ammanettato“Giustizia non esiste là dove non vi è libertà”. Luigi Einaudi

Immagino che tanti di noi nell’apprendere la notizia abbiano aggrottato le sopracciglia, magari pensando: “vabbè sono quasi due miliardi di persone, migliaio in più, migliaio in meno, chi se ne importa”…

Ho in mente il dato impressionante – proveniente dal Ministero della Sanità Cinese e diffuso ieri dal quotidiano “China Daily” – inerente alle modalità con cui avvengono i trapianti d’organo nel Paese Asiatico.

Per chi ancora non lo sapesse, ben il 65% di essi è effettuato con organi espiantati da condannati a morte “executed”, ossia portati al patibolo. In effetti, a fronte del milione e mezzo di interventi salvavita che annualmente dovrebbero essere eseguiti, solo poche migliaia vanno in porto.

Da qui le due alternative: traffico d’organi (predatorio o volontario, ma comunque sul mercato nero) e appunto, l’impiego di quelli di persone giustiziate. Tenendo conto che nel solo 2008 – in base ai dati di Amnesty Interantionalben 1.718 esseri umani siano stati “messi a morte”, perché colpevoli dei reati più impensabili e disparati, è facile capire con che tipo di bestialità si abbia a che fare. E ciò prescindendo dal fatto di essere favorevoli o meno, alla pena capitale (argomento che merita un ampio e specifico dibattito).

Diritti dell’uomo, diritti civili, diritti politici, terminologia da burocrate al cospetto della verità svelata.

Il fatto che per la prima volta sia stata diffusa una notizia tanto agghiacciante, in una sorta di Glasnost in salsa Pechinese, discende dall’impegno Governativo di mettere un freno a tale pratica, poiché per il Vice Ministro Huang Jiefu: “i condannati non sono certamente una fonte adeguata”. Insomma, una politica del tipo: non è mai troppo tardi, ma nel frattempo… Per questo, si provvederà ad educare alla donazione volontaria dei cittadini, usualmente restii per ragioni culturali a farsi “strappar via” dopo la morte, parti del proprio corpo.

Cosa ulteriormente inquietante, a mò di ciliegina sulla torta, è che parecchi beneficiari siano ricchi Occidentali… Che schifo!

Ma almeno finalmente, si dovrà rendere onore e merito ad Amnesty International, che da anni denuncia l’immondo mercato in questione.

Un’ultima considerazione. Alla fine, tutto ciò rende più “sopportabile” sapere che le Italiche prigioni più che di salute, “scoppino di detenuti” e che siano insufficienti nel numero e fatiscenti nella gran parte.

Poco importa insomma, che vi siano circa ventimila “ospiti” in eccesso, ottomila “secondini” in meno rispetto al necessario, che la giustizia continui a funzionare solo per i furbi con le saccocce “piene”… Tanto se “vai dentro” un piatto di lenticchie non te lo nega nessuno e ad esser fortunato, ti può riuscire anche di citare in giudizio lo Stato per “trattamenti inumani e degradanti”, vincere la causa ed essere risarcito.

E magari – se proprio la fortuna ti perseguita – può anche capitare che prima o poi, qualche mente santa ed illuminata – e un po’ bacata – metta di nuovo da parte il pugno di ferro della “sicurezza a tutti i costi” per… Proporre un nuovo indulto “svuota carceri”!

D.V.