Twin Towers (impatto sulla Torre Sud)“Guerra è dapprima la speranza che dopo si stia meglio; poi l’attesa che l’altro stia peggio; poi la soddisfazione che anche l’altro non stia meglio; ed alla fine la sorpresa che tutti e due stiano peggio”. Karl Kraus

In principio fu l’undici Settembre.

Ogniqualvolta quella data si ripresenti a far capolino sul calendario, è facile rendersi conto di quanto rapidamente ed incredibilmente “muoia il tempo”…

Se è vero che gli anni passino inesorabili, lo è altrettanto che l’attacco all’Americache mise fine al mito dell’inviolabilità e dell’invulnerabilità del territorio “a stelle e strisce” – abbia inferto una profonda ferita nelle coscienze di tutti i popoli democratici, lontanissima dal rimarginarsi.

Ancora oggi, innanzi alle spaventose immagini delle Twin Towers che si accartocciano, o a quelle del Pentagono in fiamme, si dibatte circa la validità delle ragioni, esposte a suo tempo da George W. Bush, in materia di “Guerra al Terrore”.

La cronaca recente, che mostra tutti i rischi e le paure scatenati dal “terrorismo fatto in casa”, pare dar ragione alla politica della guerra preventiva contro gli appartenenti al famigerato “axis of evil” escogitata anni fa dal “vaccaro Texano”. A questo punto non è fantascienza ipotizzare che, dopo essere stato bersagliato dalle critiche e dagli improperi del mondo intero, presto gli si debbano porgere tante scuse…

Tali osservazioni si devono al fatto che gli intendimenti dell’Amministrazione Obama, in materia di Pacificazione Planetaria, non siano poi molto differenti da quelli di Bush e che la lotta contro Al-Qaeda sia ancora una questione prioritaria per la Casa Bianca.

Pakistan. Aree controllate dai Talebani, in cui avrebbe trovato riparo Osama Bin LadenIl nemico pubblico numero 1, Osama Bin Laden, fa ancora paura – vivo o morto che sia – e la vittoria nella guerra ai Talebani, è un obiettivo fondamentale per garantire gli equilibri e la sicurezza planetari, tanto oggi come ieri.

Prima il campo di battaglia si chiamava Tora Bora e la bomba Blu-82 Daisy Cutter era la presunta arma risolutoria, oggi il teatro caldo è il Waziristan, sul confine Pakistano, mentre a far macelli sono i bombardamenti dei Droni teleguidati.

Già, perché se l’Afghanistan è la metastasi, il vicino Pakistan è il tumore da estirpare. Un tumore che cresce, anziché regredire, anche per l’evidente debolezza politica del Presidente in carica, Ali Zardari – già alle prese con l’oltranzismo religioso delle bande tribali, nel Nord-Ovest del Paese – che presto potrebbe essere incriminato e costretto alle dimissioni, a causa di vecchie storie di corruzione e malversazione, tornate in auge dopo che la Corte Suprema ha annullato una frettolosa amnistia che un paio d’anni or sono, gli permise di candidarsi alle elezioni e di vincerle sull’onda dell’emozione per la morte di sua moglie Benazir Bhutto… Roba da rimpiangere l’ex Capo di Stato, il golpista e filo-occidentale Pervez Musharraf, che col pugno di ferro teneva a bada i Talebani annidati entro i propri confini.

Come se ciò non fosse abbastanza, Washington ha in mente di aprire nuovi fronti bellici, sia in Somalia (sarebbe un ritorno dopo la disastrosa missione UNITAF, nota anche come “Restore Hope” del ’92 – ’93), sia e soprattutto nello Yemen.

