Ed ora sarà la volta della Riforma dei Mercati e dell’Alta Finanza “predatoria”… Yes we did! (Magari accadesse anche in Italia).

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri. Mentre oltreoceano Barack Obama fa la Storia, in Italia si continuano a soffrire i drammi della crisi economica che passa, che è passata, che passerà, ma che in realtà resta sempre “al palo”. In effetti, è cosa tristemente nota, che il Capo del Governo continui imperterrito nella propria convention mediatica senza fine – anziché tentare di risolvere i problemi del Paese e dei cittadini – limitandosi alla declamazione di slogan che regalano sogni e promesse a destra e a manca, al narcisistico riflesso nell’auto-compiacimento e alla scontata e sterile recita di “filippiche” ed insulti all’indirizzo di avversari politici, magistrati, giornalisti o semplici critici del suo modo di amministrare la “cosa pubblica”. Oltretutto, l’approssimarsi delle Elezioni Amministrative ha reso ancor più evidente la discrasia esistente tra “Berlusconiano” Potere Costituito e Popolo Sovrano. L’auspicio, nel nome del bene comune, è che dallo strumento Democratico per eccellenza, il voto, giunga una scossa che riporti a più miti consigli il nostro “supremo leader”, lo Statista di Arcore. Meno male che Silvio c’è… Ancora per poco, si spera.

FEBBRAIO 2010

Jetsun Jamphel Ngawang Lobsang Yeshe Tenzin Gyatso, leader politico e spirituale del popolo Tibetano. Finalmente, dopo anni in cui la questione Tibetana è stata affrontata solo da pochi rappresentanti del giornalismo, della cultura e dello spettacolo, il XIV Dalai Lama è stato ricevuto alla Casa Bianca dal Presidente Statunitense Barack Obama, per una visita che – seppur “privata” – è stata un evento di portata storica, poiché se da un lato ha riconosciuto di fatto il suo status di Capo di Stato, dall’altro ha messo fine ai decenni di assordante silenzio diplomatico imposti da Washington. A nulla sono valse le minacce di ritorsione economica e politica rilasciate dalle Autorità di Pechinoche ritengono Gyatso un pericoloso sovversivo – e diffuse prima dell’incontro, né le proteste diplomatiche ufficiali presentate subito dopo all’Amministrazione U.S.A.. Anche se il summit difficilmente potrà avere ricadute positive, per un ritorno alla piena indipendenza del Tibet – territorio Cinese ormai da 60 anni – ha quantomeno dimostrato che non sempre i supremi princìpi di Libertà e Giustizia debbano soccombere di fronte alle “prevaricazioni” dell’economia e del mercato… E questa è una gran bella notizia!

Guido Bertolaso, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, incaricato del coordinamento degli interventi di prevenzione in ambito Europeo ed internazionale, rispetto ad eventi di interesse di protezione civile. Nelle recenti vicende di malagestione della Cosa Pubblica, che lo vedono indagato insieme ad alcuni collaboratori, a noti imprenditori e agli immancabili “faccendieri”, si è saputo sapientemente cucire addosso gli abiti del Santo, agli occhi dell’Opinione Pubblica. Al riguardo, sebbene nessuno possa dubitare della sua innocenza fino a prova contraria, è certamente vero che la sovraesposizione mediatica che lo vede affaccendato in una “maratona” a difesa del proprio operato, sia davvero eccessiva e fuorviante – se non addirittura lesiva dell’operato della Magistratura – anche in considerazione del fatto che, sicuramente, essa non sarebbe mai stata assicurata a nessun altro cittadino della Repubblica Italiana. La politica “dei due pesi e due misure” insomma, è sempre un’immancabile (ed immorale) garanzia a tutela del Potere Costituito. Inoltre, non può non essere criticata la scelta di rassegnare le dimissioni e di ritirarle repentinamente una volta vistasi confermare la fiducia dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha pensato bene di difenderlo a spada tratta, dai teoremi architettati dai soliti PM Comunisti, descrivendolo come benemerito servitore dello Stato e degno rappresentante del “Partito del fare”… Eh già, del “fare presto le valigie”!

Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America. Dopo un breve periodo di appannamento, in cui ha perduto buona parte del consenso popolare a causa di alcune scelte compiute dalla sua Amministrazione, pare esser pronto a “tornare in sella” più deciso che mai. Coniugando bene i propri ideali con un solido pragmatismo politico, dopo aver salvato il Sistema Finanziario U.S.A. dalla bancarotta – tralasciando forse un po’ troppo i bisogni della gente comune – ha deciso di rivestire i panni dell’uomo della speranza e del cambiamento. Indirizzando i propri sforzi verso la creazione di nuovi posti di lavoro, ed il rilancio dell’economia reale, ha stanziato fondi miliardari, attraverso l’eliminazione dal Bilancio Federale di tante spese inutili e purtroppo di alcune spese lodevoli e scientificamente rilevanti – ma al momento superflue – come quelle legate alla “corsa alla Luna” del XXI secolo. Sul piano internazionale invece, non si può non condividere la sua decisione d’incontrare il Dalai Lama, capo dello Stato Sovrano del Tibet, a dispetto delle minacce diplomatiche dello storico “occupante Cinese”. In tutto ciò, una sola grande pecca: la scelta di destinare oltre 700 miliardi di Dollari al settore della Difesa, che gli ha fatto superare il “guerrafondaio” George W. Bush sul podio del massimo finanziatore nella storia del Pentagono. Ma come si sa: c’est la guerre!

Marco Castoldi aliasMorgan, musicista Italiano. Seppure sia indubbio che la linea editoriale di certi periodici si basi su cronache un po’ artefatte, su mezze verità e su frasi estrapolate da un contesto indefinito – cosicché si finisca per pubblicare servizi ed interviste, che poi vengono immancabilmente fraintese, smentite e ritrattate – di fronte alla bufera mediatica e politica scatenata da alcune sue dichiarazioni ad un noto mensile, in cui ha rivelato il personale uso di Cocaina quale “farmaco anti-depressivo”, non ci si può che rammaricare e sentir delusi. In effetti, se per un verso l’onestà “intellettuale” che ha dimostrato sia alquanto lodevole, in un mondo in cui a dominare è l’ipocrisia, d’altro canto non ci si può dimenticare che la sua fama raggiunga soprattutto gli adolescenti e come si sa, a quell’età non si fa che prendere a modello artisti “belli e dannati”, con le immancabili conseguenze negative che ciò comporti. E poi capita, che si vadano a ricercare le ragioni, della crescita smisurata del consumo di droga tra i giovani, così come dimostrato da numerosi studi medico-scientifici… Insomma, sarà pur vero che la “verità stia nel mezzo” ma questa sterile “provocazione” poteva davvero risparmiarsela!

GENNAIO 2010

Steven Paul Jobs, co-fondatore ed attuale CEO della Apple Inc. All’impareggiabile lungimiranza di quest’uomo – degno rappresentante del mitico self-made man Americano – dobbiamo prodotti rivoluzionari come iPod, iPhone, iTunes, Mac OS X e sua maestà il Macintosh – il Mac per gli amici – un computer dalle prestazioni ineguagliabili, che “solo se ce l’hai puoi capire la differenza” e che, fin da subito, ti convince che tutto il resto non possa che essere una “copia mal riuscita”… Come se tanti capolavori non fossero già abbastanza per rallegrare gli amanti della tecnologia, ha pensato bene di regalare al mondo iPad,vale a dire un “gingillo” che si colloca tra un computer portatile e un telefono cellulare di “prossima” generazione. Insomma, una sorta di “terza via” dell’informatica, che come al solito finirà per incidere positivamente sul modo di lavorare, di comunicare e di divertirsi della gente. Con lui, è proprio il caso di dirlo, il futuro è adesso. Semplicemente un genio!

