“La Politica è una strana cosa. Le regole che si possono enunciare per gli altri mestieri sembra che non si applichino alla Politica. Un uomo politico può cominciare da giovane come accalappiacani e in pochissimo tempo riuscire a farlo dimenticare. Ecco ciò che rende la carriera politica quella che è”. Erskine Caldwell

Occorre fare una premessa, tanto vera quanto indiscutibile: il problema dell’Italia non si chiama Governabilità.

Già, perché al di là d’ogni intento mistificatorio che pare scandire le parole e guidare le azioni di Uomini di Stato ed imprenditori confindustriali, di sindacalisti e giornalisti loro “amici”, d’intellettuali da strapazzo e via dicendo, le “grane” sono ben altre e sono ben note all’uomo della strada.

Sistema scolastico all’anno zero, Ricerca Scientifica abbandonata a sé stessa, disoccupazione crescente, stipendi e pensioni “da fame”, prezzi “fuori mercato”, mancanza di alloggi a costi equi, mancata integrazione del diverso e dello straniero, assenza di etica nella gestione della “Cosa Pubblica”, malversazione diffusa, clientelismo, ecc.

Questi sono i mali. Tutto il resto è solo pomposità terminologica. Una cortina fumogena utile a sviare lo sguardo della gente lontano dai drammi che si trovi a vivere sulla propria pelle e che conducono dritti alla “deriva” personale e familiare.

Dovrebbe dunque esser chiaro, oltre ogni ragionevole dubbio, che la soluzione di certe gravi questioni Nazionali non possa venire solo da quelle controverse Riforme Costituzionali di cui si parla da anni e che ultimamente appaiono come la panacea contro ogni male, stando almeno alle continue “esternazioni sloganistiche” del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, l’uomo dai poteri taumaturgici che tutto può, cui tutto è dovuto, cui nulla è permesso chiedere (in tribunale).

In realtà, ogni pasticciato ideale riformatore dell’ultima ora, resta pura e semplice “chiacchiera da bar” che riempie i discorsi di tanti “interessati sciacalli”, oltreché le pagine dei quotidiani, solo per evitare di rammentare al popolo la persistente “Crisi Sistemica”, nonché la totale assenza di un “Progetto Paese” lungimirante e saggio, che ne illumini finalmente il futuro.

Ed è sempre la solita storia. Dalle Intercettazioni al Processo Breve, dal Legittimo Impedimento al Lodo Alfano. Così come le cause giudiziarie di uno diventano quelle di tutti, la manifesta incapacità a guidare la Nazione di uno, è mascherata dalla menzognera vetustà dell’Ordinamento Statuale.

Che importa se in Parlamento si goda di una Maggioranza da fare invidia, se gli Eletti siano propri protetti e se la Legiferazione d’urgenza sia diventata la regola? E’ necessario rifondare lo Stato da capo a piedi. Parola di… Statista!

Insomma, a un insieme di questioni economiche, sociali e lavorative si risponde dando una “lucidatina ai gioielli di famiglia, anziché vendendo per intero l’argenteria e licenziando a pedate la Governante, nella speranza che la casa non crolli in testa agli inquilini sotto sfratto

A forza di bislacche proposte di modifica della Suprema Legge e di mistiche promesse tutte “pane e ottimismo”, è difficile che il cittadino non cada nel vortice di una discussione che lo riguarda poco o per nulla e che di certo non gli riempie il piatto, né il portafogli.

Basta guardarsi attorno: è tutto un ragionare sul Semipresidenzialismo, sul Cancellierato, sul Premierato; è tutto un rimuginare sul “Porcellum”, sul Sistema Uninominale, sul Voto di preferenza.

Tutti Giuristi “illuminati e sentenzianti” gli Italici compatrioti, già noti CT della Nazionale “pallonara”.

Quanti abbiano conoscenza delle “cose del Diritto” e siano rispettosi ammiratori del Modello Parlamentare, sanno bene quanto sia rischioso cancellare con un colpo di penna, oltre sessant’anni di Storia Patria, per orientarsi verso modelli che amplino le possibilità di manovra del Potere Esecutivo.

Soprattutto quando, prendendo spunto da Paesi molto dissimili dal nostro, sia per tradizioni politiche, sia per reminiscenze storiche, si pretenda di gestirne “pesi e contrappesi” a proprio uso e consumo.

Pensate ad una Repubblica Italiana in stile U.S.A. Un Presidente-Comandante in capo che da noi farebbe tornare in auge il Ventennio. E poi, solo per ridere, credete che un caso Watergate sarebbe mai stato possibile a Roma e dintorni? Certo che no! Professionisti dell’informazione e della verità come Woodward e Bernstein sarebbero stati “epurati” prima di dire “A” e di certo, si sarebbe gridato all’azione sovversiva dei Giudici Comunisti, compiuta mediante intercettazioni illegali. Come dire: addio controllo, addio controllori…

Pensate altrimenti, ad un’Italia sul modello Israeliano. Immaginereste un Katsav (ex Presidente della Repubblica), o un Olmert (ex Primo Ministro) nostrani, costretti a dimettersi per scandali sessuali (il primo) o per tangenti (il secondo)? Certo che no! Come minimo si sarebbe chiamato a raccolta tutto il proprio elettorato, per manifestare contro l’ennesimo atto politico della Magistratura e ci si sarebbe cuciti addosso l’etichetta di benemerito ed incorreggibile  “tombeur de femmes” e di “viveur”.

E infine, che dire di un’Italia “alla Francese”, ma senza l’intralcio del doppio turno? Un’aberrazione che porta il nome di Tirannide! Un’unica “consolazione”, si fa per dire: da noi il figlio del Presidente non avrebbe “ceduto alla Piazza”, rinunciando a dirigere gli Affari del Paese (il “Delfino Padano” insegna). Un vero smacco per lo sciovinismo dei “cugini”…

E’ indubbio che faccia davvero uno strano effetto, sentir parlare di Riforme Costituzionali e di modifica della Forma di Stato e di Governo, chi della Costituzione e dello Stato si prenda gioco, giorno dopo giorno, ed aspiri a raggiungere una sorta di sovranità illimitata e d’immunità giurisdizionale eterna, solo per fare il proprio bene e quello della sua gente, piuttosto che il bene della comunità.

Già, fa davvero effetto immaginare una nuova Italia, con un solo uomo al comando e con l’Opposizione stretta in un angolo e costretta al silenzio, dove la Giustizia sia sempre meno giusta, dove Libertà sia solo l’appellativo di un Partito, dove l’Onestà sia pura utopia, dove il Potere soverchi i “sottoposti” e nella quale i Diritti individuali finiscano per dipendere dalla gerarchia politica.

Un’Italia come la Russia del losco “manovratore” Putin, come il Kirghizistan del despota Bakiev, come la Bielorussia del criminale dittatore Lukashenko, come la Corea del Nord del “caro leader” Kim Jong-il, come la Thailandia del miliardario “speculatore di Stato” Shinawatra.

O perché no, a voler esser fiduciosi, un’Italia nuova, in mano ad un visionario emulo di Manuel Noriega, l’Uomo di Panama fiero, vanitoso e tronfio, massimo Teorico di ogni moderno ed indissolubile Regime Democratico… Ad personam!

D.V.

P.S.: IO STO CON EMERGENCY, IO STO CON SAVIANO, IO STO CON GIANFRANCO!