La duplice ipotesi ha preso corpo dopo che lo scorso 25 Dicembre, è stato sventato un attentato sul volo Delta NorthWest, Amsterdam-Detroit. Come noto, in quell’occasione alcuni passeggeri fermarono il giovane Nigeriano, Umar Farouk Abdulmutallab, poco prima che questi innescasse un ordigno, posto all’interno di un particolare corpetto esplosivo. Una volta tratto in arresto, ad atterraggio avvenuto, l’attentatore ha confessato di essersi “formato” al Jihad, nei pressi della capitale Yemenita, Sana’a.

Alcune indiscrezioni delle ultime ore, proverebbero che il ragazzo – già studente in un college Britannico – fosse stato schedato dallo MI5 (il servizio di controspionaggio di Sua Maestà) perché sospettato di appartenere ad una cellula terroristica operante sull’Isola, ma che nessuna informativa in proposito sia mai stata fatta pervenire a Langley, negli uffici degli omologhi colleghi d’Oltreoceano. Inoltre, sembra che tra le varie agenzie per la sicurezza nazionale U.S.A., persista una pericolosa mancanza di collaborazione che, tra l’altro, avrebbe rallentato il previsto aggiornamento della “Lista Nera” dei soggetti a rischio terrorismo, a causa di un inefficiente scambio d’informazioni.

Tutta l’inquietudine di Obama sull’argomento è emersa in una conferenza stampa, indetta per illustrare gli avvenimenti, durante la quale ha parlato di “errore sistemico totalmente inaccettabile, legato a responsabilità umane”, sottolineando la necessità di diagnosticare e risolvere rapidamente il problema.

Golfo di AdenInsomma, allo scoccare del nuovo anno per lo staff Presidenziale non c’è stato tempo per festeggiare, visto l’impegno profuso nella definizione dei piani strategici e delle operazioni tattiche da sottoporre al Presidente, allorché questi farà finalmente ritorno dalle sue (inopportune) vacanze Hawaiiane e rivestirà i panni del “comandante in capo”.

Dopo la scelta d’incrementare le truppe intorno a Kabul – in quella che sempre più appare una “strada senza uscita” di sapore Indocinese – si prospetta dunque una nuova cocente delusione, per tutti coloro che vedevano in lui una sorta di “colomba della Pace”.

Nel frattempo, la CIA ha perso 7 agenti operativi, a causa di un attacco suicida presso la Forward Operating Base “Chapman” situata nella Provincia di Khost. Da quanto appreso da fonti ufficiali Statunitensi, un uomo di nazionalità incerta, sarebbe stato condotto, senza aver subìto alcuna perquisizione, in un locale adibito a palestra all’interno del campo, per incontrare un alto rappresentante dell’Agenzia, che ne avrebbe dovuto valutare l’attendibilità quale possibile informatore.

La successiva diffusione di un video di rivendicazione, da parte della rete televisiva satellitare Al Jazeera, ha svelato l’identità del kamikaze. Si tratterebbe di Hammam Khalid al-Balawi, un medico Giordano votato al martirio contro il “Grande Satana” Americano, che secondo i Servizi Segreti di Amman avrebbe dovuto fornire importanti informazioni, utili per catturare il “numero 2” di Al-QaedaAyman al-ZawahiriQuesto spiega anche il perché, del facile ingresso entro il perimetro della base.

L’insieme di tali eventi, rende quanto mai lecito attendersi un’ulteriore e nuova “rivoluzione” dell’Apparato d’Intelligence dello “Zio Sam”, di cui potrebbero fare le spese sia il Direttore della CIA, Leon Panetta, (incaricato appena un anno fa), sia il Segretario di Stato per la Sicurezza Interna, Janet Napolitano.

Comunque si decida di agire, è importante che lo si faccia in fretta e radicalmente…

…Visto e considerato che i venti mesi che ci dividono dalla triste ricorrenza del decennale del crollo delle Torri Gemelle di New York, possono sembrare tanti per chi sia costretto ad aspettarsi l’inaspettato, o essere giusto il tempo necessario, per quanti si stiano adoperando per “festeggiare” con un nuovo grande, plateale e terrificante botto.

Uomo avvisato…

D.V.