Tony Blair, uomo politico Britannico, già Primo Ministro del Governo di Sua Maestà tra il 1997 ed il 2007. Dopo lunghe attese, accesi dibattiti, ed aspre polemiche, finalmente è comparso innanzi alla Commissione d’inchiesta sulla guerra in Iraq – voluta dall’attuale Premier Gordon Brown – per chiarire le reali ragioni del conflitto che portò alla destituzione di Saddam Hussein. Intenzione dell’Esecutivo, spinto dalla crescente indignazione dell’opinione pubblica, oltre che da premure “elettorali”, è quella di dimostrare una volta per tutte se l’ex Golden boy della Politica d’Oltremanica abbia mentito al Parlamento, allorché giustificò l’invio dei Royal Marines nel Paese Mediorientale – appoggiando l’analoga iniziativa di George W. Bush – con la necessità di scongiurare l’impiego di (inesistenti) armi di distruzione di massa da parte del regime “terrorista” Iracheno, paventando il rischio un nuovo “11 Settembre”. Seppure la Storia insegni che per Potenti, Prepotenti ed ex-Potenti di turno, onore e lealtà siano spesso delle chimere, non resta che sperare che la giustizia faccia il suo corso e che la verità non venga meschinamente insabbiata, com’è d’uso. Lo chiede il popolo e soprattuto lo chiedono le famiglie delle decine di militari morti, inciampando su una menzogna! “BLIAR” now testify! It’s right outside our door!

Nicolas Sarkozy, Presidente della Repubblica Francese. Se non fosse per le giuste accuse di nepotismo mossegli di recente – mentre tentava di “piazzare” suo figlio Jean alla guida del quartiere d’affari Parigino “La Défense” – parrebbe essereuno dei pochi leaders del mondo ad avere le idee ben chiare in testa, tanto in Economia, quanto in Diplomazia. In effetti, se da un lato si appresta a proporre al G8/G20, la sua riforma della Regolamentazione Bancaria globale (la cui anarchia ha condotto fino alla devastante crisi economica corrente) e la fine dell’era di Bretton Woods mediante un nuovo Sistema Monetario Internazionale, dall’altro si è proposto come influente “voce fuori dal coro”, negando l’invio di un ulteriore contingente militare in Afghanistan, come richiesto dalla NATO, ed in special modo dagli Stati Uniti, a tutti gli Alleati impegnati nella missione ISAF. Insomma, in un mondo tutto uguale e falsamente schierato su posizioni univoche e comuni, ben venga un po’ di sano decisionismo “rivoluzionario”. D’altronde: “la grande politica è quella delle risoluzioni audaci”…

Franco Frattini,Ministro degli Esteri del Governo Italiano eHillary Clinton, Segretario di Stato dell’Amministrazione Statunitense. Sarà perché si trovino entrambi alla guida delle rispettive Diplomazie, o forse perché non perdano occasione per dichiararsi “amici personali”, resta il fatto che non abbiano trovato di meglio da fare che coalizzarsi per “demolire” politicamente Guido Bertolaso, reo di aver descritto come “patetica” la situazione degli aiuti internazionali prestati ad Haiti. In particolare al nostro Responsabile delle Emergenze – che aveva additato la massiccia, ingombrante, ed inutile presenza delle migliaia di militari, ivi inviati da Washington – è stata imposta una sorta di “abiura pubblica”, volta a riparare l’incipit di un incidente diplomatico tra i due storici Alleati. La successiva pubblicazione sul Wall Street Journal, di un articolo aspramente critico dell’intervento umanitario voluto da Barack Obamaun’occupazione militare, più che un’operazione di soccorso alla popolazione – seppure abbia rinfocolato le polemiche, ha avuto almeno il merito di ristabilire un poco di verità e giustizia, a dispetto delle solite, insopportabili mistificazioni della Politica… D’altronde, come affermava Calvino: “la menzogna non è nel discorso, è nelle cose”!

