Tony Blair e George W. Bush“Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia”. Otto von Bismarck

Alla fine, è arrivata…

Ebbene si, dopo anni di mal celate bugie, di smentite e mezze verità, è giunta la notizia che rende giustizia a quanti, sin dal principio, sospettassero che la vera ed unica causa della Guerra in Iraq fosse l’oro nero.

Seppure si sapesse ormai da tempo, che le armi di distruzione di massa fossero un semplice “escamotage giuridico”, necessario per giustificare una campagna militare contro uno Stato Sovrano e che i vari proclami di “Libertà e Democrazia per il popolo Iracheno” avessero più che altro, il valore di una “toppa” agli occhi di un’opinione pubblica – da sempre contraria all’avvio di una nuova “Desert Storm” – quel che si continua ad apprendere dai media, getta ulteriore discredito sull’opera di numerosi Rappresentanti della Politica Internazionale, poiché consente di cogliere appieno le “bassezze” di cui essi siano capaci, per puro interesse economico personale ed ingorda sete di potere.

Gli esempi da citare certamente non mancano. Basta rammentare gli affari d’oro fatti da alcune Multinazionali, che prima gestirono la “logistica” del conflitto a supporto delle truppe e che oggi sono impegnate nella ricostruzione delle infrastrutture… Distrutte dai bombardamenti! (Il caso della Halliburton è indicativo, per quanto eclatante, poiché vede le “mani in pasta” dell’ex Vice-Presidente U.S.A., Dick Cheney, un “falco” dell’Amministrazione Bush, che insieme all’ex Segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, ed al “secondo” di questi, Paul Wolfowitz, spinse per “chiudere il Capitolo Iracheno”, una volta per sempre. Quando si dice il caso…).

A dar manforte a quanti avessero visto giusto sul conflitto, è “sceso in campo” il Governo di Baghdad, che in questi giorni è impegnato nell’assegnazione dei diritti di sfruttamento ed ampliamento di una quindicina di campi petroliferi – tra i più ricchi dell’intero Pianeta – dislocati in varie zone del proprio territorio. Alle relative aste, prendono parte le maggiori compagnie petrolifere mondiali, tra cui l’Italiana ENI. Tra i primi consorzi ad ottenere un appalto: Shell-Petronas, BP-CNPC e Lukoil-Statoil (quest’ultimo in particolare, ha vinto la gara per lo sfruttamento del giacimento Qurna Ovest-2, cui recenti stime attribuiscono riserve per ben 12,8 miliardi di barili).

In pochi anni, per la somma soddisfazione del Primo Ministro Al-Maliki, l’Iraq sarà in grado d’incrementare di vari milioni di barili la propria capacità di estrazione e raffinazione, ponendolo al vertice degli Paesi Produttori, assieme all’Arabia Saudita. E state pur certi, che anche i conti in banca dei rappresentanti dell’Esecutivo (senza far distinzione tra Sciiti, Sunniti e Curdi), insieme a quelli dei “soliti noti” della City e di Wall Street, ne beneficeranno ampiamente…

Saddam HusseinBene, ristabilita “formalmente” la Verità, se anche la Giustizia fosse in grado di fare il suo corso, non resterebbe che portare alla sbarra i responsabili di quell’insensata “opzione bellica”, ovvero di un conflitto pienamente “illegale” in base al Diritto Internazionale, che oltre ad aver causato la morte di decine di migliaia di civili e ad aver sacrificato la vita di centinaia di militari della “Coalizione”, ha portato alla destituzione di un Capo di Stato in carica.

Insomma, sarebbe quanto mai opportuno processare, chi abbia consapevolmente mentito, affinché la diplomazia cedesse il passo alle armi, vale a dire: George W. Bush e Tony Blair.

Prendiamo l’ex “simpatico”, ed ex Primo Ministro Britannico. Dopo che alcune inchieste giornalistiche hanno dimostrato che egli avesse delegato ai Servizi Segreti, il compito di “fabbricare” le prove del possesso di armi di distruzione di massa da parte di Saddam Hussein – rendendo così incontestabile l’invasione dell’Iraq – il Parlamento di Sua Maestà ha deciso l’apertura di un’inchiesta, al fine di valutare se sussistano o meno, i presupposti per un’accusa di falsa testimonianza, nei suoi confronti. Il prossimo Gennaio, Blair dovrà dunque comparire in udienza pubblica, davanti all’apposita Commissione della Camera dei Comuni, per fornire la sua “versione” circa le ragioni dell’entrata in guerra a fianco degli U.S.A. nel 2003.

Intervistato al riguardo dalla BBC, ha dichiarato che seppure avesse saputo, che il regime di Baghdad non potesse disporre di un arsenale chimico e batteriologico, avrebbe ritenuto comunque opportuno rovesciarlo, impiegando altre argomentazioni per porre fine alla sua minaccia.

Pozzo IrachenoNell’impaziente attesa che la Storia faccia il suo corso, l’ex leader Laburista lavora “finemente” sul piano diplomatico, nel tentativo di riciclarsi sul piano internazionale. E’ cronaca recente, il fatto che abbia “rischiato” di vedersi assegnare la carica di Presidente del Consiglio Europeo prima e quella di Ministro degli Esteri dell’Unione poi. Per fortuna dei cittadini, entrambe le ipotesi sono rapidamente tramontate, sia per beghe interne alla Sinistra Europea, sia per l’eccessivo “peso politico” del personaggio, avversato dal “decisionismo” dei Governi Nazionali).

Passando al suo “compagno di merende” George W. Bush, da buon campagnolo qual è, se la spassa nel suo ranch di Crawford, Texas, giocando un po’ al cow-boy, un po’ al Petroliere – e perché no, anche al broker –  a spese del contribuente a “stelle e strisce”, costretto suo malgrado, a pagargli la ricca pensione spettante ad ogni ex inquilino della Casa Bianca.

Sulla sua testa, oltre all’accusa di aver commissionato alla CIA la predisposizione di un quadro artefatto, dei rischi legati al Raìs, penderebbe anche quella di aver “aggirato” l’Executive order 1233, ovvero uno specifico Decreto – emanato nel 1976 dal suo predecessore Gerald Ford – che priva della “licenza di uccidere” gli 007 Americani e che a suo tempo li costrinse a cambiare i sistemi sbrigativi usati per eliminare personaggi scomodi, anche e soprattutto all’Estero. Tale norma, più specificamente alla sezione 2.11, recita: “Nessun individuo che è impiegato dal governo americano o agisce per suo conto può essere coinvolto direttamente o indirettamente in un assassinio”.

Ed in effetti, Saddam Hussein è stato “civilmente” condannato a morte dai suoi connazionali, dopo che le Forze Armate di Washington ricevettero l’ordine di “scaricarlo” nelle mani di un Tribunale Provvisorio Iracheno, istituito per decidere – sommariamente – la sorte degli appartenenti al Regime Baathista “dismesso” a suon di bombe.

Insomma, mettendo da parte i supremi princìpi di Giustizia, Libertà e Verità, pare proprio che in fin dei conti, tra le antiquate dittature Mesopotamiche e le moderne democrazie Occidentali si possa trovare un compromesso che così suona: “Pecunia regina mundi”!

…E pensare che tanta gente continua innocentemente a sperare, che dalla Politica e dalla Diplomazia possa uscire ancora qualcosa di buono…

D.V.