“In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore, quanto la paura degli Italiani e una certa smania di avere un padrone da servire. Lo diceva Mussolini: come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori”? Indro Montanelli

Prossimi ai vent’anni dagli eventi di Tangentopoli” e dall’inchiesta “Mani Pulite”, c’è da chiedersi cosa sia rimasto nell’animo e nei ricordi degli Italiani di quella proto-Rivoluzione, abortita anzitempo e comunque prima di aver spazzato via tutto il marcio del “Sistema Italia”.

In effetti, se è indubbio che gli appartenenti alle nuove generazioni – ossia quelli che allora non erano nati, o che erano troppo piccoli per comprendere – siano cresciuti tra menzogne e mistificazioni riguardo all’opera della Procura Milanese, è egualmente vero che quanti potessero già contare sul “lume della ragione”, oggi si dividano in due opposte fazioni: i rassegnati alla disperazione per quello che avrebbe potuto essere e non fu, ed i sempre più numerosi “interessati” revisionisti, critici fino al disprezzo di quell’iniziativa giudiziaria.

Non è un mistero che le file degli oppositori all’opera della Magistratura, si allarghino oltremisura, forse a causa dei malanni dell’età, o forse perché l’adulazione di qualche capo-popolo scampato alle manette sia tornata in auge più che mai, senza remora o vergogna. D’altronde com’è noto, la Storia si può anche stravolgere all’inverosimile, ed a favore di telecamera, quando si risponda delle affermazioni solo a certa Stampa “amica”, nella certezza di aver imbavagliato quella “scomoda”.

Comunque la si veda, è verità che le indagini condotte dal Pool guidato da Francesco Saverio Borrelli, sconquassarono il modello politico-clientelare che univa i Palazzi del potere alle Forze Economiche del Paese e che nel nome dell’illecito scambio, assumeva tanti nomi diversi in base alle necessità: malversazione; peculato; appropriazione indebita; millantato credito; abuso d’ufficio; falso ideologico; falso materiale; ecc. ecc. Per finire da ultimo sul podio con: corruzione; concussione; estorsione.

I reati dei “colletti bianchi” che di questi tempi vengono premiati con sconti di pena, amnistie, prescrizioni abbreviate ed addirittura depenalizzazioni – per la gioia di evasori e bancarottieri – a guardar bene sembrano poca cosa, rispetto a quel malcostume diffuso che spingeva avanti l’Italia fin dalla notte dei tempi…

La pecca più grande di quell’inchiesta fu di non essere giunta fino in fondo, dando l’opportunità a quella “struttura” affaristico-mafiosa di risorgere su bastioni ben più solidi e di “debuttare in società” sotto le mentite spoglie di quella che oggi ci si affanna a chiamare II Repubblica. Uno slogan che riempie la bocca e che sebbene sia ben accetto da certe menti bacate, dagli “amici” e dagli “amici degli amici”, al cittadino medio dice poco o nulla, visto e considerato che sebbene sia cambiata la forma, sia rimasta intatta la sostanza del problema.

Quella mancata Rivoluzione Democratico-giustizialista appare ormai talmente lontana, che si cede alla tentazione di glorificare gli infami, sputando sui giusti e di riabilitare incredibilmente alcuni personaggi condannati dalla Storia – oltreché dai giudici, nel nome del popolo – aprendo addirittura insulsi “dibattiti toponomastici”, che al cospetto della devastante crisi economica e del lavoro che ci attanaglia, avrebbero del comico, se non si fosse già alla disperazione sociale più profonda.

In tutto ciò vi è una sola certezza: tutto procede come prima, più di prima e perché no, meglio di prima, visto che negli anni, in ambito Parlamentare si è agito in maniera da spuntare le armi in mano ai giudici, impedendogli di lavorare facendo il bene della gente e della Nazione.

Si “unge” qualche ruota, si “accomoda” qualche pratica et voilà! Les jeux sont fait! E’ così che si tira avanti nel Belpaese, in ogni settore, in qualsivoglia comparto produttivo o dei servizi e chi lo nega dice semplicemente e consciamente il falso.

Nessuno immagina quanto costi in termini monetari questa “via nostrana allo sviluppo”, che probabilmente si attesta su qualche centinaio di miliardi di Euro, sottratti alla crescita sostenibile ed al bene comune.

E pensare che tante povere anime ingenue, si ostinino ancora a riporre la propria fiducia nella libera concorrenza, nella meritocrazia, nell’equità, nella giustizia (sempre più azzoppata), financo nell’onestà! Oh, noi poveri illusi!

Ci si è “fatto il callo” e quasi quasi non ci si sconcerta più di certi scandali. Come dire: clamore all’inizio e dimenticatoio dopo un paio di articoli sui quotidiani. Insomma, tanto rumore per nulla!

E’ per questo che a mio avviso, l’arresto di questo o quel politico locale preso con le mani nel sacco – Assessore regionale, Consigliere comunale, o Presidente di Provincia che siano – somigli più ad un lampo che illumina la notte, piuttosto che ad una svolta per cambiare il “sistema” delle cose. E non dubito che certi voltagabbana di Partito che se ne vanno in giro a sbandierare la “questione morale” – scimmiottando grottescamente un certo Enrico Berlinguer – lo facciano giusto il tempo necessario per darsi una meschina “svecchiata” di fronte agli elettori.

Ed è per questo che il putiferio sorto attorno alla “Protezione Civile” appaia quasi una perdita di tempo – anziché la giusta reazione delle persone oneste alle magagne della Politica – per cui si finisca col “passare sopra” – invece di rimane atterriti – alle sconvenienti dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, contro i PM che conducono le indagini intorno all’entourage di Guido Bertolaso.

Che poi a Palazzo Chigi si prendano la briga di curare l’agenda del Sottosegretario, anche in ragione delle sue sedute “fisioterapiche”, ha quasi del farsesco…

In un Paese normale, ovvero mediamente civile, un uomo di Stato si sarebbe di certo astenuto da certe affermazioni, o avrebbe atteso perlomeno la chiusura delle indagini. In una Democrazia pienamente compiuta, un Rappresentante delle Istituzioni avrebbe senz’altro rispettato gli atti compiuti da altri autonomi Organi dell’Ordinamento. Ma è sempre più evidente che l’Italia si sia ridotta ad essere una “mezza Democrazia di serie B”, dove nessuno faccia più caso a niente, ed in cui chiunque sia buono solo a mercanteggiare qualcosa con qualcun altro. Tutto ha un prezzo, tutto ha una % da scontare con qualche mazzetta.

Non si fa più caso se si finisca per lucrare indebitamente e schifosamente, sull’impianto di valvole cardiache difettose, di protesi obsolete, o di pace-maker non necessari…

Non si fa più caso se il guadagno illecito provenga dallo smaltimento di rifiuti in mare o in mezzo ad un bosco, dalla “fortunosa” ricostruzione post-terremoto, o da una qualunque benemerita “grande opera”…

E’ così che funziona: un modello para-mafioso incancrenito, che non cede agli sparuti “colpi di bisturi” di tanti Magistrati volenterosi cui alla fine non resta che “doversi vergognare”! Parola di Statista

D.V.