Guido Bertolaso, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, incaricato del coordinamento degli interventi di prevenzione in ambito Europeo ed internazionale, rispetto ad eventi di interesse di protezione civile. “Aver parlato chiaro”… Questa pare essere la colpa che tutti i bigotti fautori della Politica Nazionale ed Estera gli rimproverano, in relazione alle dichiarazioni da lui rilasciate, proprio mentre “toccava con mano” la catastrofe Haitiana. Visto che la sua storia di uomo delle emergenze parla da sé, è quantomeno ridicolo che si dubiti delle sue capacità critiche e professionali, quando descriva al mondo la mancanza di un efficace coordinamento nel prestare i soccorsi alla popolazione, o quando sottolinei l’incapacità Americana di portare aiuto, senza mettere in piedi un’inutile occupazione militare. Innanzi alle mistificazioni della diplomazia ha finito per essere abbandonato da tutti, dovendo abiurare – sotto la spinta del Governo – quanto lucidamente affermato poco prima. Adesso fa quasi sorridere sapere che fosse in procinto di andare in pensione, giusto alla fine del 2009, salvo esser convinto in extremis da Silvio Berlusconi, a rimanere “in sella” per altri 12 mesi… Ma come dice il proverbio: “il mondo ricompensa come il caprone che da cornate al suo padrone” …

Pier Ferdinando Casini, Deputato della Repubblica Italiana, leader dell’UdC. Pensavamo che la “ridondante” Politica Democristiana del XX secolo fosse finita da un pezzo, ed invece, “buttando un occhio distratto” verso le grandi manovre che i “centristi” stanno compiendo per “dire la loro” attorno alle candidature per le prossime Elezioni Amministrative, pare davvero che ci si debba ricredere. Che si chiami Politica dei “due forni”, demagogia ideologica o più semplicemente voglia di poltrone, non è che cambi molto. In effetti, sebbene la Governabilità degli Enti locali sia più semplice e proficua (…forse) qualora si possa contare su ampie maggioranze consiliari e seppure sia indiscutibile che la Libertà di aderire a questa o a quella coalizione, sia propria di ogni formazione politica, è parimenti vero che l’onestà verso l’elettorato debba essere la “stella polare” dell’azione di ogni Partito… O altrimenti, affermare che l’Italia viva nella II Repubblica si rivela nient’altro che lo “slogan da 4 soldi” che è.

Nicola “Nichi” Vendola, Presidente della Regione Puglia. A testa bassa contro tutto e contro tutti, sicuro di aver ben operato nei 5 anni trascorsi alla guida della sua terra natia, alla fine è uscito vincitore dalle “primarie” organizzate dal Partito Democratico, per designare il proprio candidato a “Governatore”, alle prossime Elezioni Amministrative di Marzo. Con una “percentuale Bulgara” ha letteralmente demolito l’avversario Francesco Boccia, ossia l’uomo imposto dall’apparato (per probabile decisione di Massimo D’Alema)a dispetto dei meriti personali e della volontà popolare che caldeggiava la riconferma del Presidente uscente. Insomma, pare che all’interno della Segreteria avessero dimenticato che “gliele avesse già suonate” in occasione della tornata del 2005… E poi continuano a domandarsi perché il responso delle urne sovente sia loro sfavorevole. Come dire: “continuiamo così, facciamoci del male”! Contenti loro…

Massimo D’Alema, Deputato della Repubblica Italiana, Presidente del Copasir. Messi da parte i buoni propositi di fine anno, il 2010 pare essere cominciato davvero male per il “grande manovratore” della Sinistra Italiana. In effetti, una nuova tegola è piovuta sulla sua testa, appena diffuso il risultato eclatante – ma a lui sfavorevole – delle primarie Pugliesi. Insomma, neppure il tempo di godersi beatamente il “successo” di aver condotto il suo fedelissimo Pierluigi Bersani alla guida del PD, che già deve “leccarsi le ferite” provocate dal malcontento del proprio elettorato. La decisione d’imporre l’inutile dualismo “Vendola-Boccia” è stata indicativa della lontananza che separa la Segreteria del Partito dall’uomo della strada, ed ha reso ancor più evidente che i tempi delle scelte “preordinate” dall’alto siano finiti da un pezzo, soprattutto quando si punti ad un modello di amministrazione locale “Federale”. Adesso ci vuole davvero poco ad affermare ai 4 venti, che Nichi Vendola goda dell’appoggio di tutti. Quale insegnamento trarre da quest’esperienza? Beh, che la saccenteria non paghi, naturalmente!

Scott Philip Brown, neo-Senatore del Massachusetts. “Il popolo ha parlato”! Beh, come dargli torto? La sua storica affermazione in uno Stato del New-England, da sempre cassaforte di voti del Partito Democratico, seppure abbia dell’incredibile, era data per certa dagli osservatori di “cose politiche”, vista e considerata la crescente insoddisfazione degli Americani, rispetto alle scelte economico-finanziarie portate avanti dall’Amministrazione Federale. In effetti è indubbio, che la vittoria del candidato Repubblicano debba esser letta come un pesante “richiamo politico” – indirizzato dagli elettori alla Casa Bianca – piuttosto che come un “premio” ai meriti di Brown, ancora tutti da dimostrare. E’ comunque doveroso augurargli buon lavoro, riconoscendo che in un clima di generale sfiducia e preoccupazione, poter contare sul sostegno della gente non possa essere che uno stimolo a fare bene e… A farlo in fretta!

Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America. Questa proprio non ci voleva! Eh già, la perdita del seggio senatoriale del Massachusetts – conquistato dei Repubblicani dopo i decenni di dominio Democratico, assicurati da Ted Kennedy – appare come il preludio di una tempesta politica, che probabilmente andrà ad incidere in maniera profonda sulle scelte Presidenziali, in vista delle prossime elezioni di medio termine. In effetti, come se non bastassero i sondaggi che evidenziano il crollo del suo “gradimento popolare” – sia per i timori legati al prolungarsi della crisi economica globale, sia per la certezza che i conflitti armati sparsi qua e là per il mondo finiscano per assorbire ulteriori risorse finanziarie ed umane, “senza che se ne cavi un ragno da un buco” – l’inquilino della Casa Bianca appare sempre più impegnato a difendersi dal “fuoco di fila” cui lo sottopongono gli avversari politici e i semplici detrattori. In particolare potrebbe essere a rischio quella Riforma Sanitaria “rivoluzionaria”, che da sempre medita di regalare al Paese e che ora dovrà essere in parte ridimensionata e concordata con l’opposizione al Congresso. Insomma, ancora una volta al cospetto della Realpolitik, non resta che aspettare di vedere se i profetici intenti declamati dall’uomo del cambiamento prenderanno vita, o se resteranno invece delle pure e semplici utopie, relegando il motto “Yes, we can” a tante deluse schiere di “HOPEless”…

Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia e Presidente del Financial Stability Forum. L’anno è appena cominciato e a quanto pare, già si prospetta una lotta fratricida sia con il Ministero dell’Economia, sia con quello del Lavoro, circa i Dati Macroeconomici del Belpaese. Diversi i punti di attrito: “la ripresa c’è, anzi no; la disoccupazione è stabile, neanche per idea; il PIL crescerà più del previsto, nemmeno per sogno”! Chissà perché, ma a guardare il mondo reale e la vita quotidiana dei cittadini, è indubbio che il Bollettino Economico e Finanziario prodotto dagli Uffici di Via Nazionale garantisca notizie più dettagliate e veritiere circa l’attuale situazione Italiana… Quantomeno perché emesso da un’Istituzione indipendente dall’Esecutivo e pertanto immune dagli effetti e dai “maneggi” delle prossime ed indifferibili scadenze elettorali.

Ferruccio Fazio, Ministro della Salute del Governo Italiano. Eletto alla prestigiosa carica a metà Dicembre – giusto in tempo per bearsi dell’inatteso dono recatogli da Babbo Natale – è stato immediatamente investito da un’ondata di polemiche, per l’eccesso di allarmismo diffuso intorno al fantomatico virus A/H1N1. Alla fine, la prevista Pandemia legata alla “Febbre Suina” non s’è vista – almeno in Italia – e per fortuna nemmeno le centinaia di vittime preventivate. Restano invece, a futura memoria del contribuente, il danno provocato al Bilancio Statale dalla spesa di decine di milioni di Euro, per l’acquisto di un’inutile scorta di vaccino e la somma soddisfazione delle aziende produttrici. Come dire: al lupo! Al lupo! Quando si dice lungimiranza…